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Dal porto di Valencia in pochi minuti si è sulla strada principale in direzione di Madrid. Ci si rende conto subito che la viabilità in Spagna, negli ultimi anni, ha subito un notevole miglioramento a scapito spesso del piacere di guidare, almeno per noi motociclisti. Comunque dopo un centinaio di chilometri è giunto il momento di lasciare i rettilinei delle superstrade per imbarcarci in una serie di stradine tortuose che attraversano boschi e colline. Per il pranzo scegliamo una dei bar delle cittadine che tocca il nostro itinerario. In Spagna si mangia tardi, intorno alle 14, e la soluzione tipica sono le “tapas” una serie di spuntini che vanno dai calamari fritti alle salsicce in umido, il vino tinto lo rimandiamo alla cena di Toledo: le strade che ci scodellano sull’altipiano della Mancha richiedono concentrazione. Dopo la bella zona di Rio Cabriel la prima sosta della giornata è presso i mulini a vento di Campo Criptana. Un cartello ci avverte di essere sulla strada di Don Quijote e così impariamo anche come si scrive il nome dell’eroe spagnolo delle illusioni. I mulini più spettacolari, soprattutto per il luogo in cui vigilano sulla pianura apparentemente senza fine, sono quelli di Consuegra. Arriviamo a Toledo poco prima del tramonto. Per la cena scegliamo un ristorante nel centro storico e dopo cena abbiamo prenotato una visita guidata, notturna, con guida parlante italiano che ci accompagnerà, muniti di torce e lampade frontali, alla scoperta della Toledo misteriosa. Aiuto! Domani alle 8 si parte per Segovia.
Dopo quasi due giorni di nave per sbarcare in Spagna da Livorno, non vediamo l’ora di salire in moto e macinare un po’ di chilometri, per cui limitiamo la visita della città a quello che si vede lungo l’itinerario. Lasciando il porto percorriamo le nuove strade che corrono parallele alla Ciudad de las Artes y las Ciencias, un quartiere avveniristico formato da costruzioni che sembrano basi intergalattiche a ridosso di specchi d’acqua. Percorriamo anche il grandioso ponte, considerato uno dei più eleganti d’Europa e disegnato dall’architetto Santiago Calatrava. Non si dovrebbe lasciare la città senza aver provato la versione originale della paella, il piatto tipico a base di riso e pesce, ma se vogliamo essere a Toledo prima del buio è meglio limitarci ad un veloce cafè con leche.
Ma data la vocazione turistica di Toledo è possibile trovare una buona sistemazione per qualunque tasca. Per aggirarsi nelle strade tortuose, spesso ingombre di turisti, la moto è il mezzo ideale, ma una volta raggiunta la sommità, nei pressi del palazzo dell’Alcazar si trova un comodo parcheggio coperto dove lasciare la moto per potersi muovere più liberamente a piedi.
Da vedere prima di tutto l’imponente fortezza e il suo museo interno e poi la Cattedrale, che è uno dei tempi più grandi di tutta la cristianità e quindi la casa del pittore El Greco dove è stato ricostruito lo studio nel quale il pittore dipingeva Santi, Apostoli e scene sacre. La vista più imponente sulla cittadina la si ha percorrendo la strada sull’altra riva del fiume Tajo. La prossima tappa, infatti, partendo dall’hotel ci accompagnerà al belvedere. Tra i souvenir tipici della tradizione toledana, magari non facili da trasportare in moto, vi sono senz’altro coltelli, spade e le immancabili statuette di Don Quijote.
Roberto Cattone e Pierpaolo Rigo
Moto Guzzi
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