Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Temperature comprese tra in 18° e i 24° C e il sole con il cielo sereno invogliano a rimettersi in viaggio, sono le giornate giuste per riprendere la moto e inaugurare la stagione con un giro nelle nostre favolose Langhe.
La prima meta è Pollenzo, nota già agli antichi romani e oggi sede di una nota Università delle Scienze Gastronomiche. Come dire: i migliori chef del mondo nascono a Pollenzo, che è anche bella da visitare, specialmente nella sua zona antica, con la sua chiesa nella fantastica piazza, le rovine romane e l’adiacente sede dell’Università.
Da Pollenzo la strada inizia ad inerpicarsi verso le colline, quelle famose Langhe riconosciute come patrimonio dell’Unesco, circondate dalle vigne che generano i vini più prestigiosi del mondo.
I germogli ancora “aspri” lasciano in vista le geometrie delle coltivazioni. Ovunque si guardi, sembrano quasi delle pennellate che vanno a formare quadri infiniti, proprio quelle pennellate che sono un po’ il “motivo” del giro di oggi.
Andiamo a vederli insieme.
Raggiungo La Morra, invasa dai turisti del ponte, e scendo giù verso Barolo, in località Ceretto, fino a raggiungere la Cappella del Barolo dipinta dagli artisti David Tremlett e Sol Lewitt. Ecco il primo esempio di edificio recuperato dagli artisti stranieri che in questa zona hanno trovato il modo per esprimersi.
Giusto il tempo di fare un paio di foto evitando i turisti che si accalcano, che risalgo in sella diretto verso la prossima meta.
Roddino è molto meno conosciuto, il piccolo centro abitato ha recentemente inaugurato una casa dipinta sui tre lati da Lilian Gillick e Hito Steyerl e vuole rappresentare una vista dall’alto del territorio, con quelle geometrie di cui si parlava prima. L’opera è talmente recente e poco conosciuta che non c’è nessuno. In passato ospitava le scuole, oggi si trova uno studio medico, una biblioteca e una bottega dei servizi.
Il percorso tra Roddino e la prossima meta, Neviglie, si snoda tra le strade più apprezzate dai motociclisti provenienti da molti paesi, tra curve e panorami che tutti insieme non si possono descrivere, ovunque si posi lo sguardo ci sarebbe una foto o un video da fare e da portare con se tra i ricordi della giornata.
Da un lato la catena della Alpi, dall’altro le colline delle Langhe, in una visione infinita.
Anche Neviglie è semideserta. Ho la fortuna di incontrare due donne che portano a spasso i loro cani per chiedere informazioni a riguardo della scultura che è stata da poco inaugurata.
Poche, ma esatte indicazioni, e mi trovo alla presenza della terza opera artistica. Non più pittura ma la scultura di Jean-Marie Appriou, il cui titolo sa molto di “motociclistico”: The Traveler.
Purtroppo di motociclistico ha solo il nome, in quanto la scultura, una fusione in alluminio naturale, rappresenta una nave con un’unica grande vela e la polena che richiama una testa di animale, posta su un pianoro, con relativo panorama di fronte, e sembra essere in procinto di partire per “navigare” sul simbolico mare delle colline circostanti.
Non potevo completare la giornata senza aver visto la quarta opera sita nei dintorni.
Questa volta dall’Albese mi sposto nei confini Astigiani, nel comune di Coazzolo.
Oltre ad essere la sede di una delle Panchine Giganti, ormai diffuse un po’ in tutto il Monferrato e Langhe, è anche la sede della famosa chiesetta dedicata alla B.M.V. Del Carmine risalente al 1689.
Anche qui gli artisti hanno lasciato il loro segno, in particolare quel David Tremlett, che abbiamo già visto essere stato uno degli artefici del recupero della Cappella del Barolo.
Ritorniamo alla pittura, i colori che ha scelto in questa occasione sono quelli che si trovano in natura, in particolare in autunno, stagione durante la quale la chiesetta quasi si mimetizza con la natura circostante.
Per ognuna delle opere viste avrei dovuto, sicuramente, dedicare più tempo. Una giornata intera, invece di un pomeriggio, sarebbe stata molto più indicata. Sicuramente è un consiglio che mi sento di dare a chi vorrà ripercorrere lo stesso itinerario, magari arrivando da luoghi diversi dal capoluogo piemontese e fermandosi a pranzare in una delle numerose trattorie che si trovano sulla strada che offrono menu in “tema”, oppure semplicemente consumare un panino con di fronte la vista delle colline o delle montagne.
A voi la scelta.
Il rientro avviene seguendo rigorosamente le strade più belle e tortuose della zona, Neive, Castagnito, Guarene d’Alba, per scendere poi a Piobesi d’Alba da dove una strada diretta mi riporta a casa, con un vento laterale, che nel frattempo si è levato, il quale, se non è simile a quello della Patagonia, disturba comunque la guida sulle due ruote.
Sono stati “solo” 192 chilometri, ma molto intensi, degni di una delle prime uscite in moto della stagione, e tutto quanto ammirato in questa splendida giornata non fa altro che farmi ripetere nella mente la solita frase, che molti motociclisti aspettavano con ansia: Bentornata Primavera!
Roberto Ricatto