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Ecco alcuni consigli di base per chi si affaccia a questa meravigliosa interpretazione del mototurismo.
Sebbene il nostro intento sia quello di non snaturare l’anima del viaggio, è fondamentale, prima di preparare “armi e bagagli”, accertarsi che la nostra meta e l’itinerario previsto per raggiungerla siano accessibili e il loro raggiungimento non comporti un rischio eccessivo.
Per questo, nel caso in cui volessimo spingerci verso mete avventurose, è bene verificare la condizione geopolitica degli Stati attraverso i quali desideriamo transitare visitando il sito Viaggiare Sicuri curato direttamente dall’Unita di Crisi della Farnesina o telefonando al consolato interessato.
Trovarsi sulla linea di confine tra due stati in conflitto o con delle tensioni interne, può metterci in pericolo e di fatto decretare una brusca fine al nostro viaggio.
Sempre sul sito Viaggiare Sicuri è disponibile la lista di tutta la documentazione necessaria per sé e per il veicolo da esibire in dogana (ove richiesto) evitando così spiacevoli contrattempi, multe o attenzioni particolari da parte di doganieri non troppo accomodanti.
Non meno importante è dare un’ occhiata su Wikipedia ad esempio, alle caratteristiche climatiche del territorio in base alla stagione in cui lo visiteremo ed agli usi e costumi della popolazione che ci accoglierà e da buoni ospiti, onorarli e rispettarli.
“Non esiste buono o cattivo tempo ma solo buono o cattivo equipaggiamento”.
Chi come il sottoscritto ha trascorso la propria giovinezza negli Scout, avrà certamente riconosciuto le parole del fondatore, Sir Robert Baden Powell, e si ricorderà come la scelta improvvisata delle dotazioni individuali possa fare la differenza.
Ma finché si tratta di un campo estivo per giovani esploratori poco male, se invece improntiamo un adventour degno di questo nome, la specificità dei materiali diventa determinante.
Superata la scelta dell’ abbigliamento tecnico che, oltre a proteggerci in caso di caduta deve garantirci un certo comfort durate le numerose ore di guida ed essere adatto a stagione ed itinerario, vediamo come si compone il kit di sopravvivenza cominciando dal “reparto notte”.
Una buona tenda può andar bene per quasi tutti i terreni e le stagioni e con degli accorgimenti si potrà godere anche di un discreto riposo oltre che del riparo. Per non danneggiare il catino, la parte interna della tenda che poggia sul suolo, possiamo acquistare per pochi euro un telo “occhiellato” da camion da posizionare prima del montaggio della tenda, conferendo così un ulteriore isolamento dall’ umidità ed uno strato protettivo da eventuali sassi taglienti.
Sarebbe meglio optare per una tenda almeno biposto anche se viaggiamo in solitaria, per permetterci di custodire all’interno anche tutti i bagagli, l’abbigliamento ed il casco.
Qualche picchetto in più ed una mazzetta in gomma per i terreni più difficili.
Sacco a pelo e stuoino o materassino autogonfiabile vanno scelti secondo le proprie necessità, in base al tipo di viaggio e allo spazio che abbiamo a disposizione sulla moto, perché le varie tipologie di articoli hanno costi ed ingombri molto diversi tra loro.
Nei casi in cui non sia possibile montare la tenda e si ha bisogno giusto di qualche ora di riposo, una amaca tattica tipo militare e un copri sacco a pelo impermeabile saranno un buon giaciglio per il nostro addiaccio.
Come luce notturna possiamo usare una torcia frontale a led che occupa pochissimo spazio, risparmia le batterie e tornerà comoda in tante altre occasioni durante il viaggio.
La “zona cucina” è composta dal fornelletto a gas - ormai hanno raggiunto dimensioni e peso davvero minimal - da una gavetta multiuso, una padellina antiaderente ed un kit di posate.
Non dimentichiamo di conservare sulla moto una scorta d’acqua per la cottura dei cibi.
Durante un adventouring la moto sarà sottoposta a uno stress particolare dovuto al peso dei bagagli, alle tante ore di funzionamento e alle strade che potrebbero essere danneggiate o inesistenti.
Un tagliando completo, un controllo agli organi di trasmissione, all’usura delle pastiglie dei freni, agli pneumatici ed ai paraoli della forcella sono d’obbligo ma in caso di malfunzionamento, nei limiti del possibile, dobbiamo essere pronti per intervenire.
Oltre al kit di pronto soccorso, obbligatorio in molti Paesi insieme al giubbino ad alta visibilità, è opportuno creare una trousse degli attrezzi dedicata alle chiavi specifiche per viteria e bulloneria della nostra moto così da non portare strumenti non necessari oltre a fusibili e cavo frizione di scorta, nastro telato, fascette, fil di ferro, pinze...
Kit di vulcanizzazione, camere d’aria di scorta e bomboletta fast per riparare le forature e una vescica di plastica per un rabbocco di benzina d’emergenza nel caso in cui non fossimo provvisti di tanichetta, completano il corredo basico per intervenire sulla moto.
Per la sistemazione dei bagagli possiamo scegliere il trittico di valigie rigide oppure, per i tour in fuoristrada, le laterali morbide ed una sacca stagna centrale per ottenere un buon risparmio di peso e scongiurare danni da caduta nei viaggi in off-road.
Un buon metodo per non sbilanciare troppo l’assetto della moto è quello di affidare alle valigie laterali il trasporto di abbigliamento, effetti personali, scorte di cibo ed equipaggiamento leggero, destinando alla piastra rack centrale o alla sella del passeggero, il trasporto della tenda, degli attrezzi e dei materiali più pesanti.
Ragni e cavi elastici con ganci sempre al seguito.
Non bisogna certo essere degli atleti o avere delle particolari capacità sportive per intraprendere un viaggio avventuroso in moto ma curare la forma fisica ci farà godere appieno il tour e soprattutto rallenterà la stanchezza garantendoci una maggiore concentrazione alla guida.
Possiamo cominciare le sessioni di allenamento con un buon riscaldamento ad esempio saltando la corda e con una corsetta o qualche chilometro in bici per curare la parte aerobica per proseguire poi con il potenziamento muscolare con dei piegamenti sulle braccia, parallele e trazioni alla sbarra frontali ed a presa inversa.
La posizione di guida della moto sollecita particolarmente il busto quindi possiamo migliorare il sostegno con dei piegamenti addominali (crunch e crunch inverso) e irrobustire spalle e collo con movimenti di circonduzione.
Terminiamo con qualche minuto di stretching utile anche alla fine di una lunga giornata di viaggio.
Sono tutti esercizi a corpo libero per i quali non è richiesta l’iscrizione in palestra ma dai quali si trarrà beneficio durante il nostro adventour,
Se avete altri consigli da aggiungere alla lista, scriveteli nei commenti.
Buona strada!
Giuseppe Trovato