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Durante la pausa estiva nel paddock (virtuale) della Superbike al rumore dei motori si sostituiscono le voci di radio paddock, che riportano le notizie di mercato. Come sempre alcune sono veritiere, altre messe in giro ad arte dai team o dai manager dei piloti, altre ancora sono del tutto inventate, perché visto che non ci sono gare da commentare, qualcosa si deve pur scrivere…
Cercando di fare chiarezza abbiamo interrotto per qualche minuto le vacanze di piloti e manager, che hanno fatto buon viso a cattivo gioco e da sotto l’ombrellone ci hanno raccontato le loro versioni dei fatti e le loro verità. La carne al fuoco è tanta e quindi abbiamo deciso di raccontarvi come stanno le cose in due puntate.
Iniziamo subito dal pezzo forte, dalla voce che rimbalza da tempo sui media: Bautista alla Honda. Per capire come stanno le cose, bisogna innanzitutto analizzare il progetto Superbike del maggiore produttore mondiale. Una cosa è certa: la Honda vuole tornare a competere per il titolo mondiale delle derivate. Il fattore al momento incerto riguarda le tempistiche. La moto che contenderà il titolo a Kawasaki e Ducati (i ben informati parlano di un quattro cilindri in linea) sta girando da alcuni mesi in Giappone, ma non si sa ancora quando sarà pronta non solo per essere immessa sul mercato, ma soprattutto per competere in Superbike.
La macchina operativa del colosso giapponese è potente quanto lenta a mettersi in moto. Siccome l’obiettivo è quello di essere pronti per il mondiale 2020, anche se al momento non ci sono certezze, bisogna pensare a chi dovrà salire sul nuovo missile Made in Tokyo. La Honda vuole vincere e di conseguenza ha bisogno di un top rider. Probabilmente uno solo, perché il secondo pilota dovrebbe essere un giapponese, un uomo Honda, che proseguirà in pista lo sviluppo della nuova moto e si interfaccerà direttamente con i vertici nipponici.
Parlando di top rider della Superbike, i nomi si contano sulle dita di una mano e visto che sia Rea che Davies sono vincolati da un altro anno di contratto non restava che sondare la situazione di Bautista. Il contatto è avvenuto a Misano in occasione del settimo round del mondiale. Alcuni manager della casa giapponese contattarono Bautista ed il suo entourage per esporre il loro progetto e per comprendere quale fosse la situazione contrattuale del pilota spagnolo. Però una volta venuti a conoscenza della disponibilità di Bautista, che è in scadenza di contratto a fine anno, i manager giapponesi non hanno dato un seguito ad una possibile trattativa e tutto si è fermato li.
L’unica offerta attualmente sul tavolo del pilota spagnolo arriva da Borgo Panigale, ma non lo soddisfa completamente ed è quindi chiaro che “fa gioco” ad Alvaro ed al suo manager dare in pasto ai media un’alternativa, che però al momento non ha nulla di concreto, anche perché la Honda non guarda solo ai migliori piloti della Superbike, ma anche a quelli della GP. Ovviamente non ci riferiamo ai primi quattro o cinque, ma a piloti che sono nella top ten e che potrebbero fare bene nel campionato delle derivate, proprio come è successo a Bautista.
In Ducati sanno bene come stanno realmente le cose e quindi non pensano ad aumentare la loro offerta, riservandosi di farlo nel caso che il loro pilota numero 19 riceva un’offerta concreta. Come alternativa a Bautista si fa spesso il nome di Scott Redding, che potrebbe essere un buon nome per la Superbike. Ma più che la Ducati, all’ex pilota MotoGP sta pensando Shaun Muir, che ottenuta la conferma di Tom Sykes, sta chiedendo alla casa bavarese di sostituire Markus Reiterberger con il connazionale di Tom attualmente impegnato nel BSB. Impresa non facile, perché il giovane tedesco è da sempre il pupillo della BMW e quindi non sarà facile convincere i vertici di Monaco a metterlo da parte.
Domani vi parleremo della delicata situazione tra Razgatlioglu e la Kawasaki e tutte le trattative che riguardano la Yamaha.