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Oggi la tappa, percorsa senza soste si potrebbe risolvere in un paio d’ore, ma se si dedica il minimo sindacale alle visite dei grandi monumenti che incontriamo sull’itinerario, si occupa l’intera giornata, anzi sul finire di tappa bisognerà fare i conti con l’orologio per arrivare entro le 17, tempo limite per entrare nel parco del palazzo di Riofrio. Si tenga conto anche non sarebbe male arrivare a Segovia abbastanza presto per dedicare un po’ di tempo anche al termine di tappa.
L’ambiente collinare della zona ci concede belle strade panoramiche e spesso divertenti.
Si consideri, nella programmazione della tappa, di dover concedere almeno 1 ora alla visita o comunque alla sosta presso El Escorial, un’altra per stupirsi all’interno della Cattedrale della Valle de los Caidos e anche di più se si sale alla grande croce e infine il palazzo, o almeno il parco, di Riofrio. La serata a Segovia va vissuta nella piazza a ridosso dell’acquedotto romano e nel menu non deve mancare il porcellino da latte, la specialità locale.
200 metri per 160 metri di costruzione. La visita secondo alcune guide richiede un’intera giornata, noi ci siamo concessi un paio d’ore e ci sono sembrate sufficienti. Presso la biglietteria è possibile iscriversi per visite guidate che partono ogni ora. Si può entrare anche non accompagnati, ma in questo caso la visita è limitata al patio e alla basilica.
Nel paese vi sono ristoranti e bar dove prendere uno spuntino. Da Toledo, per raggiungere il palazzo, si percorrono belle strade collinari che, a giudicare da quanto motociclisti abbiamo incontrato, vengono usate per sgranchire ruote e polsi.
E proprio dalla strada di accesso al paese di San Lorenzo, dalla quale siamo giunti, si hanno le viste complessive sul grande palazzo, potendolo ammirare dall’alto.
L’acquedotto, costruito nel primo secolo con blocchi di pietra montati a secco, incredibile ma vero, è ancora utilizzato.
La cattedrale, che si affaccia in Plaza Mayor, costruita rispettando tutti i dettami arzigogolati dello stile gotico, è stata ultimata nel 1700.
Rimanendo nella parte alta della città (il centro storico lo si gira a piedi in meno di un’ora) si arriva al castello che visto da sotto le mura ricorda quelli rappresentati sui libri di fiabe. Da vedere all’interno le raccolte di armi e armature. Ma se si vogliono vivere le atmosfere segoviane bisogna passare la sera in uno dei locali che si trovano a poca distanza dall’acquedotto. La specialità di Segovia è il porcellino.
Nel viaggio di Moto.it per la sera abbiamo previsto cena tipica con cerimonia dei “maestri dell’arrosto”, retaggio medievale.
Roberto Cattone e Pierpaolo Rigo
Moto Guzzi
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