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di Daniele Infante
Dopo le prime due settimane di viaggio vi scrivo dalla bellissima Tiblisi, capitale della Georgia dove sono arrivato ieri. I km percorsi fino a oggi sono già quasi 6.000, dalla Grecia allo stretto dei Dardanelli, proseguendo per la costa del mare Egeo, fino a Pamukkale nell’interno, costeggiando prima il mar Mediterraneo ed il lungo e militarizzato muro di separazione con la Siria poi.
Attraversando la meravigliosa Mardin, il confine con l’Iran, il monte Ararat, dove si posò l’arca di Noé e molto altro ancora. In Turchia sono stato bene, i turchi sono ospitali ed amichevoli, e la loro terra è un vero incanto ovunque ci si diriga. Sono sempre stato invitato ad unirmi a loro, fosse solo per un the o per un pasto. Mi mancherà tutto questo!
Le moto come le intendiamo noi in Turchia non esistono, fatta eccezione per le forze dell’ordine e per città come Istanbul o Ankara. La moto per loro è un mezzo da lavoro, spesso a 3 ruote, 100-200 cc 4 tempi, pertanto il mio V-Strom carico di bagagli ha sempre destato interesse, in particolare dei bambini che uscivano di corse dalle loro case per correre incontro al mio passaggio.
Con la protesi tutto bene se non che una scivolata a piedi lungo i marmi lisci e scoscesi della città di Mardin ha fatto sì che io cadessi e cadendo si è rotto un componente. Ma per fortuna attraverso il dealer locale della marca della mia protesi sono riuscito a farmi recapitare il ricambio, come si faceva anni fa, per mezzo dell’autista di una corriera che ha preso in carico il pacco consegnandomelo in un punto prestabilito lungo il suo percorso.
Prossimo aggiornamento tra 15 giorni dall’Uzbekistan o dal Kirghizistan.
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