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Dopo i round di Imola e Sepang sembrava che il campionato mondiale si potesse riaprire, non solo per Davies, ma anche per Sykes, che a Donington aveva dimostrato di poter stare davanti a Rea. Le due gare di Misano invece hanno probabilmente escluso Davies dalla lotta per il titolo, mentre Sykes resta ancora in corsa, ma sarà molto difficile che riesca nell’impresa di recuperare 66 punti al campione del mondo. La verità è che il binomio Rea-Kawasaki al momento non ha nessuno in grado di impensierirlo nella corsa al titolo mondiale.
Men che meno i piloti Ducati, che al Misano World Circuit sono stati senza dubbio sfortunati, ma hanno anche messo in mostra quelli che sono ancora i limiti delle loro Panigale. Certo non bisogna mai dare Davies per sconfitto, soprattutto ora che la Superbike si sposta a Laguna Seca, una pista che Chaz conosce bene, ma il “pacchetto” Davies-Ducati è senza dubbio meno competitivo rispetto a quello formato dal campione del mondo e dalla sua Ninja.
E se non ce la fa la Ducati figuriamoci gli altri. La Honda ha presentato un VdMark finalmente (e tardivamente) in gran spolvero, mentre Hayden ha deluso le aspettative. Ma con questa CBR non sono ammessi voli pindarici. Aspettiamo la nuova moto, sperando che mamma Honda aumenti il proprio interesse nei confronti della Superbike.
Con De Angelis ancora in condizioni fisiche non perfette, l’Aprilia deve puntare tutto sul debuttante Savadori, che per quanto stia bruciando le tappe non è ancora in grado di impensierire le verdone. Resta da capire se e quanto la casa di Noale voglia ancora investire nelle derivate. Lo stesso vale per la BMW. Sino ad ora il passaggio al team Althea non ha dato i frutti sperati, e non si capisce se il colosso di Monaco di Baviera voglia davvero vincere in Superbike o solo fare presenza.
I programmi e le ambizioni della Yamaha sono invece molto più definiti, peccato solo che sia stato scelto il team sbagliato. Ma sembra che la casa dei tre diapason stia correndo ai ripari, e stia preparando un team interno che possa rendere competitiva la YZF-R1. Punto interrogativo per quanto riguarda la MV, il cui futuro nelle competizioni è legato a quello della casa madre, che al momento non ha certezze.
Comunque sia, lo spettacolo non è di certo mancato a Misano, sia in Superbike che nelle altre classi, che hanno messo in mostra molti giovani piloti italiani di valore. E’ mancato invece il grande pubblico. Le esigenze televisive e quelle degli spettatori degli autodromi evidentemente non coincidono. A questo vanno aggiunti i costi di una trasferta di due giorni, che ormai (purtroppo) non tutti si possono permettere, e le dirette Mediaset che permettono di vivere la Superbike anche dal salotto di casa propria. Ma dal vivo è tutta un’altra cosa, credetemi.
Ecco i nostri voti ai protagonisti del weekend di Misano.
Jonathan Rea - voto 10 – Manca la lode solo perché non si è aggiudicato la Superpole. Per il resto il nordirlandese è stato perfetto e, come sempre, cinico ed implacabile: nel suo carniere ci sono già sette vittorie e tre doppiette. Johnny è sempre salito sul podio e (unico assieme a Torres) è sempre andato a punti. Quando la sua ZX-10R fa le bizze, come a Donington, mal che vada lui fa terzo, ma quando riesce a metterla a punto perfettamente, come è successo a Misano, allora non ce n’è per nessuno. Il Cannibale è tornato (o molto più probabilmente non era mai andato via).
Tom Sykes – voto 8,5 – Facile dire “io ci avrei provato”. A dirlo sono gli stessi che se poi un pilota cade sono pronti a gettargli la croce addosso. Tom lo ha ammesso :” Rea è stato più forte di me”. Punto e a capo. Anzi, a Laguna. Dopo aver dominato la Superpole, il dinoccolato inglese della Kawasaki in gara non ha sbagliato niente, e resta l’unico antagonista di Rea per il titolo. Consistent.
Michael van der Mark – voto 8 – Pur partendo dalla quarta fila sale sul podio in Gara 1, mentre nella seconda non può evitare la moto di Davies e cade, ma risale in sella e arriva decimo. Bravo e veloce, come era stato nelle prime gare del campionato. Deve ancora maturare e rinforzare il suo carattere, ma la stoffa c’è. Promessa.
Chaz Davies – voto 7 – In alcuni circuiti la Panigale fa dannare tutti, compreso il glaciale Chaz, che è stato sfortunato in Gara 1 ma ha innegabilmente commesso un grave errore in gara2. Che non fosse il suo weekend lo si era già capito in prova e in Superpole, ma mentre quando va male Rea porta a casa 32 punti, quando gira storta a Davies di punti ne raccoglie solo 13. Va oltre la sufficienza per la sua “rimontona” del sabato. Titolo addio?
Davide Giugliano – voto 7,5 – Non è solo la Panigale di Davies a far fatica a Misano, ma anche la sua. Scivola il sabato, ma sale sul podio la domenica, unico dei piloti Ducati. Ma si sa, quando cade Chaz è bravo perché ci ha provato, mentre quando cade Giugliano è un pollo. Lui però non molla, tant'è che negli ultimi tre round ha raccolto tre podi e tanti punti. Never give up.
Xavi Forés – voto 6,5 – Lampo rosso in Superpole, dove conquista la prima fila. Il sabato però parte male e, nel tentativo di recuperare, fa un gran casino alla seconda curva e mette fuori gioco Savadori, Camier e Davies. Poi la sua Panigale lo tradisce. Domenica fa tutto per bene e replica il suo miglior risultato stagionale (era già stato quarto in entrambe le gare di Aragòn). Il voto è la media tra le due gare, con mezzo punto in più per la sua Superpole.
Jordi Torres – voto 6,5 – Questo passa il convento, e con questo lui fa il massimo possibile, senza un lamento e sempre con il sorriso sulle labbra. E’ l’unico assieme a Rea ad essere sempre andato a punti. Qualcosa vorrà dire.
Markus Reiterberger – voto 6,5 – Misano gli piace, e in Gara 1 porta a casa tanti punti con il suo sesto posto. Domenica invece il tedeschino è davvero sfortunato, cade e si fa male. Dovrà saltare Laguna, ma sarà in perfetta forma per la gara di casa del Lausitzring, a Settembre.
Lorenzo Savadori – voto 7,5 – Ormai Lorenzo (se non lo buttano in terra) è stabilmente tra i primi cinque. Chissà che a Noale non decidano di dargli una mano per aiutarlo a salire sul podio, prima che finisca la stagione? Unico appunto: nelle interviste è troppo “politically correct”. Sei o non sei un romagnolo purosangue?
Nicky Hayden – voto 5,5 – Ci si aspettava che a Misano Kentucky Kid potesse dare del filo da torcere alle Kawasaki, ma così non è stato. Era partito bene nelle prove del venerdì, ma poi gli altri sono cresciuti, e lui è rimasto al palo. Sabato butta nella ghiaia la sua CBR, e domenica timbra il cartellino. Ma ora si va negli U.S.A.
Niccolò Canepa – voto 6,5 – Ormai le R1 le conosce tutte. Ha corso e vinto con quella Endurance, è salito sul podio con quella del CIV e con la Stock e a Misano ha gareggiato con la Superbike. E ha fatto bene in tutte le occasioni. Certo non ci si poteva aspettare che arrivasse lui con la bacchetta magica a rendere competitiva la moto del team PATA SBK, ma Niccolò ha lavorato sodo, non ha commesso errori ed ha fatto più punti del suo team-mate. Meriterebbe di essere confermato anche per Laguna, visto che Guintoli non sarà ancora disponibile.
Fabio Menghi – voto 8 – Era dalle prove di Phillip Island che non saliva sulla sua privatissima Ducati, fermato da un brutto infortunio. Senza molto allenamento, ma con tanta voglia di correre, Fabio debutta in Superbike davanti ai suoi tifosi e porta a termine entrambe le gare. Contento ma sfinito, torna nel suo box a baciare la sua figlioletta di un mese e mezzo. Cose da SBK.