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Tito Rabat è una delle novità più importanti, o forse la più importante, del prossimo campionato mondiale Superbike e qualcuno ritiene possa essere un nuovo e temibile avversario per il Cannibale Rea. Come tutti i piloti che vengono dalla GP, Rabat è molto professionale, e non lascia nulla al caso. Ha già iniziato ad ambientarsi e a capire il mondo delle gare delle derivate, ma non vuole ancora parlare dei suoi avversari, in attesa di incontrarli in pista.
Sei reduce da una giornata di prove a Cartagena con la Panigale V4 stradale...
"Si, ma è servita più che altro per conoscere il team, perché la V4 stradale è una moto che uso da tempo. Mi sono divertito soprattutto nel pomeriggio, quando ho fatto togliere il controllo di trazione ed ho potuto fare un po di traversi. Comunque la sensazione che ho avuto dalle gomme Pirelli, che provavo per la prima volta, è stata molto buona."
E come ti sei trovato con il tuo nuovo team?
"Bene. Ho trovato molta passione, ed una squadra dove tutti si impegnano per raggiungere lo stesso obiettivo: vincere. E’ senza dubbio un team molto unito, dove tutti cercano di dare il massimo. So che proprio come me hanno trascorso dei momenti difficili, e come me hanno una grande voglia di tornare in alto. Probabilmente sono arrivato nel team giusto al momento giusto. Però non mettiamo il carro davanti ai buoi, ed attendiamo di scendere in pista e di confrontarci con i nostri avversari."
Molti piloti sono arrivati in Superbike dalla MotoGP e per molti non è stato facile ottenere buoni risultati. Tu cosa ti aspetti da questa tua nuova esperienza?
"Ritengo che Superbike e GP siano due campionati molto diversi sotto vari aspetti, ad iniziare dalle gomme ed ovviamente dalle moto. Devo ancora salire sulla mia V4 superbike e quindi è prematuro fare dei programmi o dei pronostici. Al momento la mia impressione è che le superbike siano una via di mezzo tra una moto2 ed una GP. Certo mi ci vorrà qualche gara prima di capire davvero come funziona il tutto, ma alla fine parliamo sempre di una moto, di due ruote e di un motore (sorride)."
Qui in Superbike sono sei anni che vince Rea. In molti stanno aspettando che arrivi qualcuno in grado di stargli davanti.
"So che Rea ha vinto tanto e che è il pilota da battere, ma per il momento non penso a nessuno dei miei avversari, ma solo a me stesso. Vengo da due anni complicati, nei quali non sono riuscito a mostrare tutto il mio potenziale. Qui spero di avere una moto e un team che mi permettano di essere competitivo. Voglio ottenere dei buoni risultati, ma soprattutto voglio tornare ad essere felice di essere un pilota, e di correre in moto. Questo è il mio obiettivo più importante. I miei avversari li potrò giudicare solo quando li avrò incontrati in pista."
Sei contento di essere in Superbike o per te è stato un ripiego?
"Sono convinto che questo sia un ottimo campionato, dove un pilota può divertire se stesso ed il pubblico. Non mi mancano le motivazioni e per questo mi sto allenando duramente. Penso che attorno alla Superbike girino meno interessi, e che anche per questo l’atmosfera sia meno tesa rispetto alla GP. Ho l’impressione che qui la moto sia importante ma che si possa fare bene anche senza averne una ufficiale, una cosa ormai impossibile in GP. Dopo aver parlato con Marco Barnabò ho capito e condiviso il suo progetto, nel quale ho trovato motivazioni e stimoli che erano alcuni anni che non provavo più."