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Per questa sesta puntata di Planet Explorer 7, sempre sostenendo uno dei tanti modi di dire britannici, ci siamo così lasciati il meglio per ultimo, "the best for last". Rimaniamo sempre nel profondo sud del Vietnam, non molto distati dal confine con la Cambogia, spostandoci praticamente di un centinaio di chilometri rispetto alla tappa di ieri, cercando così di esplorare un po' meglio questa straordinaria e vasta aerea del delta del Mekong.
La provincia di Ben Tre è praticamente posizionata in mezzo ai due rami del Tiền Giang River, che a sua volta è uno dei due maggiori affluenti del Mekong. Sicuramente l'acqua non manca in questo territorio e l'abbondanza dell'irrigazione rende l'intera provincia una delle maggiori zone di produzione di riso di tutto il Vietnam. Certo che le acque non sono proprio pulitissime ed il Mekong risulta uno dei dieci fiumi più inquinati al mondo, dovuto agli scarichi di oltre 200 fabbriche.
Il modo migliore, per non dire l'unico, per visitarlo è la barca e, lasciato uno dei tanti moli di attracco di Ben Tre, nel giro di una mezz'ora si entra in un dedalo di canali sommersi da una foltissima vegetazione, tanto da perderci la testa! Eppure è tutto così affascinante! Un mondo dentro il mondo, un microcosmo a se stante dove all'interno del delta, nelle varie isole ed isolotti e lungo i canali, si è sviluppata una vita tutta propria. Al centro delle attività, pesca a parte, la noce di cocco ha il sopravvento su tutto, si vedono gusci ovunque, ammassati a centinaia di migliaia sui barconi o impilati lungo le coste in attesa di essere trasportati. I mestieri sono i più strani ed originali, con l'impasto di argilla si fabbricano i mattoni e poi si mettono a cuocere. Fa un caldo infernale attorno al forno, gli operai si alternano, ma si lavora comunque 7 giorni su 7 e senza sosta.
C'è chi fabbrica stuoie e tende frangisole con il metodo tradizionale, infilzando pazientemente, per ore e ore, un ramoscello essiccato fra le piccole spirali. E c'è chi con il cocco produce caramelle, ottime caramelle, tagliando un impasto morbido e dolciastro. Invece del cane da guardia qualcuno tiene un pitone in gabbia, un serpentello di 3 anni e 3 metri e mezzo di lunghezza di appena 40 chili! La padrona non riesce a toglierlo dalla gabbia per il peso, chiede al sottoscritto un aiuto e, in men che non si dica, me lo ritrovo attorcigliato al corpo! Fa un certo effetto sentirsi muovere un pitone reticolato sulle spalle e dietro al collo, non possiamo tenerlo molto sia per una questione di peso sia per il fatto che non mangia da un paio di settimane. Facciamo per rimetterlo in gabbia e si attorciglia in maniera abbastanza serrata alla caviglia destra. Non è un buon segno. La padrona interviene immediatamente per liberarmi da una morsa che si fa lentamente sempre più stretta, per fortuna ci riusciamo...
Qui le abitazioni dei villaggi sono in bilico fra acqua e terra, in questo luogo non sai mai se è la terra che galleggia sull’acqua o se è il fiume che si insinua nel terreno. Girare in Vespa in questa autentica giungla è una delle emozioni più belle di tutto il viaggio anzi, la più bella in assoluto. Mi gusto ogni istante di questo viaggio, vorrei che non terminasse mai, mi sento completamente avvolto e rapito dalla natura, continuo a guidare per chilometri sotto una tettoia di foglie verdissime che non fa penetrare nemmeno un raggio di sole, alternando tratti di asfalto ad un jungle-road puro! E pensare che è soltanto una Vespa! Giunta con grande motivazione alla sua ultima tappa. Un arrivederci alla prossima!
Testo e foto di Luca Bracali
Video di Laura Scatena
Nove giorni di viaggio avventuroso su una Vespa fiammante, sei storie per raccontare il Vietnam: dal traffico frenetico delle città alla tranquillità delle montagne e dei fiumi. La necessità, ogni giorno, di girare le scene, documentare, fotografare, rivedere le immagini, montare il filmato e, infine, renderlo visibile sul web e sui Social Network.
La settima edizione di Planer Explorer svela per la prima volta il “dietro alle quinte” di una produzione “live” che nulla lascia al caso per raccontare un Paese in tempo reale fronteggiando, di volta in volta, imprevisti e difficoltà.
La prima si presenta a Milano la mattina della partenza con il volo intercontinentale cancellato, al quale segue una nuova prenotazione. Si cambia compagnia aerea e i voli, da due, diventano tre. Si parte, insomma, ma all'arrivo ad Hanoi il secondo imprevisto: una valigia non arriva: quella della videomaker Laura Scatena, contenente, oltre agli effetti personali, un cavalletto con slider, necessario per le riprese. Con il danneggiamento al drone, per una brutta caduta il primo giorno delle registrazioni, e la riparazione a tempo di record dopo una folle corsa nel centro di Hanoi, la sorte sembra essere davvero avversa, ma l'obiettivo - raccontare il Vietnam ogni giorno - deve essere comunque raggiunto.
I ritmi di lavoro sono impegnativi, scanditi dall'instancabile Luca Bracali, ideatore e regista del “live tour”, che, in sella alla gloriosa Vespa Piaggio, dirige le riprese inseguendo la luce migliore, scegliendo i luoghi più suggestivi, le scene di vita più insolite e i volti più interessanti da catturare quotidianamente con uno sguardo alle nuvole che a tratti promettono pioggia.
Il caldo-umido della stagione monsonica e le poche ore dedicate al riposo mettono a dura prova, ma la solidarietà e lo spirito di gruppo contribuiscono ad alleviare le difficoltà con tenacia ed ironia. Le riprese, infatti, sono solo una parte della lunga giornata del “live tour”.
Lo scaricamento delle immagini e la fase di montaggio avvengono ovunque vi sia la possibilità di lavorare ad un portatile: durante i trasferimenti in bus, i viaggi notturni in treno, in attesa dell'imbarco in aeroporto. Ancora ore di lavoro, principalmente serali. Ed ecco il risultato finale, i quattro minuti di video, che saranno pubblicati insieme alle foto di backstage, con l'obiettivo di far conoscere il mondo in un viaggio che diventa di tutti. La puntata è on line!
Nadia Ballini