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Il motociclismo è passione e spesso ci fa vivere storie incredibili e conoscere persone eccezionali. Nonostante i miei problemi famigliari e di salute (grazie a tutti i lettori per i loro messaggi di affetto) ho voluto essere presente a Losail per molti motivi, ma soprattutto perché volevo vivere da vicino la possibile conquista del titolo mondiale Supersport da parte del team Evan Bros.
Conosco la squadra di Fabio Evangelista dal 2015 quando disputavano il campionato Europeo Stock 600 con la denominazione di Pata Honda Junior team e schieravano due ragazzini: Federico Caricasulo e Augusto Fernandez.
Quell’anno il campionato lo vinse Toprak Razgatlioglu, davanti a Michael Ruben Rinaldi, con Caricasulo terzo e Fernandez quarto. Tutti piloti che ora ritroviamo nei mondiali Superbike, Supersport e Moto2.
Una tenda ed un furgone nel 'paddock dei poveri' (così chiamavamo quell’area riservata alle squadre della Stock 600, alle quali non venivano assegnati i box) queste erano le strutture della squadra italiana che aveva, e ha ancora, la sua base a Ravenna, una città che sforna piloti a getto continuo. Pochi soldi e tanta passione. Si inizia così.
Ma bastava parlare con Fabio e con il capo tecnico Mauro Pellegrini per capire che oltre alla passione la squadra aveva basi solide, ottime capacità tecniche, ma soprattutto sani principi morali. Persone sincere e leali che gestivano il team come la loro famiglia e che spendevano i soldi solo dopo che li avevano in tasca. E i soldi si spendevano per le moto e per pagare chi ci lavorava sopra. Nessuna hospitality: un panino e una birra appoggiata alla sella della moto, in piedi sotto la tenda.
Tra dubbi, timori e qualche notte insonne, Evangelista e Pellegrini nel 2016 prendono la grande decisione. Disputare il Mondiale Supersport. Gli sponsor ci sono e il furgone si trasforma in camion, la tenda in box. Ma la squadra è sempre quella e anche il pilota. Tutti credono molto in Caricasulo e pensano di poter fare bene anche nel mondiale, pur se con una Honda che non è certo la moto da battere. Ma come abbiamo detto i tecnici sanno il fatto loro e la CBR 600 di Federico è veloce ed affidabile.
La prima gara è in Australia, dall’altra parte del mondo. Il team Evan Bros si affaccia con rispetto ma senza timori reverenziali al mondiale, per competere con i mostri sacri della categoria. Il risultato della gara del debutto è incredibile: seconda posizione finale. L’unico a precedere Caricasulo è uno svizzero: Randy Krummenacher.
Al termine della stagione il giovane pilota italiano è nono in classifica. Ormai che vada forte lo sanno tutti ed il team Yamaha GRT lo sceglie per affidargli una R6 ufficiale.
Salutato il suo pupillo, il team Evan Bros. ingaggia un altro italiano, Christian Gamarino. Siamo nel 2017 e Kawasaki e Yamaha hanno una marcia in più rispetto alla Honda. Con la CBR si fa tanta fatica e la fortuna non sempre aiuta gli audaci. Gamarino chiude undicesimo in classifica senza essere mai salito sul podio. Ma è quando il gioco si fa duro che i duri iniziano a giocare e nel 2018 il team Evan Bros. cambia tutto, moto e pilota.
Arrivano Randy Krummenacher ed una Yamaha YZF R6. Con questa moto e soprattutto con questo pilota la squadra italiana fa l’ennesimo salto di qualità. Lo svizzero sale sul podio tre volte e vince a Buriram. La squadra di Ravenna ora è tra i 'big' della categoria. Però di adagiarsi sugli allori non se ne parla nemmeno. Ormai l’obiettivo è vicino e la struttura e la squadra è ora in grado di gestire due piloti. Confermato Krummenacher, Evangelista accoglie a braccia aperte il figliol prodigo Caricasulo, che va così a comporre una delle migliori coppie della Supersport.
Ed inizia una stagione incredibile, fatta di 17 podi tra le quali ben 7 vittorie, quattro per Krummenacher e tre per Caricasulo. Randy è autore di un inizio di campionato pazzesco e nelle prime sette gare conquista quattro vittorie e tre secondi posti. Va in testa alla prima gara e non molla più la leadership della classifica. L’unico che gli tiene testa è il suo compagno di squadra, che sale sempre sul podio e vince le gare di Assen e Jerez.
La marcia trionfale dei due piloti si interrompe però bruscamente a Magny Cours, quando mancano solo tre round al termine. Sulla pista francese Krummenacher cade e si deve ritirare. Caricasulo anziché approfittarne cade per ben due volte e torna mestamente al suo box. Zero punti per entrambi. In Argentina sembra che entrambi abbiano paura di vincere, commettono molti errori e alla fine Federico è quinto e Randy è settimo, mentre Cluzel vince la gara e si rimette in corsa per il titolo.
Il dopo gara è bollente. Krummenacher intervistato da una televisione dichiara che la sua moto è molto più lenta di quella di Caricasulo e che la squadra vuole che a vincere il titolo sia l’italiano. Parole pesanti, che fanno molto male a Evangelista ed ai suoi ragazzi, che non hanno mai privilegiato un pilota anziché l’altro.
La squadra è offesa e non risponde a Randy, che prima dell’ultima e decisiva trasferta in Qatar si pente dello sfogo e chiede ufficialmente scusa. A Losail la tensione nel box Evan Bros. si taglia a fette. C’è il rischio di vedersi sfuggire un titolo mondiale che sembrava già vinto. In una sola e decisiva gara tutto può succedere.
Krummenacher fa giustamente il ragioniere e tiene la ruota di Caricasulo. L’italiano non va oltre il quarto posto seguito dal suo compagno di squadra che si laurea così campione del mondo. La tensione lascia il posto alla gioia, alla felicità per aver vinto il titolo mondiale. Caricasulo si defila deluso, ma difficilmente avrebbe potuto fare più di quanto ha fatto.
Krummenacher sale sul podio per ricevere la tabella numero 1 e quando scende si avvicina ad Evangelista. I due si guardano negli occhi, si parlano. Sono due persone corrette e sincere ed un forte abbraccio spazza via tutte le polemiche ed i malintesi.
Il team Evan Bros. è campione del mondo. In quattro anni i ragazzi di Ravenna hanno realizzato il loro sogno, ma siamo certi che tra pochi giorni si rimetteranno al lavoro per preparare la prossima stagione. Ci sono nuovi sogni da realizzare.