Superbike, Camier: “Smettere di correre, la decisione più difficile della mia vita”.

Superbike, Camier: “Smettere di correre, la decisione più difficile della mia vita”.
Leon Camier si è ritirato dalle competizioni ed ora è il team manager della squadra ufficiale HRC in Superbike, per mettere la propria esperienza al servizio dei piloti
20 gennaio 2021

Leon Camier è il nuovo team manager della squadra ufficiale Honda HRC nel mondiale Superbike. Nato ad Ashford in Inghilterra il 4 agosto 1986, Camier ha iniziato a correre in 125 laureandosi campione UK nel 2001. L’anno successivo ha debuttato nel mondiale della minima cilindrata, dove però ha corso solo poche gare prima di passare al campionato Inglese Supersport, che si è aggiudicato nel 2005.

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Una vittoria che gli ha consentito di accedere al BSB, dove ha conquistato il titolo nel 2009. La stagione successiva è stata quella del debutto nel mondiale Superbike con l’Aprilia ufficiale, compagno di squadra di Max Biaggi. Due anni con la casa di Noale e poi ha corso con il team Crescent Suzuki, con BMW Motorrad Italia, MV Agusta Reparto Corse, Red Bull Honda e lo scorso anno con il Barni Racing Ducati, anche se a causa dell’infortunio alla spalla che ha causato il suo ritiro dalle competizioni, Leon non ha mai potuto disputare nemmeno una gara con la V4 della squadra italiana.

Camier lascia la SBK dopo aver disputato 223 gare ed aver ottenuto nove podi.

Leon, il tuo ritiro è dovuto all’infortunio alla spalla oppure perché hai capito che avresti potuto svolgere altre mansioni pur restando nel paddock della Superbike?

"Prima di decidere di smettere ho interpellato decine di medici, per comprendere se avrei potuto continuare a correre o no. Smettere con le competizioni è stata la decisione più difficile di tutta la mia vita. Tutto per me era incentrato sulla mia attività di pilota. Nessuno mi ha mai detto che avrei dovuto smettere, ma alla fine sono io che non sento di poter essere il pilota che ero stato prima degli infortuni alla spalla. Correre senza poter dare il massimo, senza poter esprimere il mio potenziale, non avrebbe avuto senso."

 

Quando hai capito che avresti potuto comunque lavorare nel mondo delle corse?

"Lo scorso anno sono stato il mental coach di Chaz Davies ed ho scoperto di poter fare qualcosa per i piloti, trasmettendo loro parte di quell’esperienza che ho maturato in tanti anni di gare. E’ stato un lavoro che mi è piaciuto molto e che mi ha dato delle soddisfazioni. Quest’anno poi è arrivata questa grande possibilità di lavorare come team manager nel team HRC e non me la sono lasciata sfuggire. So che è un lavoro di grande responsabilità ma voglio concentrarmi su questo mio nuovo lavoro e dare il massimo. Ho ancora molto da imparare, ma non vedo l’ora di poter iniziare."

 

Cosa pensi di poter portare al team HRC?

"Penso di poter portare l’esperienza maturata in molti anni di gare con tanti team diversi. Di ogni squadra ho assimilato i punti positivi ed ho compreso quelli negativi. So cosa cerca un pilota in una squadra e quindi cercherò di rendere più semplice il loro lavoro e quello di tutto il team. Allo stesso tempo so come motivare un pilota per mantenerlo sempre focalizzato sui propri obiettivi."

 

Tra i piloti della tua squadra c’è anche il tuo amico Leon Haslam.

"Conosco Leon da tanti anni ed abbiamo lottato molte volte in pista sin dagli anni della 125 inglese, quasi venti anni fa. Con lui sarà facile lavorare perché lo conosco bene e so cosa fare per aiutarlo. Per quanto riguarda Bautista non lo conosco molto, ma so che è un grande professionista e sono certo che lavoreremo bene insieme."

 

Con quali obiettivi affrontate la stagione 2021?

"È una domanda alla quale faccio fatica a rispondere, in quanto non ho ancora disputato un weekend di gara con il team. So per certo che il potenziale della squadra è molto alto e lo sono anche le nostre ambizioni. L’anno passato è stato molto difficile per tutti ma in special modo per la Honda che ha dovuto sviluppare una nuova moto con un team completamente nuovo. Quest’anno le difficoltà saranno minori, anche perché conosciamo meglio la nostra Fireblade, abbiamo dei dati sui quali lavorare e siamo tutti più fiduciosi e consapevoli della nostra forza. Speriamo di avere il tempo e la possibilità di continuare il nostro lavoro, per raggiungere i migliori risultati possibili."