Planet Explorer 9, Scotland - Day 8

La tregua è durata poco, troppo poco, giusto il tempo di un giorno di sole per svegliarsi nuovamente con il cielo grigio, coperto di nubi, per concludere le ultime 5 ore in compagnia di un acquazzone fitto e continuo, di quelli che ti portano inzuppato allo sfinimento!
21 giugno 2016

Giornatina intensa pure oggi e, al di là del meteo, dobbiamo percorrere quasi 600 chilometri. Da Dornie in 9 miglia siamo a Kyle of Localsh, un tempo punto di partenza di tutti i turisti diretti alla famosa isola di Skye, quando era ancora un’isola appunto! Oggi al posto del traghetto troviamo un bel ponte ricurvo che collega le due sponde, pertanto Skye avrebbe così perso l’appellativo di isola in quanto collegata alla terraferma. Certo che la Skye degli anni ’90 era un po’ diversa, si percepiva ancora il gusto della scoperta di un ambiente primordiale, fatto di spazi e di natura. E l’isola in effetti ha davvero molto da offrire, panorami mozzafiato come le scogliere di Kilt Rock, o Fairy Glen, con le sue piccole colline coniche e le torri di roccia; o magari l’Old Man of Storr, forse l’icona più riconosciuta di Skye: un pinnacolo in basalto alto 50 metri circondato da una catena mountuosa. La regione del Quiraing, fatta di pinnacoli e pendii, raggiungibile con una camminata a piedi di 30 minuti, rappresenta uno dei paesaggi più belli ed indimenticabili di questa Skye. Il turismo è cresciuto a dismisura, quasi impressionante, tanto che le decine e decine di B&B che si incontrano lungostrada hanno oramai tutti il solito cartellino esposto:”No vacancy”.

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Ce ne veniamo via affascinati ma delusi, certi che i continui andirivieni di maxi-pulman che battono bandiera asiatica non porteranno niente di buono, né all’ambiente, né a quel senso di pace interiore che eravamo abituati respirare. Prima di proseguire è quasi d’obbligo una visita a Dunvengan Castle, sede storica dei Mc Leod, un maniero del XVII secolo per la verità un po’ fatiscente. Fra curve in successione e saliscendi vertiginosi, con la GSX facciamo un po’ di fatica a tenere il passo, specie sul misto-stretto, anche se il tiro del motore, che inizia già a 2.000 giri, ci accompagna bene all’uscita di ogni curva. Le sospensioni sono un’altro bel punto di forza della Suzuki, che mantiene un assetto sportivo ma non eccessivamente rigido, e quindi fruibile anche su strada. Il tempo è scaduto, dobbiamo partire da Skye e scendere fino a Mull passando per Fort Williams. Saranno quasi tre ore di viaggio con la solita, grande compagna che non ci abbandona mai: la pioggia!
Mull, perla delle Ebridi interne, è tutto quanto uno possa attendersi e forse anche di più. Facciamo un salto indietro nel tempo, anzi, ci spostiamo di dimensione e troviamo quel paradiso perduto che non pensavamo potesse più esistere, specie in un Paese che corre sulla linea del progresso e dell’innovazione. Anche il turismo qui ha un aspetto ben diverso: è più ecologico ed ordinato e, soprattutto, vario. C’è chi Mull la gira in bici, chi in moto e chi in Porsche GTS cabrio, ma tutti, all’incrocio dei punti di scambio nei sentieri più stretti, si salutano con un cenno oppure alzando la mano in segno di cortesia. Mull conta 3.000 abitanti, e si raggiunge da Lochaline (via 884) con 2 traghetti, oppure da Oban con un passaggio diretto. Rocce basaltiche, spiagge bianche e scogliere in granito color rosa sono alcuni degli elementi del paesaggio che caratterizzano la sua aspra ed incontaminata bellezza. E noi, che quando si tratta di ambiente e viaggi un po’ romantici lo siamo, vogliamo chiudere proprio qui il sipario di Planet Explorer 9, dopo oltre 2.000 km percorsi in sella ad una Suzuki, a cavallo delle meraviglie della natura.

COME E CON CHI
Per chi volesse intreprendere un viaggio in Scozia, come quello che avete appena letto, è consigliabile visitare e prendere spunti dal sitowww.visitbritain.com


Testo e foto di Luca Bracali
Video di Danilo Musetti

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