Elefantentreffen 2009

Elefantentreffen 2009
Da Chieti all’Elefantentreffen con lo scooter! 4 giorni e 3.000 km per raggiungere il raduno più famoso al mondo
24 maggio 2011


Il mio Elefante 2009!
Sono molti anni ormai che arrivati a Natale, mi dico: quest’anno vado all’ elefantentreffen! Praticamente da quando ho la moto (da circa 12 anni) sento parlare nei vari forum di questo raduno “mitico” che si fa d’ inverno l’ultimo week end di Gennaio in un paesello sperduto nella foresta bavarese a 60 km circa da Passau e 200 km ad est di Monaco.
Questo alone di mistero ed avventura che circonda questo raduno mi ha sempre affascinato molto. Mi affascinava il fatto che pochi hanno il coraggio e l’incoscienza di partire in pieno inverno e arrischiarsi sulla strada ghiacciata per andare a un raduno. Ma diciamocelo, il pericolo ci affascina, il fatto di essere diversi dalla media ci carica, chi più chi meno ovviamente…Ad esempio, ho degli amici che amano andare in moto ma che non verrebbero mai a morirsi di freddo all’Elefante, altri che prendono la moto solo la domenica per il giretto e che non capiscono queste cose…altri che pur andando ai raduni e vivendo la moto in un certo modo, pensano che l’Elefantentreffen non sia poi così importante…Secondo me sono tutte opinioni condivisibili, e devo dire che mentre guidavo ogni tanto ci ho pensato anche io.
La mia prima moto è stata una Guzzi v35, da allora ne sono passate tante, fino ad oggi che possiedo un Airone, un T5 vigili urbani e un v7sport. Negli anni, ogni volta che pensavo di andare all’Elefante ho sempre avuto paura di trovare ghiaccio per terra, e cadere irreparabilmente con la moto. Le Moto Guzzi sono in effetti dei bei bestioni, 200 kg e passa, che oltretutto, quando sono cariche di bagagli, una volta in terra si fa parecchia fatica a rialzarle, e se c’ è la strada ghiacciata ancora peggio. Di norma poi ad ogni caduta, si rompe o la leva del freno anteriore e del cambio, o quella del treno posteriore e la frizione a seconda del lato da cui si cade, questo se va bene, se va male si rovinano anche le teste, e allora sono pure bei quattrini. Insomma, io ho sempre pensato che andare all’Elefante con una moto elefantiaca non fosse proprio prudente. Per vicissitudini personali piuttosto imprevedibili, mi è stato regalato uno scooter 150cc , l’Epicureo, vecchio modello della Suzuki, classe 2000, che come dimensioni è praticamente uno scooterino, però ci si può andare in autostrada data la cilindrata. L’ ho provato facendo il percorso Roma-Chieti (circa 200 km), e devo dire che ero un po’ perplesso: di velocità massima tirandolo al limite e abbassandosi per facilitare l’aerodinamica fa 105 di conta chilometri, mentre a regime, più o meno, si riesce a stare sui 90 km all’ora, l’autonomia con un pieno è di 150km circa. Un po’ poco, direi appena sufficiente.
Ho comunque deciso che poteva andare bene. Così, visto che la moto c’era, le previsioni davano sole su tutta l’Europa centrale almeno per 3 giorni, mi sono detto: questo è l’anno giusto e mi sono iniziato a preparare, soprattutto psicologicamente!
In pochi giorni mi sono sistemato con l’abbigliamento e ho comprato: 1 torcia elettrica per vestirmi e svestirmi in tenda, un materassino gonfiabile per dormire, una incerata, una tuta da ginnastica di quelle calde e un pantalone salopette imbottito e impermeabile da pescatore. Il mio bagaglio era quindi così composto: tenda da campeggio, sacco a pelo normale, trapunta singola di piume d’oca, materassino.
Addosso avevo: maglia di lana, camicia flanellata, pile, maglione di lana, giacca goretex, incerata, tuta, jeans, pantalone da pescatore, stivali grossi di pelle, guanti invernali.
L’omino michelin in persona!

Carico la moto (ops lo scooterone…che brutto termine, per me da ora in poi quella è la mia moto) la sera prima, con gli elastici fisso la borsa. Sono molto eccitato ma ancora dubbioso.
La notte dormo veramente male, sono molto agitato, confesso che ho pensato più volte di stare facendo una cavolata e di restarmene a casa, ma alle 3 sono già mezzo sveglio e fremente…arriva il suono della sveglia alle 3.30, scatta la vestizione meticolosa, e partenza.
Alle 4 e qualcosa sono già in viaggio, è freddo ma non tanto, la strada è sgombra, la mia velocità si attesta inizialmente sugli 80 all’ora. Piano piano, passo Ascoli Piceno, sono già fuori dall’Abruzzo, poi ancora oltre…e mi fermo a un distributore…sono passate già quasi 2 ore e non ho fatto neanche 150 km, devo rifare il pieno, e sono infreddolito, però lo scooter va bene, e tutto sommato ancora non è spuntato il sole, quindi coi tempi sto bene.
In poche ore sono a Bologna, il pezzo di autostrada che circonda Bologna mi stressa un po’, è pieno di camion che mi superano  e non mi piace molto. Passo Modena, e prima di Mantova mi imbatto in un banco di nebbia bello tosto, la visiera mi si appanna, gli occhiali pure, e sono costretto a viaggiare per una decina di km col vento sulla faccia. Arrivo a Verona. L’autostrada del Brennero non è un granché…però penso: caspita, sto già qua, che fissa! Sulla strada non ci sono tanti motociclisti, ne avrò visti 5-6 in marcia, ai distributori ce ne stanno sempre almeno un paio a fare benzina o a scaldarsi con un caffé. Tutti sono più o meno imbacuccati, i più furbi si sono comprati dei copri guanti da fissare alla moto che parano dal vento. (a ritorno mi chiederò come fanno a sfilare la mano da quei cosi, pulirsi la visiera col guanto dalla neve e rinfilare dentro la mano…) a volte facciamo 2 chiacchiere, altre volte solo un cenno di saluto, sappiamo tutti dove  siamo diretti, andiamo tutti all’Elefanten, con alcuni ci confrontiamo gli itinerari, chi ha la moto più veloce pensa di arrivare in serata io penso di arrivare il giorno dopo nel pomeriggio.
Qualcuno mi dice:...ma ci vai con quel coso?…e io dico rassegnato..ehhh! E’ logico pensare, tra noi motociclisti, che gli scooteristi sono diversi, fighetti e comodoni, o anche semplicmente che non si possono definite veri  motociclisti duri e puri, anche io lo pensavo, però a stare tutte quelle ore su quello scooterino in effetti capisci che non è la forma del mezzo che fa il motociclista ma la forma mentis….che è un’altra cosa. Arrivo verso le 14 nei pressi del passo del Brennero, bel tempo, a tratti nuvoloso, ma neanche tanto freddo, solo che dopo tutte queste ore in moto mi fa un pò male il coccige e ho i piedi infreddoliti, in marcia, dopo ogni mezzora dalla sosta, inizio a contorcermi tentando di stirare qualche muscolo e sgranchirmi un po'. Questa moto, rispetto al mio v7sport oscilla molto, e si sentono molto le imperfezioni della strada, le giunture dell’asfalto, penso che oltre i 100 all’ora si scomporrebbe molto, in effetti è progettato per quelle velocità e non oltre. Mi azzardo a fare anche qualche sorpasso ai camion che vanno a 90 all’ora, stranamente diligenti, e raggiungo la folle velocità di 100 km all’ora…ormai sono lanciato! Il motore canta…quasi al limite. Inizio a sentirmi più tranquillo, ho prenotato un posto letto nell’ostello della gioventù di Innsbruck, e quindi non manca poi molto. Una volta entrato in Austria, l’ autostrada è  in salita, il mio scooterino non ce la fa e non supera i 60 all’ ora! Alle 16.45 sono davanti all’ ostello di Innsbruck! Wow, per oggi è finita, però nel girare per la città in cerca dell’ostello ho perso un guanto … ne ho un altro paio di scorta, ma questi sono meno buoni!

Il giorno dopo, con gran sorpresa, e in barba alle previsioni mi sveglio con la neve! Cavolo, la neve! Va beh, io non sono uno che si perde d’animo, mi vesto di tutto punto e fatta colazione alle 7.30 sono davanti alla moto. Faccio per accendere, e al giro di chiave, premuto lo starter, la moto è muta! (dentro di me un unico pensiero:…altro che “moto”, 'sto cavolo di scooter!!)
Il quadro e le luci si illuminano ma  quando premo il pulsante il nulla! NOOOO! Penso: ecco la mia solita fortuna o si è rotto qualche relè, o s’è sfottuta la batteria! Tranquilli, ho una batteria di riserva sotto la sella! Ero già pronto con gli attrezzi a smontare tutto che ho l’illuminazione, sti cavolo di scooterini  hanno l‘interruttore sul cavalletto laterale, che quando sta abbassato non lo fanno accendere!...ehehehhe…lo scooterino parte subito!!! (Bella la mia motina :P).
E via, sotto la neve in viaggio verso Monaco. In poche ore arrivo a Monaco e c’è anche il sole, il brutto tempo me lo sono lasciato alle spalle!
Da monaco a Deggendorf la strada è buona, ma attenzione perché  c’è un unico distributore di benzina che però non è proprio sulla strada…e sono riuscito a mancarlo, con la mia piccola riserva sono un po’ preoccupato,  ma neanche più di tanto perché ho una bottiglietta da mezzo litro piena di benzina,  sotto la sella, come scorta della scorta. Comunque riesco a farcela, e arrivo alla fine del tratto Monaco- Deggendorf. Questo tratto di strada, nonostante il tempo clemente era freddissimo e ho sofferto molto, soprattutto le mani e i piedi, anche considerando che avevo un guanto praticamente estivo e pure con un buco. Finalmente esco dall’autostrada e non mi pare vero, sono 2 giorni che sono in viaggio. Non è neanche tardi, saranno le 14.00 appena, e finalmente vedo un adesivo con un elefante sopra, come mi avevano detto! Seguo la freccia e inizio ad andare per paesini. Poi le frecce con gli elefanti spariscono per chilometri, almeno una 15ina,e mi tocca andare a naso...anche se alla fine basta andare sempre dritti,  i paeselli sono formati da poche case  e non c’è gente in giro, solo mi rincuorano ogni tanto i sidecar che mi vengono incontro, e mi fanno capire che sono molto vicino. Incontro una vecchierella, e le urlo da sotto il casco:…biker!, meeting! E lei mi risponde tutta sorridente, yà! elenfanten!, Solla!, e mi indica di andare oltre…probabilmente 5000 motociclisti ogni anno  si fanno sentire.

Sono arrivato!!!
L’ emozione è indescrivibile, ci sono centinaia di motociclisti, che dico…di pazzi furiosi, qui c’è tutto il mondo, c’è anche qualche alieno! Una sfilza di mezzi più disparati mi si dipana davanti, sidecar nuovi e vecchi, motorini, slitte da neve, scooter, moto d’epoca, chi ha montato degli sci sulla forcella, chi dietro al posteriore, c’è pure un’ape car! Ma la cosa più stupefacente è la gente! Ci sono personaggi che non mi sarei mai sognato neanche potessero esistere, i vestiti di pelli pelose si sprecano, colbacchi russi, cappotti militari, un signore è vestito da pagliaccio con una gabbia con un uccellino per cappello, un altro sta seduto davanti al fuoco e ha un ombrellone per ripararsi dal nevischio che arriva a tratti; altri più in là fanno i testa-coda coi sidecar sul ghiaccio, altri più giù fanno a gara a risalire una salita di fanghiglia…E’ un circo, uno spettacolo surreale. Tanto più che il posto dove ci si accampa è la brutta copia dell’ inferno dantesco, una fossa fatta  a forma di cuneo, dove intorno, a cerchi concentrici, sono piantate le varie tende, con centinaia di fuochi accesi e fumosi a mo' di gironi, e i fuochi e l’aria che sa di fuliggine, di benzina e carne bruciata fatto da contorno. Scendere nel profondo della fossa è come farsi un viaggio in un’altra dimensione.
Ai lati della strada ghiacciata si incontrano vari personaggi, a tratti grotteschi, a tratti mostruosi (senza offesa), c’è gente vestita da elefante, c’è “Lupo” , con la lupo-bike, che sembra il cacciatore di lupi del film lady hawk, altri bikers con i gilè che portano le toppe di decine di raduni, c’è gente che ha tutta una fila di spillette con le annate di tutti gli Elefantentreffen che ha fatto…una ventina!
Incontro il cugino IT, e mentre scendo giù verso lucifero mi sfilano davanti 2  motociclisti seminudi, vestiti con una specie di tutina alla Borat, e siamo sottozero! Sidecar impazziti che risalendo per la strada semighiacciata si girano su se stessi, moto da cross con le catene da neve sulle ruote (dove le avranno rimediate poi?) ogni tanto passa anche un qualche sidecar con dietro una slitta che porta casse di birra o altri alcolici su cui regolarmente stanno appollaiati 2 o 3 altri motociclisti. Il sottofondo musicale è sempre lo stesso, una moto che sgasa fino al limite in modo da detonare, c’è pure uno che riesce a far uscire delle fiamme dalla marmitta! Riesco in un quarto d’ora ad arrivare giù, dove finalmente mi posso rifocillare, panino con non so che dentro, un qualcosa di carnoso e wurstelloso per stomaci di ferro, vin brulè da mezzo litro, caffè corretto, altro mezzo litro, e compro l’ elefantino di pezza simbolo del raduno e del martirio! Trofeo da mettere in bella mostra sulla moto, che farà da faro sulla strada del ritorno!
L’ ascesa dalla fossa è altrettanto pittoresca, tra il via vai dei sidecar che si impantanano e degli acrobatici crossisti nudi che cercano di domare le loro moto che si intraversano sul ghiaccio, e gente che sta recuperando il carico di legna caduto dalla moto. Risalgo sulla cima, dove avevo montato la mia tenda. Vicino a me c’è un gruppetto di bergamaschi, facciamo subito amicizia, e mi invitano a unirmi a loro, non ci conoscevamo, ma abbiamo legato subito, siamo parte di un unico disegno qui dentro, grappa e vino di quelli buoni e il fuocherello tanto utile ma fumoso! Anche il fuoco è rustico! La serata passa in fretta, poco fuori dalla fossa c’è un capannone di legno dove si serve la zuppa goulash e la birra, mangiamo lì e poi i ragazzi bergamaschi tirano fuori un bel pezzo di formaggio, mezzo salame e un po’ di pane e davanti al fuoco continuiamo a chiacchierare e a mangiare. Faccio un po’ di foto in fretta e furia perché a queste temperature le batterie si scaricano subito, se normalmente faccio 100 foto, oggi sono riuscito a farne a malapena una 30ina. Qualcuno lancia qualche razzo, qualche botto e fuoco d’ artificio, è una bella atmosfera! Di notte le tende spariscono e nella fossa si vedono solo i fuochi. Mi ritiro nella mia tenda, è freddo, ma davanti al fuoco non me ne ero reso tanto conto, mi svesto un po’  della roba che ho addosso, ma non del tutto, perchè in tenda si gela. Anche il materassino gonfiabile è ghiacciato, e quindi metto una coperta sul materassino, il sacco a pelo e la trapunta sopra di me, non sembra tanto male. Riesco a dormire più o meno 5 ore, pensavo peggio  veramente, e quando mi sveglio la bottiglietta d’ acqua che avevo nella tenda è un blocco di ghiaccio,  ho i piedi ghiacciati e tremo. Metto la testa fuori la tenda e sento un silenzio strano, albeggia, qualcuno già sta partendo, altri hanno la testa fuori la tenda come me! Fa freddo, parecchio! Penso che devo tornare a casa e non ho voglia di farmi tutta quella strada al freddo, penso che resterei a svernare qui piuttosto…ma fa troppo freddo e quindi abbandono l'idea di rimanere ibernato qui e mi rivesto!
Penso pure un’altra cosa, parte dell’avventura e del bello è proprio dormire in tenda. Ho letto sui forum di gente che viene, vede, e poi  va a dormire all’hotel al caldo..mi chiedo che senso abbia! Il raduno va vissuto, non va solo visto, non mi sono fatto 1100  km e me ne sto per fare altrettanti solo per vedere, voglio partecipare pure io, e sì, lo dico a voce alta, VOGLIO MORIRE DI FREDDO IN TENDA, almeno per una notte…e risvegliarmi intirizzito e guardare i miei vicini che fanno lo stesso….e riderne e essere appagato da questo!

In un modo o nell’altro mi rivesto, gli stivali sono ghiacciati, il materassino fa fatica ad arrotolarsi perché la gomma col freddo si è irrigidita, piego la tenda alla bene e meglio, saluto i bergamaschi che sono più efficienti di me mi hanno preceduto, rimonto la roba sulla moto, lego l’Elefanten di pezza sulla “prua” della moto e riparto, sono le 8.00!
La strada non è ghiacciata, ma non si sa mai, procedo lentamente a 50-60 km all’ora, mi devo ancora svegliare bene e la moto si deve scaldare. Per esperienza, so che uno tende ad essere meno prudente rientrando da un viaggio, forse perché se tutto è andato bene all’andata, allora uno si rilassa e a ritorno sta più tranquillo… ed invece abbassando la guardia succedono i casini. (Mi sono dimenticato di dire che la sera prima c’è stata una fiaccolata in onore dei caduti in moto tentando di arrivare all’Elefantentreffen  nel corso degli anni, ed è una cosa che fa riflettere: si può essere tanto incoscienti da rischiare la vita per andare ad un raduno di motociclisti?) Con questi pensieri mi avviavo verso l’autostrada. Pensavo ai 1100 km che mi attendevano da fare in giornata, sigh, il viaggio di 2 giorni, da farsi in uno solo, e domani si torna pure a lavoro!
Già preventivavo di rientrare in nottata. Devo dire che fino a Monaco è andato tutto bene, anzi a un distributore ho anche rincontrato i bergamaschi del raduno, quindi tutto bene. Sulla strada tutti mi sorpassavano, anche i camion, purtroppo 90 km all’ora di media non è un granché…e questo soprattutto con la strada pulita , sgombra, di una domenica mattina. Pensavo anche tra me e me.. con così poca neve, c’è anche il sole, questo Elefanten non è stato poi così duro…
Invece la sorpresa era in agguato! Se fino a Innsbruck il tempo è stato clemente, all’orizzonte verso il Brennero dei nuvoloni ci attendevano. Vedo i cartelli “neve fino a rovereto nord”! Cavolo che palla!!! Sul Brennero folate di vento mi sballottano pericolosamente, infatti il bagaglio e io stesso con l’incerata facciamo da vela, ed è veramente pericoloso!
Inizia a nevicare di brutto e passato il Brennero ci ritroviamo in tanti (i reduci) al distributore di benzina. Vedo gente in Vespa, mi rincuoro un po’, dopo tutto non sono l’unico in scooter e tutti parlano delle raffiche di vento…della neve…uno dice: ha nevicato a bologna, hanno anche interrotto la partita….scende il gelo! Neve fino a Bologna…caspita, come cavolo faccio a guidare per  400 km sotto la neve? Boh, mi metto in marcia, non vedo quasi niente, mi tolgo gli occhiali, visiera aperta a metà…e procedo abbastanza lentamente, più che altro perché la neve mi si accumula sulla visiera o mi sbatte sugli occhi e non posso accelerare oltre i 70, ma vedo che qualche motociclista va più forte, almeno a 100 all’ora e mi supera in scioltezza, mi chiedo come ca£o faranno, e mi superano tutte le macchine, qualche camion e qualcuno mi suona pure…insomma, temevo che prima o poi qualcuno non frenasse e mi prendesse in pieno. Intanto procedo, e scende la sera, sono le 17.00 e non sono neanche arrivato a Verona! Le luci delle macchine dell’ autostrada, il mio faro e la neve creano un effetto ipnotico e pericoloso, sono tutto fradicio, sto ghiacciando  e allora decido che è impossibile continuare e mi fermo a Verona! Per fortuna trovo un albergo accogliente ed economico per passare la nottata. Giro anche un pò per Verona, e sono anche contento di essermi fermato, di avere avuto il coraggio di dire, per oggi ne ho abbastanza, arriverò a casa domani, e perderò un altro giorno di lavoro. Il lunedì mattina nevica ancora, ma almeno c’è luce e vedo la strada, la notte prima non ce l’avrei mai fatta a fare tutti quei chilometri in quelle condizioni, più che altro per la visibilità pari a zero. C’è neve ai bordi della strada e sui campi, fino a Bologna e un po’ anche oltre, ma la strada è solo bagnata. È freddo, a tratti piove, a tratti nevica, però piano piano casa si avvicina. I pensieri mi si accumulano nella testa, il ricordo di quel fumo negli occhi dei falò accesi, il sapore del vin brulè, il dolore al culo, il freddo, i ragazzi di bergamo, il cugino IT, Lupo e tutti gli altri personaggi.... penso pure che oggi è lunedì, e non sono neanche andato a lavoro, ho il cellulare scarico e non posso neanche avvertire i colleghi...va bè gli dirò che ho avuto un imprevisto! Passo Ancona, passo Ascoli…Pescara nord….Chieti!!!
Evviva dopo 4 giorni di moto, pioggia, neve, vento, freddo sono a casa! L’ Elefanten sulla moto troneggia, sono troppo contento,  le mani sono intirizzite, il viso è paonazzo per il freddo, sono tutto zozzo, però sento di aver fatto qualcosa di veramente appagante; penso: è stata dura, è stata una pazzia, è stata un’avventura e non voglio più rifarlo, però è stato troppo bello…”
Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser…”.
Già mi manca quell’ atmosfera, mannaggia, ho già  voglia di tornarci, magari con una moto che arriva almeno a 120 all’ ora! Bella esperienza veramente.!

PS. Per chi volesse cimentarsi negli anni nell’impresa,  mi sento di aggiungere 2 parole. Arrivare fino a lì non è uno scherzo.
Se fosse d’estate, col bel tempo e il clima mite, sarebbe una bella passeggiata, ma in inverno, anche avendo il tempo a favore è dura, è freddo e non si possono tenere delle medie di percorrenza altissime, quindi prevedete molte ore di viaggio.
Se poi piove o nevica è ancora più dura, se avessi incontrato il tempo brutto all’andata, sarebbe stato un casino, già solo perché avrei avuto i vestiti bagnati o umidi, e dormire in tenda in quelle condizioni sarebbe stato un sacrificio veramente grosso. Se non avete esperienza di guida, o non siete sicuri di sapervi adattare e resistere a guidare al freddo per molte ore, non andate. Arrivati sul posto, il raduno ripaga ampiamente gli sforzi fatti e c’è una grande soddisfazione nel raccontarlo agli amici e magari anche la voglia di tornarci. Non è un raduno banale come se ne fanno tanti in Italia con il giretto sui colli e il pranzo in trattoria, per esempio, io una volta, (sul serio) , sono stato a un raduno di harleysti, tutti fighi e vestiti di pelle con le borchie i tatuaggi e lo sguardo cattivo, abbiamo fatto un giro di 1 km (uno), fino a un bar, abbiamo preso un aperitivo e siamo tornati al posto del raduno a vedere uno spettacolo musicale…che tristezza! L’ Elefantentreffen non è una cosa per tutti, o almeno cercate di essere molto motivati! Io sono convinto che sul ghiaccio in moto non si possa andare, anche avendoci le catene, o con espedienti tipo le fascette da elettricista, catenelle arrotolate attorno alla ruota, corde o altro, sono secondo me palliativi che vanno  bene giusto per pochi km, magari per risalire dalla tana di lucifero fino in superficie e alzare un po’ di fanghiglia per fare scena, ma per percorrere centinaia di km col ghiaccio scordatevelo!
Come mi hanno detto i ragazzi di Bergamo, riguardo all’Elefantentreffen si dice: “mentre ci vai ti chiedi perché lo stai facendo, quando sei arrivato ti domandi che cosa ci sei venuto a fare, ma una volta tornato a casa,  non vedi l’ ora di rifarlo!”

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