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6.100 km attraverso Italia, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Turchia, Georgia.
"La Siria dista dall’Italia 5 giornate piene di moto, mentre gli abitanti di Kilis, dove mi trovo, sono a 1 km dalla linea di frontiera e 60 km da Aleppo. Volevo vedere questa realtà, capirla e dare la mia testimonianza umana dei fatti senza filtri, ma qui sul versante turco, anche se il fragore delle esplosioni si riesce a sentire, la vita prevale sulla paura e continua normalmente. E pensare che quando ero in città più lontane mi dicevano che il posto era pericolosissimo e disseminato di terroristi.
Questa seconda settimana è partita con dei problemi alla moto, un fusibile bruciato da cambiare, una vite spanata sul pignone, la falsa maglia della catena allentata e così il mio arrivo a Istanbul è stato a notte fonda, attorno alle 2:00. Ad aspettarmi c’è Berk, couchsurfer che assieme alla madre mi ospita per la notte. La sua disponibilità e ospitalità nonostante l’ora sono rigeneranti. Riparto verso la Cappadocia ma prima devo assolutamente trovare un treno di gomme nuove, che monterò quando quelle che sto usando saranno da buttare. Berk fa un giro di telefonate e trova un negozio di enduro presso il quale acquisto, per 149 euro, un treno di gomme miste, per i km sterrati del Caucaso.
Le statali turche sono nuove, dritte, a 3 corsie e rischiano di essere una noia mortale, ma i km in questi paesi che ho già toccato nel 2005 sono per me in realtà una scala sulla quale arrampicarmi prima di saltare dentro terre nuove. Così macino km dopo km e concentro il tempo utile per visitare ed avventurarmi nei luogi più suggestivi.
Adoro la moto perché mi permette non solo di arrivare in un luogo liberamente, ma soprattutto perché mi consente di entrarci dentro, fino alla sua essenza. E voi sapete di cosa parlo…
Il viaggio riprende verso il confine con la Siria e subito dopo mi riporta verso nordest, direzione Georgia. Penso di trovare un’altra grande fetta di statali e clima oltre i 35°C, ma il suolo montuoso mi regala sorprese ogni giorni, prima con stradine che si svolgono fin sopra ai 2.500 metri e poi con un cambio di clima repentino, che riporta le temperature sotto i 10°C, con conseguente pioggia, grandine e nebbia.
Arrivo a Tbilisi sotto la pioggia, prendo la stanza più economica di un ostello e vado a cercare il consolato dell Azerbaijan per fare il visto turistico. In Italia, fra oneri di agenzia e viaggi a Roma, avevo preventiva 400 euro, qui costa 35, ma ci vorranno 10 giorni. Davanti al consolato un piccolo uffici turistico mi offre di farmelo avere in 4 ore al prezzo di 150 euro o poco più. Faccio due conti e accetto e la sera stessa torno nella mia stanza con il visto nel passaporto e la certezza che in Kazakistan e Kirghizistan potrò entrare senza visto.
Farò il tagliando alla moto da Baku settimana prossima, in attesa di prendere il ferry per Aktau.
Fino ad allora, buona visione e a presto. Se gradite, apprezzate e vi entusiasmate, condividete come non ci fosse un domani. Grazie”
Gionata Nencini