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DAY 5 – Gozo / Comino
Dobbiamo ancora iniziare la nostra ultima giornata, ma sicuramente non potrà essere emotivamente coinvongente e ricca di spunti fotografici come quella che abbiamo vissuto oggi. Sembra che Malta stia al meteo esattamente come lo stanno la Scozia e l’Irlanda. La fortuna è che qui le previsioni non si avvicinano nemmeno lontanamente a quelle del nostro Bernacca degli anni 70, anzi, diciamo pure che sono esattamente l’opposto di quanto pubblicano sul web il giorno prima!
Quindi per sabato 12 gennaio era prevista una giornata intera e intensa di pioggia, che sarebbe durata fino alla domenica. Risultato finale? Un sole brillante e un cielo limpido, mai visti prima! Meglio così per noi, visto che non solo abbiamo da farci 45 minuti di strada per le strade di Malta, ma dovremo pure prendere il traghetto.
Oggi infatti dedicheremo l’intera giornata a Gozo, la seconda isola per grandezza dell’arcipelago maltese, che dista da Malta una ventina di chilometri che si percorrono in poco più di mezz’ora di traghetto.
La nostra idea era quella di andare a Comino, ma ci dicono che in inverno non ci sono le piccole imbarcazioni che operano su questa rotta, nonostante disti da Gozo solamente una decina di minuti: non facciamo in tempo a sbarcare, che un signore dall’aspetto english ci propone subito un’escursione a Comino!
E come poter rifiutare?
Ovviamente a Comino si va esclusivamente a piedi, né auto, né moto: almeno un piccolo paradiso naturale esiste ancora.
Comino è proprio un’isola spensierata, soprattutto in inverno, visto che in estate è presa d’assalto da un turismo soffocante più del clima. Durante l’epoca romana Comino era disabitata, ma non rivestì molta importanza fino all'arrivo dei Cavalieri. In compenso ha da sempre avuto un doppio ruolo: terreno di caccia e avamposto di difesa dell'isola contro i Turchi ottomani.
Pur essendo piuttosto piccola - e parliamo di una superficie di appena 3,5 chilometri quadrati - quest'isoletta fu sempre considerata come una base funzionale per i pirati che operavano nel Mediterraneo, e sebbene pure oggi sia spoglia e improduttiva, era il luogo ideale per il cinghiale selvaggio e le lepri quando giunsero i Cavalieri, nel 1530.
Il Grande Maestro adottò dure misure per assicurare che i loro giochi su Comino fossero protetti: chiunque fosse trovato a cacciare sull'isola poteva essere punito con tre anni in una galera per schiavi. Dopo il secondo conflitto mondiale, Comino rimase un luogo isolato fino a quando il turismo lo scoprì, nella meta degli anni sessanta, ed oggi è quasi una meta di pellegrinaggio! Di fronte a Comino si trova Cominotto, poco più di uno scoglio, ma dal fascino della vera isola, con tanto di grotte e separata da una piccola baia, la cosidetta Laguna Blu, dove il colore delle acque turchesi e la sua indiscutibile trasparenza la rende un autentico gioiello, oltretutto ricchissimo di fauna marina. Se Cominotto è totalmente disabitata, a Comino oggi ci vivono ben tre persone!
E' così affascinante che non mi stancherei mai di ammirare la natura di questo angolo racchiuso fra mare e rocce, così bello ai miei occhi che ci ho finito tre batterie del drone volandoci sopra a 500 metri!
Ma il tempo corre più veloce del drone, e soprattutto non si esaurisce, per cui rientriamo su Gozo che, con i suoi 30.000 abitanti spalmati sui 67 chilometri quadrati ci dà già l’idea del troppo affollamento, e di un bel caos urbano del tutto simile a Malta.
E pensare che Gozo, probabilmente la prima isola dell’arcipalego Maltese ad essere abitata, fa dell’archelogia il suo tesoro più grande... E' qui infatti che è stato ritrovato quello che viene definito il più antico luogo di culto al mondo, antecedente alle piramidi egizie e a Stonehenge, ed è il tempio di Gigantia.
Un sito davvero straordinario se pensiamo alla sua storia, visto che è composto da due sezioni: il tempio del nord, risalente al 2.500 a.C. e quello del nord, attiguo, separato da un corridoio e datato 3.600 a.C.
Ma la cosa che lo rende ancora più affascinante è il fatto di essere stato concepito come tempio solare, ovvero con l’ingresso rivolto al sole in modo che esattamente il 21 di giugno, durante il solstizio di estate, i raggi potessero entrare attraverso il corridoio ed andare ad illuminare l’altare maggiore.
Immaginate quali conoscenze astronomiche dovessero avere i primi abitanti, pare provenienti dalla Sicilia e poi dalle Puglie, già 5.600 anni fa. Uomini così intelligenti da ideare lo spostamento dei giganteschi monoliti utilizzando pietre a forma sferica, visto che la ruota fu inventata dai Sumeri circa 100 anni dopo, in Mesopotamia...
Distante pochi chilometri dal tempio si trova un’altra piccola perla di questa isola: la cittadella di Gozo. Per certi aspetti simile a Mdina, anche Gozo è una città fortificata ed è stata costruita dai fenici; e, come Mdina, anche questa cittadella aveva una estensione sicuramente maggiore, ma fu successivamente ridotta dagli arabi per scopi difensivi.
L’interno della Cittadella ospita la cattedrale dedicata a Santa Maria, costruita alla fine del ‘700, alla quale manca però la cupola in quanto gli abitanti di Gozo all’epoca non avevano i soldi per finanziarne la costruzione. L’idea geniale per rimediare a questa mancanza venne ad un artista, tal Antonio Emanuele di Messina, il quale propose di dipingere una finta cupola, un Trompe-l'œil, che poi è divenuto la caratteristica di questa cattedrale. A Gozo troviamo anche il tempo di gustarci un po’ di street-food, la pizza maltese tipica del luogo, che è decisamente gustosa, e ritroviamo anche la scoperta di andare moto, di riscoprire nelle aree meno battute dell’isola quelle viste sul Mediterraneo che danno un senso vero e proprio all’arte di viaggiare.
Testo e foto di Luca Bracali
Video & editing Nicolò Piccione