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DAY 2: Braga – Mondim de Basto (km. 170 effettivamente percorsi)
Sono passate 24 ore ma il meteo è rimasto lo stesso del giorno precedente. Pazienza, dobbiamo vestirci di nuovo con l’abbigliamento anti-acqua ed iniziare il nostro giro che anche oggi alla fine sarà di 170 chilometri. Decidiamo di dare l’avvio al nostro tour passando una volta ancora di fronte al Santuario Do Bom Jesus sperando di non trovare pioggia, ma anche lì la fortuna non ci ha assistito.
Il tempo di fare due passaggi in moto e due dronate e poi via in cammino verso sud, sempre nella regione del Douro, fino a toccare Amarante che abbiamo raggiunto dopo circa un’ora di viaggio. Di Amarante possiamo dire che è un borgo incastonato nel verde e dall’animo romantico, adagiata sul fiume Tamega che la divide ma che viene tenuta unita da un bellissimo ponte a tre volte che è una delle caratteristiche della città fondata, secondo la leggenda, da un centurione romano di nome Amarantus.
Le basi per il ponte furono invece date da San Gonzalo, un monaco benedettino approdato qui nel XIII secolo e poi divenuto patrono della città. Ma San Gonzalo dà anche il nome alla chiesa cinquecentesca più importante della città che fonda due stili: il barocco ed il rinascimentale. E come se non bastasse il nostro amato patrono è anche famoso ed implorato dalle giovani donne di Amarante ancora in cerca di marito.
Ci rimettiamo in marcia ed il percorso per arrivare a Mondim de Basto ci porta nelle zone più interne, verdi e collinari nel distretto di Villa Real. Già da lontano si riconosce la forma piramidale della collina che ospita il santuario de Nostra Senhora da Graça che si eleva a 990 metri sul monte Farinha. La strada per raggiungerlo è qualcosa di straordinario: curve lente, curve veloci, tornanti, curve in sequenza con rapido cambio di direzione, onestamente ho visto poche strade così belle e adatte per la moto in vita mia. L’Africa Twin ha dato il meglio di stessa, offrendo un ottimo grip nonostante le gamme semi-tassellate ed un tiro corposo anche ai bassi regimi, sempre pronta per passare alla marcia superiore.
Giunti sulla cima del monte Farinha sembra davvero di essere sospesi fra le nuvole, il santuario risalante al 1700 svetta in una posizione perfetta e domina tutta la vallata circostante. Personalmente credo in Dio, ma in questa occasione mi sono sentito ancora più vicino a Lui.
Testo di Luca Bracali
Fotografie di Luca Bracali ed Ernesto Mangone
Video ed editing di Ernesto Mangone