Agosto 2019 in moto: Romania e non solo...

Quattro coppie: Filippo, Assunta, Roberto, Lina, Fichi, Rossana, Oriano e Luigina. E quattro moto: due KTM 990 ADV, un BMW GS Rally e una Triumph Tiger EXC
23 gennaio 2020

Partiamo da Torino abbastanza presto, in tre moto, la quarta la recuperiamo al confine con la Slovenia. Viaggiamo per circa 530 chilometri, arriviamo al confine con la Slovenia dove puntuali ci aspettano Oriano e Luigina. Dopo i dovuti saluti e abbracci partiamo per cercarci un posto dove pranzare. Ripartiamo che sono le tre del pomeriggio, il tempo non promette niente di buono, le nuvole minacciose si fanno sempre più cupe. Fatte le pratiche per l'ingresso in Ungheria si scatena il finimondo: vento e acqua da far paura, tanto da farci preoccupare. Troviamo riparo sotto una tettoia, dove indossiamo le tute sopra agli indumenti ormai zuppi d'acqua. Viaggiamo ancora per circa un'ora prima di arrivare nell'hotel Touring, precedentemente prenotato, nella cittadina di  Nagykanizsa.

Ritrovo alle ore sette e trenta per la colazione, e per le otto e trenta siamo pronti ad affrontare la seconda tappa, che ci porterà in Romania, nella Pension Coral a Baia Mare, dove faremo sosta tre notti.
Oggi il tempo è bello, il cielo è sgombro di nuvole e il caldo si fa sentire. La strada che percorriamo è molto piacevole, in alcuni tratti riusciamo anche a divertirci dandoci gas e pennellando le curve in modalità relax. Viaggiamo per circa 640 chilometri, arriviamo in albergo ancora con il sole alto e in un'orario decente.
Posteggiate le moto nel cortile interno ci rechiamo nella reception, dove una simpatica signora si presenta con il conto in mano per le tre notti, il tutto in moneta rumena. Non la faccio lunga perché sarebbe stressante e incomprensibile, per farla breve questa simpatica signora pretende il pagamento in contanti ancor prima di vedere le camere! Perdiamo del tempo ma pretendiamo di vederle e poi accettiamo di pagare in contante e in moneta locale facendo il prelievo in un bancomat nelle immediate vicinanze.

La sera, in un buon ristorate, facciamo il punto per la gita dell'indomani, che prevede uno sterrato prima di arrivare a Sapanta per la visita del cimitero allegro.
La serata la trascorriamo facendo una ottima cena e bevendo una buona birra scoprendo che in Romania si spende la metà del costo in Italia. La mattina, dopo la colazione fatta in un bar vicino, partiamo con le moto scariche di tutto per affrontare la traccia della sterrata precedentemente scaricata e visionata passo passo su Google Earth.
Inizialmente la strada è asfaltata e piena di buchi, tornante su  tornante si inerpica sempre più su fino a entrare in un fitto bosco, dove il brutto asfalto lascia posto allo sterrato. Inizialmente ci divertiamo guidando attenti e con la visione paesaggistica molto bella: siamo solo noi, con il rumore roboante dei motori, la sterrata  a tratti diventa sempre più difficile; la pioggia caduta in precedenza e il passaggio dei trattori, i carretti e i boscaioli, l'hanno resa quasi impraticabile. Le pozzanghere e i solchi profondi mettono a dura prova la nostra pratica enduristica, Fichi con Rossana iniziano ad accusare la fatica, sono già caduti due volte per fortuna senza conseguenze. La cosa si fa sempre più dura, inizio a preoccuparmi, non per me Oriano e Roby che pratichiamo enduro racing, ma per Fichi e specialmente Rossana, che inizia a infierire contro il marito.

Arriviamo a un certo punto dove la pioggia aveva disintegrato il sentiero, ci troviamo dinanzi a un burrone e una scarpata che portava in un ruscello. Roberto si è impantanato fino al telaio con il suo GS, per farlo uscire abbiamo fatto fatica tirandolo con delle cinghie. Finita l'operazione di recupero decidiamo, nostro malgrado, di tornare indietro e risalire il sentiero pietroso che avevamo già visto prima. Controlliamo tramite il navigatore e Google Maps, e vediamo che questa sterrata ci porterà diritti sull'asfalto. Si fa molta fatica, Fichi cade di nuovo, Rossana è fuori di sè, la fortuna vuole che arrivati in cima al colle troviamo un boscaiolo con un vecchio fuoristrada e il carrello pieno di sassi. Rossana scatta come una molla, scende dalla moto e senza dire una parola sale  sul fuoristrada lasciando stupito il boscaiolo: il rumeno ha accettato con piacere di prendere a bordo Rossana, visto che scendeva a valle anche lui, e una volta definito il tutto si parte.
Il fuoristrada con il carrello carico viaggiava molto lentamente, così con la scusa di aspettarlo noi prendevamo fiato.
La discesa è stata da incubi. Ma tutto è bene quel che finisce bene, dicono gli anziani.

 

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Arrivati sull'asfalto stanchi, assetati e senza mangiare, ci dirigiamo subito in un ristorante. Scesi dalle moto ci accorgiamo di essere veramente in pessimo stato, gli indumenti sono pieni di fango e gli stivali di acqua, il locale con tutti i nostri indumenti sparsi ovunque sembra un accampamento di zingari. Rasserenati gli animi con un buon pranzo, ci guardiamo in silenzio e scherzandoci sopra diciamo che questa avventura appena trascorsa sarà la giornata più fantastica di tutto il viaggio.

Sapanta è una cittadina cresciuta attorno al suo particolare, colorato e unico cimitero. Le croci di legno che ornano le tombe sono dipinte con allegri colori e figure vagamente naif, mentre le persone sepolte vengono ricordate in modo originale e poetico, descrivendone pregi e difetti. L'originalità del complesso ne fa un posto unico, e pur essendo in un cimitero tutto porta all'allegria, alla poesia e alla bellezza scolpita con colori vivaci sulle croci dei defunti.
Ritorniamo in albergo, naturalmente via asfalto, e prima dell'arrivo in un lavaggio riportiamo le moto alla loro naturalezza, e noi trascorriamo un po' di tempo a cercare di levarci il fango di dosso e dagli stivali. Mai più sterrato, questo ho promesso a Rossana.

Oggi escursione su bellissime strade di montagna per raggiungere il villaggio di Viseu de Sus, dove prenderemo il trenino a vapore che ci porterà indietro nel tempo. Partiamo, e dopo un bel giro attraverso paesaggi di montagna arriviamo a destinazione.
Scesi dalle moto notiamo la lunga fila di gente al botteghino dei biglietti, rimaniamo delusi perché i posti sui vari tour in trenino sono tutti esauriti: ci propongono la corsa per l'indomani pomeriggio, ma noi purtroppo abbiamo altri programmi. Pazienza, ci ripaghiamo con un giro largo su strade panoramiche e ben raccordate dove ne approfittiamo a pennellare le curve in allegria, rallentando appena ricevevamo un pugno sul fianco dalle rispettive compagne.

Lasciamo questa regione del Maramures per recarci nella Bucovina, la zona dei monasteri. Essendo in contatto con un amico rumeno, questo ci prenota un bell'albergo con ristorante annesso, vicinissimo al monastero di Sucevita.
La strada per arrivarci è uno spettacolo paesaggistico dove ci si diverte tanto guidando e danzando sulle curve. Percorriamo una delle strade fatte costruire da Nicolae Ceausescu, dove in cima al colle Ciumarna è stata posata una grande scultura in pietra raffigurante una mano, in onore dei morti sul lavoro per la costruzione della strada.
Percorrerla è un piacere, sembra fatta per noi motociclisti, con centinaia di curve ben raccordate sia in salita che in discesa.
L'hotel prenotato è molto carino, stanze ampie con balcone e tutti i servizi, all'interno c'è un vasto parco con ristorante annesso. Una volta presa le camere e fatta una doccia andiamo a visitare il monastero, che dista due chilometri: costruito nel 1585, il complesso religioso ancora oggi è abitato da monaci, si presenta ben tenuto, le mura esterne sono tutte affrescate e raffiguranti motivi del vecchio e nuovo testamento. La costruzione è un misto fatto di pietra e legno, alcune zone sono in restauro, le mura sono alte sei metri e spesse tre, nei lati che delimitano il perimetro sorgono quattro torri, l'interno è tutto affrescato con figure religiose e scene di vita divina. Questo complesso fa attualmente parte del patrimonio dell'UNESCO.
 

Oggi una bella strada ci porta a visitare la miniera di sale più grande della Romania: Cacica mine.
Questo immenso complesso minerario fu scoperto nel 1780 e portò tantissimo lavoro per la gente del luogo e da fuori regione. Nel corso degli anni la miniera si ingrandì talmente tanto che all'interno vennero realizzati una chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona dei minatori, una sala divertimento, una sala mensa, un lago ed un grande campo da calcio.
La vecchia miniera, che ha da tempo cessato la produzione, è stata trasformata in un'attrattiva turistica.
Seconda tappa di oggi è la visita al bellissimo monastero di Veronet, risalente al 1488 e anch'esso patrimonio dell'UNESCO. Gli alementi che contraddistinguono questo sito sono gli affreschi, con il caratteristico colore azzurro: l'affresco principale raffigura il Giudizio Universale (facciata ovest dell'edificio), motivo per cui il monastero viene spesso chiamato "la cappella sistina d'oriente". L'insieme è di una bellezza sorprendente, non c'è un angolo di parete, sia dentro che fuori, che non sia affrescata da scene religiose con quel colore azzurro tanto studiato e ritenuto ineguagliabile da molti.

Oggi lasciamo Sucevita e per qualche giorno la Romania per entrare in Moldavia. La strada è sempre piacevole e ci godiamo il panorama, una volta in dogana ed entrati in questo lembo di paese che fa da confine con l'Ucraina constatiamo che qua è un altro mondo. Le strade sono malconce, la vita è rurale e il contesto si presenta un po' datato. Tutto costa ancora meno che in Romania e le persone sono molto gentili e ospitali, il territorio a parte qualche collina è pianeggiante e ricco di coltivazioni.
Arriviamo nel primissimo pomeriggio nella cittadina di Soroca dove troviamo una sistemazione centrale e confortevole.
Questa cittadina è famosa per il suo bellissimo castello posizionato in luogo strategico in difesa della città, curato e ristrutturato in modo veramente serio rispettando l'architettura del sito. Spettacolare è la vista sulla città e sul fiume Dnestr che separa la Moldavia dall'Ucraina. Il centro è movimentato da giovani che affollano alcuni locali, unico sfogo dove si passa del tempo a bere una birra e stuzzicare qualcosa come del cibo locale o un gelato. La sera ci uniamo anche noi in un bel locale dove facciamo una ottima cena con poca spesa ma tanta resa. Lasciamo questo luogo dirigendoci verso la Capitale, ma prima ci dirigiamo in un bellissimo posto dove visitiamo delle grotte addossate alle pareti a strapiombo sul fiume.
La strada è molto rovinata e l'asfalto non è proprio dei migliori ma il panorama e l'aria fresca ci fanno viaggiare in relax fino all'arrivo  del Tipova Monastery.

Lasciate le moto al parcheggio camminiamo per centinaia di metri lungo le scoscese pareti fino alle grotte dove  chiese scavate a mani nude e affrescati, ancora oggi dopo secoli d'incuria e abbandono si possano ammirare. Riprendiamo la strada per dirigerci a Chisinau, capitale Moldava. Siamo alloggiati in un hotel nel centro cittadino dove in pochi centinaia di metri si arriva alla Cattedrale della Natività sormontata da una grande cupola, a seguire la piazza dove si trova l'arco trionfale che celebra la vittoria nel XIX secolo della Russia sull'Impero Ottomano.
Il parco centrale, Parcul Ştefan cel Mare prende il nome da un principe moldavo che ha resistito al dominio ottomano. Girovaghiamo per due giorni senza meta in questa capitale.
La via principale è il Boulevard Stefan cel Mare, lungo la quale si trovano la maggior parte degli edifici amministrativi della Moldavia, il Teatro Nazionale M. Eminescu e il Teatro dell’ Opera e del Balletto, il giardino pubblico e tanti palazzi dell'era Sovietica.
Chisinau è una città che cerca di migliorarsi giorno dopo giorno, nascono locali nuovi, ristoranti, disco pub, birrerie dove i giovani cercano d'imitare i loro simili occidentali facendo vita notturna e divertendosi al meglio.


Con il dispiacere di lasciare questo Paese umile e molto economico, si riparte per rientrare in Romania, nella bella cittadina di Iasi.
Iași è una città universitaria della Romania orientale, accanto al confine con la Moldavia: nel suo centro sorge la maestosa cattedrale metropolitana di Santa Parascheva, una chiesa ortodossa del XIX secolo in stile rinascimentale italiano. Nelle vicinanze si trova la chiesa dei Tre Gerarchi, dagli esterni decorati con delicate sculture in pietra in stile moresco. Il Palazzo della Cultura, ampio edificio in stile neogotico, è circondato dai curatissimi giardini del Palas Park. La città, già ex capitale della Romania, è un posto piacevolissimo con molti monumenti e palazzi di altissimo pregio, e noi rimaniamo incantati per la pulizia e la compostezza degli stessi cittadini.

Altra tappa: ci dirigiamo verso la città di Brasov, dove con alcune escursioni visiteremo i castelli circostanti. Percorriamo la bellissima strada che ci porta verso le gole di Bicaz, dove sembra che tutti i rumeni, e non solo, abbiano deciso di trascorrere la loro giornata: un delirio di traffico, dove anche noi stessi in moto facciamo fatica, ma passate le gole la strada si libera e noi possiamo danzare sulle curve in scioltezza e arrivare nel tardo pomeriggio a destinazione.
Alloggiamo all'hotel Q Brasov, un p'o distante dal centro, ma con un taxi in pochi minuti siamo catapultati nel quadrilatero centrale.
Brașov si trova nella regione della Transilvania, circondata dai Carpazi, ed è nota per le sue mura e le roccaforti medievali sassoni, per l'altissima Chiesa Nera in stile gotico e per i vivaci caffè. La piazza Piaţa Sfatului, nel centro storico acciottolato, è circondata da colorati edifici in stile barocco e ospita la Casa  Sfatului, l'ex municipio trasformato in museo sulla storia locale. Città fantastica, dove passeggiare lungo le vie con moltissimi locali e ristoranti è un piacere.

Escursione per la visita al castello del conte Dracula, presso la cittadina di Bran: il maniero è diventato un monumento nazionale della Romania. La fortezza sorge sull'antico confine tra la Transilvania e la Valacchia, e turisticamente è molto presa d'assalto, non tanto per la posizione e la costruzione, ma solo, e soprattutto, per la leggenda che si è cucito addosso con il famoso film. Per fortuna siamo arrivati presto, ancor prima che la folla si ammassasse: il castello è spoglio, con pochi arredi, ma comunque tutto l'insieme merita la visita.
Lasciata Bran ci dirigiamo all'altro castello, quello di Peles, fiabesco e pieno di arredamenti dell'epoca, con visite guidate.
Il complesso è stato inaugurato nel 1883 dal Re Carlo I° di Romania: la costruzione esterna è fiabesca e l'interno è molto pittoresco. La sua struttura fu appositamente studiata per fornire l’edificio di servizi mai visti prima nei castelli europei: fu infatti il primo ad avere un impianto di riscaldamento centralizzato, un impianto di corrente elettrica e addirittura un aspirapolvere centrale, e a chi arriva da queste parte consiglio vivamente di visitarlo. Oggi con dispiacere ci lasciano Roby e Lina, perchè devono rientrare a casa per motivi di lavoro, noi proseguiremo il nostro viaggio verso Bucarest.

La capitale della Romania è una metropoli moderna e dinamica, con un fascino unico e tante cose da vedere tra palazzi, chiese, strade e monumenti: decidiamo di fare i turisti con il tourist bus che ci scorrazza per tutta la città.
Sicuramente il più ammirato è Il Palazzo del Parlamento di Bucarest - o Palatul Parlamentului, in lingua rumena: è senza dubbio il simbolo della città. Attualmente è sede del parlamento della Romania, un edificio immenso alto 84 metri con ben 1.100 tra saloni e stanze, che occupa una superficie di 365mila metri quadri. Il suo incredibile peso - oltre quattro miliardi di chilogrammi! - lo rende l’edificio più pesante al mondo, tanto che ogni anno sprofonda di sei millimetri nel terreno.

Siamo arrivati nel giorno in cui è in programma di percorrere la strada più famosa della Romania, la famigerata Transfagarasan, con destinazione finale la città di Sibiu.
Certamente è una strada che noi motociclisti non dovremmo perderci almeno una volta nella vita, sia per le curve che per il bellissimo panorama alpino: ma consiglio vivamente di non fare la pazzia di transitarvi per tutto il mese di agosto, in quanto l'intero popolo del turismo locale e straniero si riversa in questo luogo. Noi non ricordiamo tanto la strada o la bellezza del luogo, ma ricordiamo perfettamente lo stress per uscire indenni dal quel delirio di traffico immane.
Sibiu è una città della Transilvania, nel cuore della Romania, nota per l'architettura germanica nel centro storico, eredità dei colonizzatori sassoni del XII secolo, e si presenta in modo affascinante ai turisti, che lungo le vie centrali possono fare belle passeggiate ammirando piazze e palazzi storici.
Seconda escursione nella vicina città medievale di Sighisoara, distante circa  95 chilometri di bellissima strada, dove ci siamo divertiti essendo scarichi di bagagli.
Lasciamo questa città per percorrere la famosa Transalpina, seconda strada rumena, famosissima per la "curvosità" del tracciato e per i panorami mozzafiato: stranamente sembra che il luogo non interessi molto al turismo locale, ci siamo noi e alcuni motociclisti con un sorriso stampato in faccia che raggiunge le orecchie per la goduria che provocano il percorso e il panorama.

Lasciamo la Romania per entrare in Serbia con destinazione Belgrado.
Sbrigate le formalità doganali imbocchiamo una strada favolosa che costeggia il Danubio per più di centocinquanta chilometri con scorci panoramici fantastici. Arriviamo in città nel tardo pomeriggio recandoci direttamente in centro, dove abbiamo l'hotel precedentemente prenotato.
Capitale della Serbia, Belgrado è una delle città più affascinanti e longeve d’Europa.
Costruita tra il fiume Danubio e la confluenza della Sava, la città si mostra nella sua intera bellezza con cultura e palazzi che raccontano la sua storia, con particolare attenzione nei quartieri di Starigrad e Zemun presenti nella parte antica, dove si possono visitare il parco Topcider, la Torre del millennio, il mausoleo dedicato a Tito e l'imponente fortezza costruita nel punto in cui i due fiumi confluiscono.
Peccato: il viaggio volge al termine, oggi si ritorna verso casa facendo purtroppo solo autostrada per accorciare i tempi di percorrenza. Di buon mattino e dopo una ottima colazione si parte: percorriamo circa 650 chilometri, e a pochi centinaia di metri dal confine italiano sostiamo in un hotel ristorante per la notte.
L'indomani mattina dopo una abbondante colazione, si riparte per l'ultima tappa di circa 550 chilometri che ci porterà a Torino, nostro luogo di residenza. Arrivati in garage, la moto segna circa sei mila chilometri di pura goduria, con amici fantastici che ringrazio infinitamente.

Alla prossima,
Filippo Razza

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