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Ma prima di buttarsi a capofitto nella sua natura e scorrazzare lungo le selvagge coste del nord, quanto meno per par condicio e non solo, dobbiamo fermarci a Belfast, capitale dell’Irlanda del Nord, una delle quattro nazioni costitutive del Regno Unito. Ricordo la Belfast di 25 anni fa decisamente diversa, attanagliata in un feroce odio fra cattolici e protestanti, una guerra civile durata almeno 30 anni, capace di alimentare odio e inutili violenze. Ricordo ancora i militari con il mitra sempre imbracciato, ed i carri blindati che si aggiravano per la città pronti a disinnescare l’ennesimo ordigno. Una sera me li sono trovati dietro le spalle, proprio mentre stavo approntandomi a fotografare una scena notturna in zona off-limits…La Belfast di oggi non sembra nemmeno lontana parente di quella degli anni ’90, il turismo è cresciuto a dismisura, e la paura degli attentati è una cosa che fa ormai parte del passato, di un passato archiviato ma lungi dall’essere dimenticato. Cattolici contro protestanti, Falls Road contro Shankhil Road, una storia scritta con sangue e violenza, pagine di storia tormentate che oggi rivivono nei colori e nelle fantasie dei murales di Belfast, che racchiudono centinaia di volti e persone, un vero e proprio museo a cielo aperto che è divenuto non a caso una delle attrattive culturali più interessanti, capace di un fortissimo richiamo ideologico ai numerosissimi visitatori. Ma Belfast oramai ha anche un’altra icona, ed anch’essa, a modo proprio, è altrettanto famosa. Per capirla meglio, basti tornare indietro di un secolo circa e pensare a quel sogno, al transatlantico più famoso al mondo che avrebbe dovuto ricongiungere due continenti, o due mondi se vogliamo: il vecchio con il nuovo. E fu proprio dai cantieri di Harland & Wolff, a Belfast per l’appunto, che il gigantesco Titanic prese la sua forma. Il museo che sorge oggi al posto dei cantieri è forse la più grande attrazione della città che, ad onor del vero, merita senz’altro una visita.
Ma la nostra Africa Twin inizia a scalpitare, la città non è certo il terreno ideale per una sport-adventure che sicuramente predilige una dimensione molto più wild e naturale. Giusto il tempo di un pieno, e partiamo a razzo verso le meraviglie del nord, imboccando la super-litoranea che corre lungo il crinale nord-orientale dell’isola: la Causeway Coastal Route, una strada assai panoramica che alterna curvoni veloci ad esse più impegnative. Zavorrati con borse e baule superiamo tranquillamente i 250 chili, e l’unico limite che accusiamo è una taratura delle sospensioni piuttosto morbida, ma anche semplice da ottimizzare. In poco meno di 200 chilometri arriviamo a destinazione, alla nostra destinazione, quella che ostinatamente volevamo per questo viaggio. Giant’s Causeway, ovvero il selciato del gigante, è una straordinaria formazione rocciosa fatta di 40.000 colonne esagonali in basalto, generate da una gigantesca esplosione sottomarina risalente a 60 milioni di anni fa. Una meraviglia geologica che solo osservandola da vicino, camminandoci sopra, può dare il valore della propria essenza, di una natura geometrica quasi impressionante. E’ un luogo del mondo, ma fuori dal mondo, inserito naturalmente fra i grandi patrimoni mondiali dell’umanità.
Dal Donegal alle isole Aran
e da Dublino fino al Connemara
dovunque tu stia viaggiando con zingari o re
il cielo d'Irlanda si muove con te
il cielo d'Irlanda è dentro di te
Testo e foto di Luca Bracali
Video di Danilo Musetti