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Coast To Coast: Diario di bordo - Giorno 1
Lisboa - Cabo da Roca - Fisterra - La Coruña
800 chilometri, 14 ore (troppe!), 1 estremo quello ovest del continente europeo, 1 frontiera, 1 ruota a terra senza motivo, 1/2 malore ad uno dei partecipanti, 1 panino penoso in autostrada, 100 chilometri di curve verso Capo Finisterre, un sacco di cielo, un bel po' di Oceano, tantissimo blu, qualche piccola ansia, tantissimi pensieri, di quelli buoni, di quelli che scorrono all'unisono con l'asfalto e ti fanno sentire che stai andando... che non sei fermo.
Hasta mañana, buenas noches!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 2
La Coruña - Biarritz
680 chilometri, 10 ore (ancora troppe... ma il gruppo sta migliorando, lentamente!), sveglia, 1 panino con la nutella, 1 sveglia di un partecipante che non suona, 1 ora di ritardo alla partenza, tanta autostrada, 10 gradi, penso alle cittine continuamente, 1 Mars alla "gasolinera", pioggia, pioggerella, diluvio, 1 piatto di "pasta" in autostrada (a pensarci bene il panino di ieri non era male), 6 sardine cantabriche (a pensarci bene il panino di ieri, e la pasta di oggi facevano c...), 1 pieno, altro pieno, altro altro pieno, 1 caffè nespresso (buono, finalmente!), 1 barretta kinder (bisogno di affetto?), 1 frontiera, 1 dei partecipanti che si perde, il faro, la grand plage, sapore di casa.
Viaggiare in moto sotto la pioggia ha molti aspetti negativi, ma anche uno positivo: ormai con le attrezzature di oggi (abbigliamento, tuta anti pioggia, casco, manopole riscaldate, abs, controllo di trazione, gomme performanti) guidare una moto in condizioni meteo critiche è quasi una esperienza extra corporea.
I tuoi occhi vedono, ed inviano al cervello le informazioni di una situazione che in teoria ti sarebbe ostile ma tu sei comodamente seduto al calduccio e talmente rilassato alla guida che "inganni il tempo" scommettendo con te stesso quale delle gocce aggrappate alla visiera sarà la prima ad essere vinta dalla forza del vento apparente creato dalla velocità, e a lasciarsi andare nel turbine di acqua che si alza alle spalle della moto che fugge, i chilometri corrono via, e la strada sembra un tapis roulant che scorre sotto le ruote creando solo il moto apparente, guardo dalla visiera ma è come stessi affacciato ad un oblò, sono io lì, ma non sono in me, mi vedo da fuori, vedo uno come me, che mi somiglia molto, anzi mi è identico, e guida la mia moto... quanta libertà!
Bonne nuit, a demain!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 3
Biarritz - Nizza
840 chilometri, 10 ore (sempre meglio, sempre troppe), sveglia, 1 toast col bacon vista oceano, 8 gradi, 1 bacio volante sull'uscio ad Annabelle ed i suoi bambini (Gli Amori soffrono le distanze, gli affetti no), autostrada, specchietto = 5, autostrada, specchietto = 5, autostrada (che palle), specchietto = 5, ari-autostrada (ari-che palle), specchietto = 5, pioggia, 4,5 gradi, 1caffè, 1cioccolata ritter, 3,5€ (mortacci sua!), uscita 28, statale, 40km di curve, specchietto = 5, 1panino da McDonald (ormai le 6 acciughe cantabriche sono nell'olimpo), ari-ari-autostrada, ari-ari-che palle, specchietto = 3, che stra-palle, 2 partecipanti persi, 1 caffè, pioggia, finalmente il Mediterraneo, un tocco di azzurro in un fine giornata plumbeo, la promenade des anglais (brutti ricordi), 1 piatto di tagliolini al tartufo (manca l'acciuga, ma vanno benone), finalmente il letto.
Sempre più viaggiando mi rendo conto che verso l'Italia soffro di una sindrome che qui battezzo "sindrome della cometa".
Come una cometa con il proprio pianeta, ogni volta che me ne allontano ne vengo poi attratto dal campo magnetico degli affetti e delle abitudini, che mi costringono a traiettorie paraboliche di ritorno periodico, ma è quasi un volersi assicurare che sia ancora tutto lì, piuttosto che un vero bisogno di contatto, così mi basta risentire l'atmosfera di casa per rilanciare immediatamente una accelerazione centrifuga che mi porta a guardare lontano, altrove.
Bonne nuit, a demain!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 4
Nizza - Sospello - Col di Tenda - Sirmione
510 chilometri, 9 ore (...ma molto bene! Non è ironico!), 1 toast col bacon e formaggio, 1 litigata con il consierge dell'albergo per il pagamento (un furto) del parcheggio delle moto, pioggia, 1 col de Braus, molte curve, 1 col di Tenda, ancora molte curve (finalmente), 21 minuti di attesa al tunnel, l'Italia, 1 piatto di pasta come si deve al ragù (le 6 sardine tremano!), curve e pioggia, pioggia e curve (che gomme!), la prima polenta per un Messicano, autostrada, pioggia, che bella autostrada (cuneo-torino), che brutta autostrada (torino - piacenza), 1 pieno tirato fino al limite, 1 casello completamente bloccato per colpa nostra e di un altro gruppo di motociclisti tedeschi (biglietti della autostrada fradici ed illeggibili), 1 bagno all'aperto in una piscina termale sotto la pioggia, 1 splendida cena di pesce nella bella Sirmione, 1 bellissimo confronto tra culture, tante le speranze del Messico, tanti i rammarichi della Italia.
Un motore è come un organismo vivente, che ha in se tutti gli organi ed i liquidi per funzionare al meglio.
E come la voce tradisce lo stato d'animo di un uomo, così fa il rumore per un motore a scoppio: borbotta, strilla, sbuffa, e poi ha un suo momento di karma quando la vibrazione è nulla, la "nota" è perfetta, il rotolamento efficace, lo sforzo minimo e la resa massima.
È un momento inconfondibile, che all'inizio cerchi abbassando lo sguardo in corrispondenza di una determinata posizione della lancetta dei giri, poi col passare delle ore e dei giorni in sella, impari a riconoscerlo ad orecchio, è perfettamente distinguibile e non puoi sbagliarti... come quando indovini la espressione del viso di una persona cara dal solo tono della voce, per via della familiarità che si è creata.
È un equilibrio perfetto, fatto per andare lontano, che ti aliena completamente dalla fisicità del mezzo: è il momento in cui senti che domani potresti essere dove vuoi e qualunque cosa vorresti essere.
Buonanotte, a domani!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 5
Sirmione - Rijeka - Zadar
592 chilometri, 9 ore (quante foto però!), 1 croissant (cattivo!), 1 panino al salame ed Asiago (buono!), 250 chilometri di autostrada (gli ultimi... finalmente), 1 mininutella all'autogrill (ho bisogno del metadone affettivo!) 250 chilometri di curve vere (finalmente e basta), 2 frontiere, 1 brutto incidente sulla strada, 3 fiumi fuori dagli argini, niente pioggia però, tanto (tutto) asfalto bagnato, 1pizza volante (croata ma non male... le sardine ripigliano quota!), tanto mare, poco cielo, troppe nuvole, davvero tanto mare, tante montagne, tante isole, tanto asfalto, tante pieghe (ari-che gomme!), 1 cena di pesce buona (ma cara!), l'organo che suona con il vento, le onde che illuminano la piazza.
Che strumento potente e strabiliante è la nostra mente.
Riflettevo oggi su questo, al 4 giorno di guida consecutiva dei 5 del nostro viaggio, sotto la pioggia e con temperature non proprio amichevoli, o comunque con asfalto bagnato.
Condizioni con le quali sinceramente, potendo scegliere, ho sempre preferito non usare la moto, non quella da "strada" almeno, e che solo 4 giorni fa, al secondo di questo viaggio sotto il diluvio tra la Coruña e Biarritz, mi destavano una preoccupazione quasi "angosciosa", non solo per la maggiore esposizione al pericolo, ma perché secondo me in quel momento limitanti nel poter godere di questa esperienza.
Poi ha piovuto anche il terzo giorno, poi il quarto, ed oggi, ma di pari passo con lo svolgersi del viaggio mi è importato sempre meno, fino a fare caso oggi, di non farci neppure caso, oggi.
Abbiamo dentro di noi un giroscopio emotivo bellissimo ed efficiente, in grado di ricalcolarci un equilibrio possibile in qualsiasi situazione, anche la più avversa, perché se ne possa anche in casi disperati godere la parte di buono che c'è: dovremmo solo avere il coraggio di accettare che anche nel "male" una parte di buono ci sarà sempre, che il "male" assoluto, come il nero nella tavola dei colori, non esiste.
La pioggia in un viaggio in moto non è certo un caso disperato, per carità, ma mi ha comunque sorpreso come il mio Io abbia lavorato in silenzio in questi giorni per distruggere pezzo pezzo le paure e le angosce legate al meteo, e mi sia trovato oggi sorprendentemente indifferente alle condizioni comunque avverse.
"Ricorda Matteo, quando ti potrà sembrare troppo dura: non siamo nati per eccellere, ma per resistere" questa frase di Paolo Benini, il mental coach che mi ha aiutato a preparare la mia Dakar, nel giorno del suo compleanno la rispolvero volentieri per ringraziarlo ancora una volta di avermi aiutato a compiere una sfida importante della mia vita finora, che ha fatto si anche, che oggi questo viaggio stia accadendo.
Laku Noc, vidimo se sutra!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 6
Zadar - Dubrovnik - Sutomore
506 chilometri, 12 ore (un bel po' di Turismo), 1 splendida colazione servita in camera, 1 mattinata di sole (finalmente), tante curve, tanto mare, tanto blu, 1 pomeriggio di pioggia (ari-daglie!), 1 pizza nella splendida Dubrovnik, 1 matrimonio Croato (bellissimo), 1 matrimonio giapponese (tristissimo), 1 secondo sullo scalino della fortuna alla cattedrale, 1 buon gelato, 3 frontiere, 1 ferry preso al volo, 1 orata per cena (che fame!).
Dove sta l'equilibrio tra l'andare ed il restare, tra il cambiamento e la sicurezza, tra lo sfidarsi sempre e l'accontentarsi.
Amo viaggiare ed il Viaggio per me rappresenta la "rivoluzione": o meglio dirsi, la più alta forma di modestia che un essere umano possa concedere a se stesso ed al prossimo.
Si parte senza sapere a cosa si va incontro, e questo rappresenta un compromesso totale.
Ogni minimo passo mosso fuori dalla comfort zone, restituirà un io diverso da quello che ero.
Siamo abituati ad una immagine di noi stessi autoreferenziale, che ci spinge all'autocompiacimento di quelli che riescono, in quello che però sanno già di saper fare.
Il fascino del Viaggio sta per me nella crudezza del rapporto con il mondo sconosciuto: un rapporto non artefatto dalla storia personale o dagli affetti.
Già.... gli affetti, senza i quali cosa saremmo?
Ecco, senza gli affetti saremmo come una biglia lanciata nel vuoto, alla deriva nello spazio, che una volta che ha preso una direzione potrà cambiarla solo con una collisione fortuita.
I nostri affetti sono invece le sponde di un bellissimo tavolo da biliardo, in grado di cambiare direzione alla biglia in modo più soffice, con un po' di effetto ammortizzante, restituendole una traiettoria più consona all'interno di un territorio "finito" dove però le traiettorie disegnabili sono esse infinite.
Laku Noc Sutra!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 7
Sutomore - Tirana - Lago Ohrid - Salonicco
590 chilometri, 11 ore, 3 frontiere, 1 giorno senza pioggia (il primo), un po' di mare, tante montagne, 4 pesci di lago alla griglia (buonissimi), un po' di curve, tanto casino (Albania!), 1 bambina bellissima che vende fiori lungo la strada in mezzo al nulla e che assomiglia così tanto alla mia Cloe che sono costretto a tornare indietro per comprarle i fiori, e poi regalarglieli, tanti asini, il 4o mare, una cena spettacolare di pesce, tante risate.
Oggi guidando ripensavo alla visita fatta ieri a Dubrovnik, dove abbiamo assistito ad un matrimonio di due giovani croati: Il corteo di famiglie ed amici già riunito prima della celebrazione, che si reca tutto unito e festante verso la chiesa per la celebrazione. Mi è venuto così spontaneo pensare alle nostre abitudini Italiane che “impediscono” il contatto tra i futuri sposi almeno nelle ultime 24h prima della cerimonia. Ho ripensato al senso di tragicità che spesso accompagna l’uscita di casa del giovane o la giovane, che sembrano in qualche modo essere rapiti loro malgrado agli affetti familiari…
Eppure quel corteo era bellissimo: il futuro sposo e la futura sposa per mano a guidarlo, danzando per strada circondati dagli amici e sospinti dal corteo delle persone care verso quella che promette essere una vita migliore… liberandosi dalle convenzioni, e dalla inutile solennità che ci sforziamo di dare alla vita, la felicità è a portata di mano!
καληνύχτα!
Coast to Coast: diario di bordo - Giorno 8
Salonicco - Istanbul - Fine prima tappa
5.288 chilometri, 8 giorni, 11 paesi, 13 frontiere, 15 lingue, 2 fusorari, 5 mari, 1 continente, 6 motociclette, 5 clienti, 1 guida, 6 amici, tante curve, molti pieni, tanti caselli, credo qualche bella foto ricordo (autovelox!), tanta pioggia (ahimè), tanto cielo, tantissimo mare, tantissime cucine diverse, tantissimi profumi, tantissimi odori, tantissime storie, tantissimo mondo e tantissimi pensieri... e... nessuna caduta, nessun incidente, nessun problema alle moto, nessun problema alla frontiera con i documenti personali e delle moto, nessun problema logistico (Grazie Grazie Grazie Francesca), nessun sbaglio di strada, nessuna incomprensione, nessun malumore, 5 clienti soddisfatti ed entusiasti ed io di più.
Non nascondo che ieri l'arrivo ad Istanbul sia stato emozionante.
Nel traffico intenso di una città di quasi 15milioni di abitanti che rientra da un lungo week end festivo ho guidato gli ultimi kilometri a velocità davvero moderata tenendo continuamente sott'occhio il trenino delle 5 moto nello specchietto.
È pur vero che per la proprietà commutativa il primo kilometro uscendo dall'albergo a Lisbona 8 giorni fa ha partecipato e reso possibile questo obiettivo esattamente come l'ultimo arrivando qui, eppure è questo ultimo che compie il risultato e da senso agli altri 5.287.
Perché come dicono dalle nostre parti "vicino non conta", e compromettersi con un risultato significa per me centrarlo.
È stato un viaggio fin qui bellissimo, ed emozionante, anche se rappresenta solo la fine della prima tappa di 3 in totale che ci porteranno a Vladivostok.
Il mondo è un posto eccezionale e chi lo abita è meglio di quanto vogliono farci credere.
Per il momento il nostro Coast to Coast EuroAsiatico si ferma qui, a breve vi racconteremo la seconda tappa Istanbul - Novosbirsk.
D'altro canto per me che amo viaggiare, ed amo l'avventura, un arrivo non potrà mai avere il fascino di una partenza, o un porto il sapore del mare.
Matteo Casuccio