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Il piede che nella caduta resta incastrato nella catena della sua MV, subito il gran dolore e la consapevolezza che le conseguenze saranno serie. Ma non fino a questo punto: per Niki Tuuli sembrava fosse stata sufficiente una operazione di fissaggio delle ossa con alcuni chiodi e con fili. Ma i tessuti erano troppo danneggiati, la circolazione del sangue nelle dita è risultata compromessa, quindi i medici hanno dovuto amputare tre dita con una seconda operazione.
Il ventiseienne pilota della SuperSport ha spiegato con un post su Instagram la situazione e il suo stato d’animo.
"Soltanto un rapido aggiornamento sulle mie condizioni. Il primo intervento chirurgico è avvenuto domenica e in quella operazione hanno provato a mettere tutto insieme con dei chiodi. I danni erano così rilevanti che le mie dita non sono sopravvissute perfino dopo l'operazione. Nel secondo intervento purtroppo è emersa la necessità di amputare le mie tre dita! Al momento ho tanto dolore; pare che mercoledì potrò tornare a casa. Grazie a tutti per i messaggi di affetto che mi avete mandato, per me hanno un grande valore".
Ora bisognerà capire quanto sarà lungo il suo periodo di recupero, che sicuramente non sarà semplice, anche se il pilota finlandese per il momento non sembra avere la minima intenzione di arrendersi...
L’infortunio occorso a Tuuli è molto serio e le lesioni irreparabili alle dita sono abbastanza frequenti, nel motociclismo. Lo sanno bene purtroppo anche tanti motociclisti comuni, che accidentalmente hanno infilato il dito di una mano tra catena e corona.
L’australiano Daryl Beattie, dopo aver terminato al terzo posto la stagione 1993, ha perso tutte le dita di un piede in seguito a una caduta avvenuta a Le Mans nel 1994; anche in quel caso il suo piede rimase incastrato tra la catena e la corona montata sulla ruota. Tuttavia la menomazione non lo ha fermato e oggi Daryl porta a spasso i mototuristi guidando la moto.
Poi c’è l’altro australiano: Troy Bayliss, che fu capace di vincere il suo terzo titolo nel 2008 dopo aver perso parte del suo mignolo in una caduta avvenuta nel 2007 a Donington Park. Quella volta, Troy voleva correre subito, due ore dopo la caduta, e per farlo chiese l’amputazione completa. Ma gli fu negata, per fortuna: il pilota aveva preso un gran colpo anche ai testicoli e in pista non lo lasciarono scendere.
Tanti piloti hanno perso l’uso di qualche dito: ricordo Barry Sheene che aveva il mignolo destro paralizzato; Jorge Lorenzo ha perso una falange dell’anulare sinistro dopo un caduta in Australia nel 2011; John Hopkins nel 2012 ha dovuto sacrificare l’anulare destro dopo una serie di operazioni per le conseguenze di una brutta caduta a Brno. E’ il mignolo della mano è sicuramente il dito più colpito: molti piloti hanno lesioni permanenti al quinto dito, a cominciare da Valentino Rossi per una vecchia lesione degli anni Novanta.
Oggi, per fortuna, i guanti offrono un livello di protezione ben superiore a quelli del passato. E anche gli stivali sono molto più sicuri, ma a Tuuli non è bastato.