Nel Regno delle Due Sicilie

Nel Regno delle Due Sicilie
Ebbene si… anche per quest’anno le vacanze estive stanno volgendo al termine, è passato quasi un mese ma mi sembra di essere arrivato ieri. Ora ci aspetta il lungo viaggio di rientro e poi si ricomincia…
2 settembre 2011


Oltre alle tante cibarie e vettovaglie che mamma insistentemente e di nascosto mi infila nel cofano della macchina, mi porto dietro tanti bei ricordi, momenti emozionanti di un’estate vissuta tra mare e moto. Qualche giorno di assestamento dopo 1300 km percorsi sulle “magnifiche autostrade d’Italia” in auto, il tempo di fare il tagliando alla moto che mi aspettava in garage da Aprile e finalmente mi son sentito libero e in vacanza.
Io ho riempito con qualche maglietta e ricambi la mia ultra capiente borsa da serbatoio, mentre Clara lottava con il suo zainetto che stava per esplodere (il prossimo anno baluetto e borse laterali) per fortuna ha rinunciato alle 1500 paia di scarpe, scegliendone solo due dopo una lunga selezione.

La mattina successiva di buon ora in sella e si parte destinazione Sicilia, Parco Nazionale delle Madonie, i km da percorrere non sono tantissimi da Palmi (RC) a Castelbuono (PA), luogo scelto come punto di appoggio, circa 300 km. Fino a Villa S. G. statale ss 18 splendida da fare nelle prime ore delle soleggiate mattine d’estate, in alcuni tratti sembra di viaggiare sul mare. Circa 40 minuti tra attesa e tempo di traversata dello stretto e poi autostrada ME-PA direzione Palermo, sconsiglio vivamente la statale, i paesi si susseguono  lungo la strada  attacati tra loro e in alcuni tratti si rischia di essere schiacciati dal caotico e disordinato traffico dei tanti centri abitati.  L’autostrada non è male, poco trafficata e abbastanza panoramica peccato per le raffiche di vento e le numerose gallerie.  Una sosta di riposo per la schiena di Clara martoriata dall’odiato zaino e arrivo a Castelbuono, paese scelto come punto d’appoggio per pranzo. Mai fu così gradita una doccia e l’aria condizionata della camera d’albergo, vista la temperatura esterna vicina ai 40° C. Un po' di riposo e via alla scoperta dello splendido borgo medievale di Castelbuono, un piccolo paese  a 12 km da Cefalù  incastonato tra le vette dei monti madoniti, dove ci accoglie nella piazzetta centrale la poesia di un gelato ristoratore per corpo e mente.
La settimana che avevamo programmato  è trascorsa rapida e veloce come la mia moto tra le mille pieghe della ss 286 che dalla costa risale verso i monti del parco delle madonie, che mi sono divertito a fare più volte,  la mattina per i motogiri intorno ai paesini che spuntano in cima alle colline desertiche, panorama costante nelle madonie, e al pomeriggio per raggiungere lo splendido mare di Cefalù.
Un particolare ringraziamento va ai ragazzi dell’ hotel  “Paradiso delle madonie” per i preziosi consigli su itinerari e le gradire indicazioni per farci ingrassare di qualche chilo a cena, ma in vacanza ci sta.

Dopo sei giorni siamo ripartiti, rilassati, sereni ed abbronzatissimi, ma anche ingrassati e con i bagagli pieni di souvenirs. Soddisfatti della scelta fatta e consapevoli che la vacanza continuava con il viaggio di ritorno verso casa. Dove i motogiri non sono mancati, soprattutto lungo le strade dell’Aspromonte e sui monti della Sila,  e dovo abbiamo goduto di uno splendido mare e sole.
Durante i giorni trascorsi in Calabria, da ricordare sicuramente è l’esperienza della caccia al pescespada. La pesca di questo fiero e combattivo pesce nella costa tirrenica della provincia di Reggio Calabria, in particolare a largo della Tonnara di Palmi, Bagnara e Scilla, viene ancora fatta con le tecniche e le imbarcazioni  progettate più di un secolo fa, l’unico aiuto che i pescatori di oggi hanno in più rispetto ai loro avi è l’uso di barche a motore.
Più che pesca io la definirei una caccia dove il confronto è tra uno dei pochi pesci temuti anche dagli squali, veloce, forte, tenace eil pescatore che non disonora l’animale con una rete o con trappole ma lo sfida in un duello nel quale è armato con un arpione le cui estremitè (“ferru”) , custodite gelosamente,sono ancora quelle costruite a mano circa 60 anni fa. La fine del duello non è mai scontata,  la vittoria è decisa in istanti frenetici, a volte a favore del pesce a volte del pescatore. Un caloroso grazie ai pescatori della Tonnara che ci hanno accolto a bordo per seguire una battutta di pesca.

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