Planet Explorer 15: Corsica - Day 2 San Florenz - Porto Vecchio - Bonifacio

Il percorso di oggi, chilometricamente parlando, è fra quelli più impegnativi che si possano fare in Corsica, partendo dall’inizio del famoso “dito” a nord, fino a raggiungere il punto più meridionale dell’isola
23 maggio 2022

Il che tradotto significa poco meno di 200 chilometri e 3 ore di guida. Con la NT si viaggia decisamente comodi, la sella è ampia e ben imbottita e le sospensioni, tarabili su più livelli oltre alle varie mappature, consentono di avere sempre la scelta ottimale in base al carico, alla percorrenza e al tipo di strada e in rapporto al nostro peso corporeo e al nostro stile di guida.

Ridiscendendo tutta la litoranea della costa ovest approdiamo a Porto Vecchio, una delle città più rinomate della Corsica per la sua frenetica e brulicante vita notturna e per una moltitudine di locali da far impallidire Broadway ma che a me personalmente non ha detto niente, non ha lasciato alcun segno eccetto l’essere un balocco per turisti.

Particolare la sua storia che la vede sempre legata all’Italia, alla Repubblica di Genova che nel XV secolo aveva le sue belle mire espansionistiche e vide Porto Vecchio come luogo ideale al riparo tra le piazzeforti di Bonifacio e Bastia. Ma ci volle del gran tempo perché le paludi infestate da malaria potessero trasformarsi in saline ed iniziare così il ripopolamento che trasformasse la Porto Vecchio di allora in un centro urbano.

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Un tratto di mare di appena 11 chilometri separa, nel suo punto più stretto, la Corsica dalla Sardegna. Siamo a Bonifacio nota per essere la città più meridionale della Corsica e indubbiamente piacevole da visitare.

L’animato porticciolo e quella cittadella costruita a strapiombo su una scogliera, la rendono unica. Imponente e in posizione dominante è il bastione dell’Etendard, una costruzione fortificata risalente al XIII secolo.

Ma a Bonifacio ci troviamo soprattutto nel centro delle sue famose bocche, una serie di rocce e scogliere che si tuffano a picco sul mare, alte fino a 100 metri. Ma oltre all’aspetto geologico c’è anche quello puramente faunisitco e basti pensare che le acque di queste zone sono così ricche di speci ittiche da doverci istituire un parco marino per proteggere dai pescatori di frodo le biodiversità che vi si trovano.

Testo e foto (paesaggi) di Luca Bracali
Foto (moto) di Francesco Pierini

Video Francesco Pierini e Ernesto Mangone

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