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Day 9 – 22 Settembre 2011 (Reykjahlid – Husavik – Godafoss – Husavik - km. 185)
E’ una cartolina a destare la mia attenzione e proprio per quella foto decido di fare dietro-front e tornare sul percorso di ieri. Alla fine sono 30 chilometri in più, ma quelle acque color turchese di Stora-Viti, un laghetto di origine vulcanica venutosi a formare nel 1724 nella grande caldera di Krafla, meritano un piccolo sacrificio. Questo cratere, nato in seguito ad un’esplosione, ha un diametro di 320 metri e si può percorrerlo interamente a piedi lungo il bordo superiore. Nel frattempo, vista la scarsità di stazioni di rifornimento ed i 16 litri che la nostra F 800 Gs contiene, decidiamo di acquistare anche una tanica extra da 5 litri che, sommati agli altri 1.5 di una bottiglia, ci consentono un certo margine di sicurezza. Carica sempre all’inverosimile, la Gs fa fatica solamente in fase di parcheggio. Certo che gli inserimenti in curva vanno guidati con una certa decisione e seppure l’avantreno talvolta tenda ad alleggerirsi in uscita dalle curve più lente, lungo gli infiniti rettilinei ed i saliscendi della Ring 1 si viaggia ottimamente, mantenendo velocità di crociera assai sostenute. Dopo nemmeno un’ora di strada giungiamo ad Husavik, primo insediamento vichingo dell’isola attorno all’850 d.c. ed oggi “ridotto” ad un villaggetto di 2.500 abitanti. Capitale islandese del whale-watching, l’avvistamento alla balena con ben 11 diversi esemplari di questi meravigliosi cetacei che si aggirano al largo della baia, Husavik detiene un altro primato. Quello di possedere uno dei 10 musei più strani al mondo. E quale direte voi? Il museo del fallo! Falli di ogni specie e misura sono racchiusi fra le mura di questo curioso luogo di culto, sul quale battute di ogni genere si sprecano all’infinito. Tanto interessante però da essere stato chiuso anzitempo per un trasferimento a Reykjavik, nella capitale appunto, dove debutterà in una veste nuova e arricchito di nuovi esemplari, dalla fine di ottobre. Per rimanere in tema di natura proseguiamo verso sud-ovest, in direzione di Akureyri. Sulla F 842 in prossimità di Bardardalur, le cascate di Godafoss sono uno dei must da visitare. Pur essendo la più piccola delle tre principali cascate islandesi, Godafoss, la cascata degli Dei, oltre ad essere forse la più pittoresca, ha pure un significato storico piuttosto interessante. Si narra che attorno all’anno 1000, quando il legislatore dell’Alting decise dopo una meditazione di ben 24 ore quale religione scegliere per il popolo islandese, facesse ritorno per questa via. E visto che il cristianesimo fu la religione prescelta, gettò nelle acque del fiume i simulacri delle divinità pagane norrene, conferendo così il nome alle cascate.
Day 8 – 21 Settembre 2011 (Reykjahlid – Krafla - Reykjahlid - km. 80)
Oggi è stata una giornata davvero superlativa! L’albergo che abbiamo trovato per puro caso la sera prima, l’hotel Reykjahlid, si affaccia direttamente sulle sponde del lago Myvatn, attrattiva principale di questa regione nord-orientale dell’Islanda. Il sole al mattino è davvero una rarità, averlo per tutta la giornata si parla di miracolo! Immaginatevi allora aprire le tende e vedere al pascolo un gruppo di cavalli, bianchi, neri e marroni che si rispecchiano sulle acque del lago… Fotograficamente parlando la giornata inizia davvero nel migliore dei modi e anziché dirigersi verso Husavik pensiamo sia meglio restare in zona vista l’eccezionalità delle condizioni meteo. La temperatura è sempre bassa, sui 6° centigradi anche alle 11.00 del mattino, per cui ciò che visiteremo oggi compenserà ampiamente il freddo. Entrare nell’area di Namaskard significa cambiare dimensione. Pennacchi di fumi ovunque, gorgoglii e getti di fango in un suolo che sembra uscito dalla tavolozza dei colori di un pittore naif. L’Islanda è realmente una terra viva, in costante fermento, capace di sprigionare un’energia geotermica pari a nessun altro luogo al mondo. Ma purtroppo le multinazionali americane ci hanno già messo l’occhio sopra e ben presto questa appetibilissima energia verde a basso costo potrebbe trasformarsi in una piaga anti-ecologica anzi, è già stata tacciata come colpevole del disastro economico che ha colpito l’Islanda nel 2008. Ad una decina di chilometri da Namaskard si entra nell’area di Krafla, un territorio più simile alla luna che alla Terra. Se il grande Dante avesse potuto scegliere un luogo per ispirare i versetti del suo sommo poema, senza dubbio non avrebbe trovato di meglio!
Krafla è una zona vulcanica particolarmente attiva e seppure l’immensa caldera di questo vulcano sia spenta ormai da anni, il cratere di Leirhnjukur continua a sputare fango e vapore, segno evidente di una attività in costante fermento.
Leggi i diari della prima settimana di viaggio.
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