I viaggi dei lettori: Marrakech "poco" express

I viaggi dei lettori: Marrakech "poco" express
La sveglia è di buon’ora. Questa volta la destinazione è il Marocco. L’itinerario che abbiamo pensato prevede una lunga tirata fino ad Algeciras, da lì il traghetto per Ceuta, l’enclave Spagnola in Africa, poi il classico tour delle città imperiali, costeggiando prima l’oceano, poi il deserto. Il ritorno ancora attraverso Spagna e Francia
28 agosto 2023

Pavia Narbonne Km. 700
Il percorso prevalentemente autostradale, fino a Narbonne ma di buon interesse paesaggistico specialmente per l’attraversamento della Camargue. A Narbonne, per nulla stanchi visitiamo la vicina Fontefroide, una abbazia Circestense che è stata modello per i monasteri del sud dalla Francia e per le vicine abbazie Catalane.

Narbonne Alicante Km 750
Percorso interamente autostradale prevalentemente in vista del Mediterraneo. Arriviamo ad Alicante piuttosto stanchi ma abbiamo il tempo e la voglia di incontrare Sergio Ramon del gruppo spagnolo di maxitraileros.com. Sergio, che nel frattempo ha sostituito la sua CN con una Varadero verrà in Italia con altri del gruppo, ed il 15 settembre, avrò il piacere di incontrarli.

Alicante Antequera km 450
Dopo Alicante finisce l’autostrada. L’Andalusia, una terra che sa già un po’ d’Africa, poi Antequera, uno dei Paesi bianchi appollaiati su speroni rocciosi. Abbiamo la sensazione che il viaggio incominci da qui.

Antequera Chefchaouen km 300
Ancora Andalusia, poi la costa del golf, in un susseguirsi di lussuosi alberghi e di golf club fino a Gibilterra. Poi, finalmente, l’Africa.
Attraversiamo il Rif fino a Chefchaouen, meta di tutti gli “alternativi” d’Europa. A Chefchaouen si può trovare più “fumo” di quanto si possa immaginare. Graziosa la medina, facile da girare da soli, con le case dipinte di bianco e azzurro.

Chefchaouen Meknes km 200
Ancora attraverso i monti del Rif, poi la piana del Saafrane che annuncia le steppe predesertiche con i rari wadi che interrompono la grande pianura. Poi Meknes, la più giovane delle città imperiali. Isolata dalla città nuova, la medina, nella quale ti puoi perdere tra i mille vicoli che ospitano botteghe e mestieri dei quali hai perso la memoria, per poi ritrovarti nella grande piazza “Lalla Auda”.

Meknes El Jadida km 350
Rabat, Casablanca, l’Oceano. Le grandi onde nebulizzano l’acqua fino a dieci metri di altezza, è uno spettacolo memorabile.

El Jadida Essaouira km 300
Costeggiamo per un lungo tratto l’oceano. Le coste sono alte e rocciose, le grandi onde che si frangono rumorosamente su scogli di roccia rossa. Siamo rapiti dallo spettacolo messo in atto dalla natura. Dall’altro lato della strada, la vegetazione, già rara, lascia spazio alla steppa tipica della fascia predesertica. Arriviamo a Essaouira, l’antica Mogador portoghese, la città del vento. Di antico ha conservato gli splendidi bastioni, di moderno ha gli amanti del wind-surf che affollano la lunga spiaggia.

El Jadida Marrakech km 200
La grande pianura predesertica ci accompagna fino alla mitica Marrakech, la città rossa che fonde l’elemento arabo con la cultura dei berberi provenienti dal deserto. Poi la Jemaa el Fnaa, la grande piazza che vive 24 ore su 24. Ti perdi nella medina, o lungo i 20 chilometri delle sue mura ma alla fine tutto ti riporta alla Jemaa el Fnaa ed alla varia umanità che la popola: maghi, cantastorie, saltimbanchi musicisti, incantatori di serpenti, bancarelle di cibi e venditori di arance, tutti con qualcosa da offrirti, tutti alla ricerca di qualche dihram, per passare la giornata, per arrivare a domani.

Marrakech Ouarzazate km 200
Attraverso il Tizin’ Ticka, a 2260 metri, superiamo la catena dell’Atlante. La poca vegetazione, ricomparsa nelle vallate ad altezze intermedie, lascia spazio ad aride montagne.
A Ouarzazate si incrociano le oasi fluviali formate dal Dades e dal Draa. Nella stretta fascia il verde di un rigoglioso palmeto, fuori, il giallo e l’ocra del deserto.
Incontriamo quattro motociclisti: uno con l’immancabile GS, uno con un TA uno con la CN splendidamente equipaggiata con delle tassellate e udite, udite una MOTO.

Ouarzazate Tinherhir km 150
Un solo palmeto lungo 150 chilometri, la via delle casbha, gli spettacolari villaggi fortificati costruiti con fango e paglia, le case addossate le une alle altre che lasciano spazio a rari cortili per le attività della comunità: tribù o famiglia e per i più ricchi, un riad, la casa individuale.
Ci inoltriamo per una ventina di chilometri nelle profonde gole formate dal fiume Togdra, poi un improvviso temporale ci inzuppa ben bene, e ci fa tornare in albergo.

Tinherhir Erfoud km 200
Finito il palmeto è solo deserto, inquietante, misterioso, magnifico. Da tanto, troppo tempo non lo incontravamo e quasi ci eravamo scordati della sua irresistibile forza di attrazione.
Lingue di sabbia portate dal vento occupano la già malmessa strada. La CN mette a dura prova la fiducia in noi stessi, con abbondanti scodate.
Proviamo a cercare la pista per Merzouga e le grandi dune ma c’è troppa sabbia sulle piste e troppe tacce che si perdono nell’hammada. Non sfidiamo la fortuna e affittiamo un rassicurante 4x4 che ci porta a vedere il tramonto sull’erg, con le dune di sabbia rossa che si vedono già da grande distanza.

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Erfoud Midelt km 250
Risaliamo i monti del medio atlante in un paesaggio da Far West con grandi mesas che emergono da una vasta pianura. Lungo la strada la “source bleu”, “il tunnel del legioner”, ci ricordano che questi erano i luoghi della legione. Attraverso il vasto altopiano che divide l’anti Atlante dal medio Atlante arriviamo nella polverosa Midelt.

Midelt Fes km 200
Affrontiamo l’alto atlante e il solitario Col du Zad a 1970 metri. Poi la foresta di cedri e più in basso, Ifrane. Pulita, con le case a tetti spioventi e i prati all’inglese, sembra una cittadina svizzera portata in Marocco per soddisfare i ricchi del paese.
In pochi chilometri si scende nella vasta pianura per arrivare a Fes, la più antica delle città imperiali.
Fes è divisa in tre parti che si possono chiaramente distinguere dall’alto delle due fortezze poste a difesa: la ville nouvelle, e la città vecchia, racchiusa nelle mura medioevali, suddivisa in Fes el Bali, dell’VII secolo e Fes el Jedid del XIII secolo.
Entrare nella medina di Fes è come essere sbattuti direttamente nel medio evo, colori, odori, rumori, tutto ci è estraneo. Negli stetti vicoli, persone e animali si accavallano, si rubano lo spazio, si scambiano gli odori. Poi, ti ritrovi, quasi per magia, nella calma di un lussuoso riad o di una sontuosa mederesa con il rilassante zampillio di una fontana, circondati dal legno di cedro, dagli stucchi, dalle maioliche eleganti. Questa è Fes, misera e sontuosa, frenetica e sonnolenta, mai banale.

Fes Chefchaouen km 200
Torniamo a Chefchaouen attraversando di nuovo prima la piana del Saafrane, poi il Rif con i venditori di fichi d’india che si alternano ai venditori di “cioccolata”. Rivediamo con piacere al piccola e animata medina. I negozi espongono però una anonima paccottiglia se confrontata con gli oggetti ammirati a Fes.

Chefchaouen Ronda km 300
Il Rif, ultimo rilievo d’Africa prima dello stretto, la caotica frontiera di Ceuta, il Traghetto per l’Europa, la percezione del viaggio che sta per finire. Poi, di nuovo l’Andalusia, ci riporta nel clima di vacanza. Affascinante la strada tortuosa che attraverso valli solitarie e paesi bianchi ci porta a Ronda. La città Araba e quella Andalusa divise dalla profonda gola da un lato la medina, con i vicoli che sembrano contorcersi su se stessi, dall’altro la città Andalusa, con le strade a formare un ordinato reticolo e a segnare il contrasto tra due modi di essere; l’ardito ponte, a congiungere le due.

Ronda Alicante km 550
Le immagini dell’Andalusia, le ultime fotografie di una terra sospesa tra Africa e Europa. Il paesaggio che cambia sotto le ruote della CN. Ad Alicante, il Mediterraneo, familiare e rassicurante, ci porta già l’aria di casa.

Alicante Bezieres km 800
Lungo e noioso trasferimento autostradale, abbiamo il tempo per ricordare quello che abbiamo visto e rimpiangere quello che potevamo vedere.

Bezieres Pavia km 700
L’aria di casa, il traffico della costa azzurra, una foto a Montecarlo, la Liguria, un piatto di spaghetti alle vongole. Apprezziamo il piacere delle cose consuete che ritroviamo dopo un viaggio.
Ci rimangono i ricordi dell’Oceano, potente e infinito il fascino del deserto misterioso e inquietante, le città imperiali con le loro miserie e le loro grandezze; ci rimane soprattutto la strada dove si svolge la vita quotidiana, dove si aspetta, ci si incontra, si discute, si vende. In Marocco tutto sembra svolgersi sulla strada sia essa di città o della medina, della montagna o del deserto. La strada, quindi più di ogni altra cosa, ci piace ricordare di questo viaggio.

Sergio e Eugenia

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