In viaggio con Camilla. Il giro dei sei Passi. 2° giorno

Una moto. Due giorni. E 587 km. Il giro dei sei passi svizzeri - San Gottardo, Furka, Grimsel, Sustenpass, Oberalppass, Lucomagno - è veramente una delle esperienze più belle che abbia mai fatto sulle due ruote
13 ottobre 2016

SECONDO GIORNO

La nostra domenica non potrebbe partire in modo migliore. Affrontare il Grimsel Pass credo sia uno dei "buongiorno" più entusiasmanti che possano esserci per un motociclista. Il cielo è blu intenso, nessuna nuvola appare all’orizzonte, ma il freddo, anche se siamo all’inizio di agosto, sa farsi sentire nelle ossa mentre alle 9 del mattino saliamo verso quota 2.000 metri. Le curve del Grimsel sono divertenti, piacevolmente lunghe, anche se conducono velocemente alla vetta del passo dove piccoli laghi artificiali rendono quell’atmosfera di montagna selvaggia un po’ più accogliente.

La discesa verso Innertkirchen è fantastica, e ce la godiamo in tutta tranquillità con il sole che inizia a scaldare, con le poche auto sulla strada - la maggior parte dei veicoli fa il passo al contrario in questa domenica di agosto - e con il meraviglioso hotel affacciato sul lago che appare come una fortezza inespugnabile nel cuore delle Alpi svizzere, inframmezzate da ripide gole. Intorno a noi tantissimo verde, poche e graziose casette, molti escursionisti che respirano l’aria fresca del cantone bernese e un solo grande paese dove si trovano alcuni alberghi e bar, Guttannen. Poi è di nuovo solo asfalto da mordere in un contesto naturale quasi idilliaco fino a Innertkirchen, dove si abbandona la Strada 6 per deviare sulla 11. Anche in questa vallata c’è una sola cittadina importante, Gadmen, mentre il resto è tutto rocce dolomitiche, prati verdi, pascoli di alta montagna e ghiacciai che resistono stoicamente al surriscaldamento del pianeta.

 

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Il passo del Susten - a differenza del Grimsel, che veniva utilizzato in epoca antica come transito commerciale tra Italia e Svizzera - è una delle vie svizzere asfaltate più recenti. Costruito tra il 1939 e il 1946, essenzialmente come meta turistica per i veicoli, rimane aperto solo durante il periodo estivo. Per il resto dell’anno è chiuso al traffico. La discesa verso Wassen, luogo di incontro tra la Strada 11 e la 2, permette a chi siede dietro al motociclista di apprezzare fino in fondo la bellezza del territorio svizzero senza pensare troppo a dover stare attaccati alle maniglie laterali. Il ritorno ad Andermatt, in una sorta di ottovolante circolare sulle due ruote, preannuncia la salita all’Oberalppass lungo la Strada 19. Per chi ama i tornanti a gomito o le curve strette, questo passo, quasi dritto in certi punti, potrebbe risultare semplice e forse anche un po’ noioso. Eppure la purezza del luogo e la presenza non eccessiva delle automobili rendono questo valico, attraversato come il Furka dal trenino Glacier Express, il posto giusto dove fermarsi a pranzare e prendere un po’ di sole lungo le rive del lago verde-blu.

Personalmente credevo che dopo l’Oberalppass non ci fosse molto altro da vedere o da gustarsi, stando in sella alla due ruote. Per il passo successivo, il meno frequentato di tutti, sono solo 40 chilometri che scorrono veloci in una parte di Svizzera molto meno battuta rispetto al Gottardo o al Grimsel. Il Lucomagno non sembra quasi un valico tanto lo si percorre con facilità: eppure, tra tutti i passi di questo tour svizzero, era uno di quelli più utilizzati nell’antichità, perché sin dal Medioevo veniva attraversato dai commercianti e dai viandanti religiosi che dalla pianura padana si dirigevano nella valle del Reno. Numerosi gli ospizi e le chiese lungo questa tratta, che cadde in disuso nel momento in cui il passo del Gottardo divenne la principale via di comunicazione tra Italia e Svizzera. L’antica cappella e l’antico ospizio oggi sono sommersi dalle acque del lago. A differenza del Susten, il Lucomagno rimane aperto tutto l’anno solo con alcune limitazioni d’orario nel periodo invernale.

 

 

Inaspettatamente, l’altra quarantina di chilometri che collega il passo del Lucomagno a Biasca, nel fondovalle del distretto di Blenio, è bellissima. Questa zona sembra una mezza via tra una località di montagna e una di mare. Sarà l’atmosfera rilassata, la gente che fa il bagno nel fiume, le grigliate, ma pare proprio di stare proprio nel luogo dove i ticinesi preferiscono trascorrere la domenica. I pensieri possono volare liberi mentre la BMW 1000 XR scatta veloce fino a Biasca per poi ricongiungersi con la Strada 2, dalla quale eravamo partiti il giorno precedente.

Il ritorno è un po’ triste, ma un’altra passeggiata al tramonto sul lungolago di Lugano concilia con l’idea di doversi avviare verso casa. Ed è un buon modo per ricordarsi il motivo per cui fare questo tour. Perché la Svizzera, nonostante sia cara, poco ospitale e pericolosissima dal punto di vista degli autovelox, ha il pregio di condividere con l’Italia quell’entusiasmante fascino delle Alpi che per un motociclista, amante delle curve ad alta quota, sono un richiamo difficile da rifiutare.

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