Andalusia in moto

Andalusia in moto
Questo è il racconto del mio viaggio in Andalusia risalente alla prima metà di Agosto del 2008, durato 12 giorni
30 maggio 2011


Premetto che ho una Suzuki V- Strom 650 e mi piace molto viaggiare in moto, ovunque.
Uso la moto tutto l’anno, con qualsiasi tempo, anche per percorrere i 12 km circa che separano la mia abitazione a Cesena, dal luogo di lavoro a Forlì.
Non mi interessa la velocità, anche se ogni tanto mi concedo “un’accelerata”.
Mi piace la sensazione di libertà che mi dà la moto, poco o molto potente che sia.
In moto, come scrive Gionata Nencini, riesci ad immergerti nell’ambiente in cui sei.
In auto, diversamente, il viaggio sembra visto in televisione.

A Marzo del 2008 mi ero accordato con Gianni, che ha una Cagiva Grand Canyon 900 (motore Ducati) per andare in Spagna. Dopo 4 mesi di quasi assoluto silenzio su questo viaggio, in Agosto a tre giorni da quello che sarebbe stato il giorno della partenza, abbiamo deciso: partiamo.

L’itinerario è il seguente: Cesena-Livorno, imbarco sul traghetto Livorno-Barcellona e poi giù in Andalusia.
Partiamo da Cesena alle 17. Passaggio per la Campigna, Firenze e poi Livorno.
Fin quasi a Livorno la moto di Gianni non funziona bene, ha un problema ad un  sensore. Ogni tanto si sentono dei violenti scoppi dalla marmitta. A questo punto speriamo almeno di arrivare a Livorno, così ci possiamo imbarcare e, abbandonando a malincuore l’idea di andare in Andalusia, passare la vacanza a Barcellona. Presagendo un problema di questo tipo alla sua moto, Gianni ha portato con sè un sensore di riserva e lo monta al posto dell’altro. Sembra tutto risolto.
Compriamo il biglietto e, alle 23 circa, salpiamo.
Ci sono altri dieci motociclisti con noi.
Durante la notte è impossibile dormire nei locali interni della nave, l’aria condizionata è talmente alta che è più indicata a conservare dei quarti di bue macellati che degli esseri umani viventi! Quindi dormiamo sul ponte, fuori.
Per un lungo tratto di mare, tra Livorno e Barcellona, è possibile vedere i soffi e qualche dorso delle numerose balene presenti. Uno spettacolo!

Arriviamo a Barcellona dopo 24 ore circa di navigazione.
Cena in un locale caratteristico, con le moto sempre sott'occhio viste le raccomandazioni che ci hanno fatto riguardo ai furti a Barcellona, poi partenza per Cartagena alle 24 circa.
Dopo due ore circa di viaggio, troppo stanchi per proseguire, ci fermiamo a riposare sulle panchine di un giardinetto di un piccolo centro abitato. Dopo varie operazioni riesco a parcheggiare la moto in modo sufficientemente stabile sulla ghiaia. Do un’ occhiata in giro per verificare che non ci siano nei paraggi malintenzionati pronti a prendersi qualcosa di nostro. Mi siedo e vedo nella panchina, a una decina di metri di distanza, Gianni disteso, avvolto nel sacco a pelo e immerso nel più placido dei sonni. Bene, farò altrettanto.
Malgrado durante il giorno sia molto caldo, di notte è fresco e ventilato e, inoltre, la panchina non è molto comoda.
La necessità aguzza l’ingegno: indosso il casco che funge ottimamente da cuscino e berretto da notte e quella che doveva essere una breve sosta diventa una dormita fino alle 7 del mattino.
Colazione in un autogrill e poi partenza per Valencia.

Arriviamo in città alle 13 circa. La percorriamo in moto e poi ci fermiamo a pranzare in un locale in centro. Mangio in un fast-food spagnolo che serve dei panini con pane e farcitura locali, molto buoni. La città mi pare bella e vivibile come mi avevano descritto.
Nel pomeriggio partenza per Murcia. Arriviamo alla sera e decidiamo di pernottare in un albergo. L’albergo non è male, 25 euro a testa. (Pranzo in un locale stile “Lo chiamavano trinità” più moderno, vicino alla superstrada).

Al mattino partenza per Granada. Nella zona di Almeria usciamo dalla superstrada e percorriamo qualche chilometro in “campagna”. Viaggiamo completamente soli su una strada sterrata polverosissima e incontriamo una casa all’apparenza disabitata. Speriamo che non ci siano dei cani con cattive intenzioni perché con una strada in queste condizioni accelerare e cercare di evitarli sarebbe peggio che fermarsi e affrontarli (!?)…Arriviamo in cima ad una collinetta da cui si gode un panorama esattamente uguale a quello dei film western di Sergio Leone (infatti sono stati girati proprio qui ad Almeria). C’è un silenzio incredibile e nella sterminato spazio di fronte a noi, bruciato dal sole, vediamo numerose piccole trombe d’aria formarsi e dissolversi, uno spettacolo davvero suggestivo.

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Arriviamo a Granada. E’ una bella città universitaria piena di ragazzi. Alloggiamo in un b&b. Il proprietario, grande appassionato di arte, ci accoglie molto gentilmente. E’affascinato dall’Italia e da tutte le sue opere artistiche  (ci dice: “la manifestacion artistica italiana es incomparabile!”).
Mentre ascolto gli elogi in spagnolo sull’Italia, penso che purtroppo da noi vivano, insieme a tante persone volenterose e geniali, sia in campo artistico che tecnico e scientifico, altre invece, di cui faremmo volentieri a meno…
Alla sera ceniamo e facciamo un giro per il centro. Ci sono tante belle ragazze dai tipici caratteri mediterranei. Sono stanco e a mezzanotte torno al b&b.
Il giorno dopo visita alla famosa Alhambra di Granada, la reggia dei sultani. Molto bella sia all’esterno che all’interno. L’unica cosa particolare è che mi sarei aspettato di trovare nelle stanze del palazzo, mobili e arredamento in generale, che invece non ci sono. Molto bella comunque.

Partiamo nel primo pomeriggio per Malaga. Durante il tragitto attraversiamo dei tratti montuosi. Ad un certo punto, non lontani dalla città, attraversiamo un tratto in cui la temperatura dell’aria è altissima, sembra di essere investiti dal getto di un phon. Ci hanno sempre detto che l’Andalusia in questo periodo è molto calda ma così è troppo…Mentre guido, guardo spesso l’indicatore della temperatura del motore sperando che le tacche rimangano tre e non aumentino…Alla fine del viaggio, in effetti, quel momento risulterà l’unico in cui il caldo era veramente impossibile.
Non avendo molto tempo a disposizione decidiamo di passare per la periferia di Malaga senza entrarvi.
Proseguiamo per Gibilterra. Arriviamo nel tardo pomeriggio. E’ un posto non particolarmente attraente ma suggestivo per il suo valore simbolico. La collina è piena di generatori eolici per la maggior parte dismessi. Ammiriamo dalla sella delle moto, sull’altra sponda dello stretto di mare, l’inizio del mitico continente Africano…
Proseguiamo e alla sera siamo  a Tarifa, paradiso dei kite-surfisti. Dormiamo in un camping sulla spiaggia, ultimo lembo di terra prima dello sconfinato Oceano Atlantico. Tarifa è piena di ragazzi, molti italiani, e la notte è molto animata.

Il giorno dopo partenza per Siviglia.
Tutte le strade che percorriamo in Spagna, che siano a pagamento o meno, sono perfette sia come larghezza che come stato del manto.
Arriviamo in città e il navigatore ci fa percorrere inutilmente diverse volte il perimetro del centro storico nel tentativo di entrarvi. Alla fine scendiamo dalle moto e le spingiamo per diverse centinaia di metri verso un b&b indicato in un depliant nell’ufficio turistico. Vedendoci spingere due grosse moto in pieno centro due poliziotti incuriositi ci vengono a chiedere spiegazioni. Scherzano anche loro sulla validità del navigatore e ci indicano la strada da percorrere.
Cena e serata a Siviglia. In centro conosciamo un gruppo di ragazze di Reggio Emilia che, come tanti altri, stanno attraversando l’Andalusia in corriera.

Il giorno dopo partenza per Cordoba e pernottamento
. Cordoba è l’ultima delle “tre perle” dell’Andalusia che visitiamo. Molto bella anche Cordoba.
Dopo Cordoba inizia il viaggio di ritorno verso Barcellona. Arriviamo alla sera a  Sagunto e qui pernottiamo in un albergo.
Il giorno dopo arriviamo a Barcellona.
Il traghetto per Livorno ci sarà il giorno dopo e  quindi decidiamo di imbarcarci alla sera stessa per Civitavecchia.
In questo viaggio non abbiamo prenotato nè viaggi e nè pernottamenti e non abbiamo mai avuto problemi.

La zona dell’imbarco delle moto sul traghetto sembra un lazzaretto. Diversi motociclisti infatti hanno dovuto modificare completamente il programma di viaggio a causa di problemi tecnici ai propri mezzi. Nella metà dei casi in realtà i problemi sono derivati  da errori del motociclista. Due non hanno rabboccato a dovere l’olio motore e un altro,  dopo un incidente con un’auto, ha preferito proseguire non ripararando la moto, col risultato che il piccolo difetto è diventato grande e lo ha costretto a interrompere il viaggio.
Passiamo col traghetto tra la Corsica e la Sardegna. In questo viaggio di ritorno non abbiamo visto neppure una balena (mi pare di ricordare infatti che vivano soprattutto più a nord).

Arriviamo a Civitavecchia nel pomeriggio. Dobbiamo trovare un benzinaio perché la moto di Gianni è a secco. La zona attorno al porto è molto desolata. Chiediamo ad un gruppo di ragazzi dove trovare un benzinaio. La soluzione è entrare in autostrada ci dicono, oppure percorrere una strada di campagna lungo la quale dovrebbe essercene uno aperto. Decidiamo per la strada di campagna lungo la quale sarebbe troppo bello non incontrare un cane. 

Infatti ci si para davanti un grosso meticcio tipo rottweiler ben convinto a difendere il suo territorio da chiunque si dovesse presentare. Il cane mi rincorre abbaiando e puntando con decisione la mia caviglia, stringo forte il manubrio, accelero, passo, sobbalzando, una brutta buca del terreno e riesco finalmente a lasciarmelo alle spalle. E’ andata.
Il benzinaio dopo il rifornimento ci dice che l’unica strada per tornare è quella che abbiamo gia percorso.
Ripartiamo per Cesena ma, alle 20 circa, un diluvio di proporzioni bibliche unito al buio e alle brutte condizioni della superstrada E-45 Roma-Ravenna ci costringe a fermarci in un hotel a Umbertide, a 130 km dall’arrivo. 40 euro a testa per una sosta che è necessario fare, troppo pericoloso proseguire in queste condizioni.

Il giorno dopo, colazione in albergo e arrivo a Cesena in mattinata.
Riepilogando abbiamo percorso circa 3500 km in dodici giorni. Ad una media di 350 km al giorno (togliendo i due viaggi in traghetto).

Per me il viaggio in moto è sempre una festa e, a maggior ragione,  se si visitano bei posti come l’Andalusia, con la sua gente veramente molto cordiale e aperta.

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