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Non demorde invece la calura soffocante, un viaggio decisamente impegnativo per le condizioni climatiche visto che guidiamo costantemente sui 38°/40° con un tasso di umidità che passa in abbondanza l'80%. Siamo gli unici a indossare giacca, guanti e casco demi-jet, ma del resto il fattore sicurezza non va mai sottovalutato. Certo che l'imprevedibilità del tempo è un elemento un po' fluttuante, sempre più difficile da prevedere ovunque nel mondo e, stando alle guide infatti, giugno nel Vietnam centrale è un mese a rischio di forti acquazzoni. Che noi manco abbiamo visto in lontananza...
Per visitare una delle baie più belle e famose al mondo, ovviamente patrimonio Unesco, la nostra Vespa non ci è purtroppo utile anzi, siamo costretti a dovercene separare, ma non prima di aver esplorato l'aera adiacente di Tuan Chau Island, una zona fortemente turistica ed in pieno sviluppo anche a livello di strutture ricettive. Siamo consapevoli di non avere una Guzzi Stelvio alle mani, ma anche con una "vespina" da 130 chili e 11 cavalli si può sempre tentare un pizzico di avventura se giustamente motivati. E' l'ultimo lembo di sabbia non ancora conquistato dalle imprese costruttrici a sedurci, scendiamo a riva con la nostra Primavera che riesce per un tratto a veleggiare sul bagno-asciuga, finché non molliamo il gas. Sono quei momenti di silenzio e solitudine a dare un senso ad un improvvisato fuori-porta.
Abbiamo meno di 10 minuti per raggiungere il porto di Tuan Chau per lasciare la Vespa ed imbarcarci sulla Bahia 2, una giunca in stile coloniale con il giusto compromesso fra fascino e comfort. Scivoliamo con dolcezza all'interno della baia, la baia di Ha Long, che ci scopre pian piano le imperdibili bellezze naturali del Vietnam. Sono 2.000 le isole che costellano questa porzione del golfo di Tonchino, un ampio paesaggio marino costellato da centinaia di torri calcaree dalle cime arrotondate che si innalzano per decine di metri dal livello del mare. Secondo le antiche leggende questi frammenti di isole e isolotti nella baia sarebbe dovuto al colpo di coda di un dragone, stando invece alle più autorevoli teorie dei geologi questa morfologia deriva dall'attività erosiva delle acque che hanno lavorato anche sulle basi carsiche negli ultimi 300 milioni di anni. Affascinante sapere che già 25.000 anni questo arcipelago sviluppò i primi insediamenti e che addirittura molte culture, a rifarsi dai Soi Nhu, si sono qui evolute in epoca preistorica. E proprio in mezzo alla baia di Ha Long, in mezzo ad un canale puntellato di faraglioni e pinnacoli, si cela la grotta della Sorpresa che, al di la del nome, è un'autentica meraviglia. Da scoprire e da visitare. Un viaggio nella storia della geologia, fatto di migliaia di stalattiti e stalagmiti generatisi 100.000 anni fa dalle abbondantissime piogge che ritirandosi hanno lasciato così la loro traccia indelebile.
Testo di Luca Bracali
Foto di Luca Bracali (paesaggi e natura), Nadia Ballini e Anna D'Eamo (dinamiche Vespa)
Video di Laura Scatena