Planet Explorer 10 Switzerland - Day 4

La puntata di oggi di storia ne ha da vendere, soprattutto da un punto di vista scientifico. Non è cosa da tutti i giorni varcare la soglia del Cern, una di quelle esperienze che ti restano dentro
21 giugno 2017

DAY 4 Ginevra / Chateau d’Oex (145 km)
Adoro le moto da quando avevo tre anni, da quando mio zio mi fece salire sulla sua Ducati Scrambler a fine anni ‘60. E oggi, che di anni ne ho 52, la moto continua a rappresentare per me il pieno senso di libertà, elemento fondamentale di una sana filosofia di vita. Ma il viaggiare, per chi lo fa unendo la passione alla professione, non deve essere fine a se stesso, per cui aggiungere un aspetto culturale, o comunque conoscitivo, dà un senso certamente più compiuto alla nostra storia. E la puntata di oggi, di storia ne ha da vendere, soprattutto da un punto di vista scientifico. Non è cosa da tutti i giorni varcare la soglia del Cern, una di quelle esperienze che ti restano dentro, aprendoti un universo di conoscienze che, paradossalmente però, ti fanno sentire ignorante. Quel tanto che basta.
Il Cern è il più grande laboratorio di fisica delle particelle e ciò che lo rende unico al mondo è il suo super acceleratore, un anello di 27 chilometri di diametro e posizionato a 100 metri di profodità. Qui si studia l’infinitesimamente piccolo, si tenta di capire cosa sia la materia e quali siano gli elementi che la tengono unita. E’ un percorso affascinante che solo le migliori menti al mondo riescono a portare avanti. E fra questi saltano fuori gli taliani, molti geni italiani che qui fanno ricerca da anni e che poi vengono premiati con affascinanti scoperte, come quella del bosone di Higgs che è stata di una importanza universale. Noi riusciamo ad intervistarne tre: Tiziano Camporesi, Mirko Pojer e Alberto Pace, rispettivamente a capo della caverna del CMS, della sala di controllo e del centro elaborazione e immagazzinaggio dati. Permettetemi di scriverlo, ma ieri mi sono sentito decisamente orgoglioso di essere italiano!

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Una giornata intera dentro il Cern per iniziare a pensare che adesso dobbiamo ripartire, e quindi andare avanti con la seconda fase della giornata. Peccato solo che quando saliamo nuovamente in sella siano già le 19! Visto che una delle sorprese di questo viaggio avrebbe dovuto essere la mongolfiera, quella mongolfiera che ci ha beffato due giorni fa per un vento improvviso e inatteso, pensiamo che la cosa migliore sia ritentare la sorte per cui da Ginevra facciamo dietro front e torniamo a Chateaux d’Oux, una tappa di 150 chilometri che ci fa arrivare giusto in tempo per una cena di corsa nell’unico ristorante aperto di zona. Lo Steinbock tiene agevolmente il passo autostradale nonostante la cubatura ridotta ed un regime di 8.000 attorno ai 130 orari. Il comfort non manca mai, la sella è soffice ma non troppo, il manubrio ha la sua ergonomia e la protezione aerodinamica è totale. Anche i consumi non sono eccessivi ma, l’unico vero problema, sono la scarsità di distributori lungo alcune tratte autostradali svizzere. E dire che sono così fiscali con la vignetta…

Testo e foto di Luca Bracali
Backstage foto Manuel Buzio
Videomaker Tommaso Pini
Per la visita al Cern si ringrazia Manuel Buzio

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