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DAY 5: Parco de Gerés – Valença do Douro (km. 235 effettivamente percorsi)
Iniziamo così il nostro percorso attraversando uno degli scenari più belli in assoluto fra quelli finora incentrati, uno di quei paesaggi che non sai dove mirare lo sguardo, se a destra o a sinistra, tant’è bello tutto ciò che ti circonda. Stiamo entrando nella valle del Douro che prende il nome dal fiume che l’attraversa e che rappresenta il verde scrigno dove troviamo uno dei gioielli di punta della produzione portoghese: i famosi vigneti del Porto.
Attraversare queste valli è come perdersi attraverso una tavolozza di colori sui quali domina il verde intenso dei vigneti che dall’alto mostrano forme dolci e sinuose a dorso di tartaruga, e così perfettamente modellate da pensare come sia possibile che la mano dell’uomo arrivi a tanto. Continuiamo a scendere lungo la valle esaltandoci nella guida, l’Africa Twin non esita a scendere in piega in tutta sicurezza anche nei rapidi cambi di direzione, le sospensioni rispondono bene anche alle asperità che di tanto in tanto si incontrano, i freni anteriori hanno un’ottima risposta a patto di fare una decisa pressione sulla leva.
E dopo aver attraversato cotanta meraviglia ci fermiamo per così dire a fondovalle, a Pinhao, una vera meta per gli intenditori di vino, considerata infatti la capitale del Porto di migliore qualità. Ma anche per chi non amasse il vino, una sosta alla stazione ferroviaria conviene farla, giusto per ammirare i suoi venticinque pannelli decorati con le famose azulejos che raffigurano, e non poteva essere certo diversamente, scene di vendemmia.
Pinhao è interamente circondata da vigneti a terrazza e noi proseguiamo in nostro cammino alla ricerca di una azienda enologica che possa ospitarci per poter documentare le botti di invecchiamento ed assaggiare un piccolo sorso del prezioso nettare, tenendo sempre in mente che dobbiamo guidare una moto in piena lucidità. Dopo una serie di telefonate troviamo Maria che ci invita a visitare l’azienda per la quale lavora, a fare una visita delle cantine e a sorseggiare un dito (in orizzontale!) di un pregiatissimo Porto bianco.
Adesso siamo soddisfatti e partiamo così per la nostra prossima meta.
Proseguendo in questi magnifici paesaggi, dopo aver continuato a percorrere le infinite curve che si snodano lungo la valle, giungiamo a S. João da Pesqueira. Un villaggio un po’ fuori dal tempo che ha il fulcro della sua bellezza nella pittoresca piazza centrale sulla quale spicca l’hospital e la igreja da Santa casa da misericordia, costruita nel 1567, oltre che in alcune vie caratteristiche come rua do Arco, valorizzata da una torre del 1652 in seguito riedificata sui resti di quella che un tempo era una torre medievale.
E così siamo giunti alle 16.30, il sole inizia a scendere rapidamente, ma meno di 10 chilometri ci separano dall’ultima meta. Posto sulla vetta del monte da Fraga, il Santuario di S. Salvador do Mundo, è composto da 9 cappelle che simboleggiano alcune stazioni della Via Crucis, con sculture che rappresentano scene della Passione di Cristo. E, secondo la tradizione, la costruzione del Santuario iniziò da Gaspar da Piedade nel 1594, quando si stabilì ad Ermo dopo il suo pellegrinaggio attraverso Roma e la Palestina, per deporre qui una reliquia di San Girolamo.
Testo di Luca Bracali
Fotografie di Luca Bracali ed Ernesto Mangone
Video ed editing di Ernesto Mangone