Tra colli e gorges francesi

Tra colli e gorges francesi
E’ il giro del 10° anniversario di uscite in moto insieme per alcuni di noi, perciò deve essere un giro speciale, in luoghi belli con strade esaltanti ma passando possibilmente da posti non raggiunti fino ad ora, tranne per alcuni da cui è obbligatorio passare
17 giugno 2011


Partenza:  Vimercate
Partenti:   8
4 da Vimercate: Carlo, Enrico, Alex, Norberto
4 da Biella: Alex2,Giacomo, Gianni, Marco
Moto:  BMW R1100RS - R1100S Boxer Cup – R1200RT – Honda X11 Suzuki GSXR600 – Aprilia Pegaso 650 – Honda Varadero – Aprilia Falco
Periodo:       20-22 Agosto 2010
Principali località attraversate: Susa - Moncenisio - Modane - Galibier - Briancon - Embrun - Savines le Lac - Dignes les Bains - Castellane - Trigance - Aiguines - Verdon - Guillaumes - Gorges de Daluis - Valberg - Gorges du Cians - Beuil - Touet sur Var - Lantosque - Tourini - Jausiers - Vars - Guillestre - Agnello - Saluzzo - Alessandria.
 

E’ il giro del 10° anniversario di uscite in moto insieme per alcuni di noi, perciò deve essere un giro speciale, in luoghi belli con strade esaltanti ma passando possibilmente da posti non raggiunti fino ad ora, tranne per alcuni da cui è obbligatorio passare. Per cui dopo un lungo periodo di scelte, consultazioni su Internet, ripensamenti sulle strade da fare e posti da visitare decidiamo di andare dove scelgo io: Francia e Gole del Verdon, ma siccome non è ancora soddisfacente, aggiungiamo pure le gole del Cians e del Daluis e il Col del Turini, sconosciuti a tutti noi.

Primo giorno (km. 440): ritrovo a Carisio e dopo caffè, baci e abbracci partiamo alla volta di Susa dove ci attende la solita pioggia fantozziana, per cui ci fermiamo ad un distributore con tettoia dove ci mettiamo le tute da acqua. Per fortuna durante l’ascesa al Moncenisio smette di piovere e compare un po’ di sole: il panorama è bellissimo e la strada pure, il traffico è poco così ci possiamo godere appieno entrambi. Arrivati in cima ci attende uno spettacolo eccezionale: dalla parte francese c’è il sole mentre da quella italiana ci sono nuvole basse che coprono parzialmente il lago, ma contribuiscono a rendere più singolare la vista. Ci fermiamo il tempo di mangiare una gustosa baguette strapiena di roba e berci una birra (prezzo modico) e fare le numerose foto di rito.
Riprendiamo la strada verso Modane, St. Michelle de Maurienne, quindi il col du Telegraph, dove ci fermiamo per poco, giusto il tempo di qualche foto, seguito dal Galibier, che offre sempre un panorama stupendo anche se ci sono molte nuvole scure e la strada è umida, e anche qui foto di prassi. Ripartiamo alla volta di Briancon, che saltiamo perché già visitata, e scendiamo ancora a sud verso Embrun e Savines le Lac, sul lago di Serre-Poncon. Qui per la prima volta ci rendiamo conto di essere in agosto: panorama bello ma traffico caotico, gente dappertutto, famiglie a spasso e turisti ovunque: ma dove andate? Pur avendo come meta finale del primo giorno l’arrivo il più vicino possibile a Castellane, decidiamo di fermarci a dormire a Savines, ma non c’è posto in nessun albergo. Per fortuna l’agenzia del Turismo del posto dopo qualche telefonata ci trova tre stanze in un hotel a pochi km. da li, a Reallon, leggermente in montagna, dove ci siamo trovati bene ma essendo isolato non c’era alcun posto dove andare dopo cena, per cui obbligo di andare a dormire abbastanza presto!

Secondo giorno (km. 335): il mattino è splendido, aria fresca e limpida, nemmeno una nuvola in giro. Dopo un abbondante colazione, si parte alla volta del lago che seguiamo per un bel tratto, la strada si snoda in maniera armoniosa e invita ad una andatura sostenuta ma prudente in modo da divertirci nella guida ma anche di goderci lo spettacolo che si presenta davanti. 

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Sosta in un punto panoramico ci fermiamo a scattare le solite foto, e poi ancora in moto verso Castellane e le Gole del Verdon: siamo stupiti dall’assenza di traffico, e si che siamo in Agosto e in luogo molto turistico e anche se è abbastanza presto (c.a. le 9.00) pensavamo di trovarci più intruppati: la Route Napoleon è grande anche in questo! Arriviamo a Castellane verso le 11.30 sotto un caldo spietato (il termometro segna 34°) e dopo due brevi soste per rifocillare noi stessi (con bottiglie d’acqua) e le bimbe, ci rimettiamo in viaggio per le famosissime Gorges. La strada che abbiamo scelto è quella che va in senso orario, in modo da avere la vista delle Gole sempre sulla nostra destra e fermarci più agevolmente. Difficile dire quanto sia suggestiva la vista dall’alto di questo immenso canyon, con le sue pareti che si innalzano fino a c.a. 1.000 metri e permettono di vedere il fiume in basso che sembra un rigagnolo. In molti punti, comunque, le gole sono percorse da sentieri che arrivano fino al fiume e ci sono moltissime persone sulle rive. Ci fermiamo per la sosta pranzo in un ristorantino posizionato su uno degli strapiombi e ci godiamo finalmente un po’ di frescura ed ettolitri di acqua! Continuando arriviamo al ponte sull’Artuby, che si eleva altissimo su un crepaccio e da dove i più arditi fanno il bungee-jumping, naturalmente noi avendo il tempo contato non abbiamo potuto cimentarci … Dove poi il fiume si butta nel lago di Sainte Croix che è il punto più basso, sono sorti numerosi prefabbricati dove si possono noleggiare barchette e pedalò per andarsene in giro sul fiume: anche se il posto è spettacolare è quello che ci è piaciuto di meno per il troppo caos: dopo tutto il tratto precedente quasi in solitaria sembrava di essere a Rimini! Risalendo lungo la strada, sempre bellissima, curvosa ma non pericolosa, siamo arrivati ad uno dei punti più rinomati: le Point Sublime. Qui un breve sentiero porta ad una piattaforma sporgente nel vuoto da cui è possibile ammirare un lungo tratto delle gole ed il panorama è decisamente unico e spettacolare! Dopo un’altra breve sosta e diverse bottiglie d’acqua (il caldo è sempre atroce) scolate ammucchiati nel piccolo cerchio d’ombra fornito da un albero, ci rimettiamo in cammino verso le Gorges de Daluis, che non sappiamo come siano, ma dopo il Verdon pensiamo che tutto ciò che vedremo sarà certamente inferiore. Che sbaglio! Non vorrei dire una eresia, ma queste, pur più basse e meno estese rispetto altre altre, sono quasi più spettacolari! Dopo il primo tratto quasi “normale”, la strada si fa più tortuosa, le montagne intorno diventano rosse e il panorama diventa incredibile: con i suoi strapiombi, il fiume in basso e il nastro d’asfalto che scorre tra le rocce merita una sosta ogni poche decine di metri. Anche qui vediamo un ponte che serve per i lanci, anch’esso altissimo è molto più stretto del precedente e la balaustra in metallo non sembra affatto resistente, per cui ne stiamo un po’ distanti. Questa non è decisamente una strada per smanettoni, non c’è letteralmente spazio per pieghe troppo decise, si rischia che dopo la curva la strada devii all’improvviso e giri intorno ad una roccia facendo una stretta “U”! Visto che ormai è pomeriggio inoltrato dobbiamo dirigerci verso Guillames il posto dove speriamo di trovare da dormire, così ripassiamo da Castellane in tutta fretta, superiamo Vergons, ma quando arriviamo non c’è nessun albergo che abbia posto! Sono già le 18 passate così andiamo all’Agenzia per il Turismo sperando nel miracolo del giorno precedente, ma qui non telefonano a nessun albergo, si limitano a fornirci dei numeri di telefono e dobbiamo arrangiarci da soli. Per fortuna abbiamo un paio di amici che masticano francese e, ancora più fortuna, trovano posto in un albergo a Valberg, ma dobbiamo affrettarci perché ci tengono le camere solo per mezz’ora dopodiché le danno via, vista la grande richiesta! Fare 30 km. in mezz’ora non sarebbe granchè, solo che in montagna si va più piano e poi inizia a piovigginare! I primi due ad essersi rivestiti partono per primi e alla fine riescono ad arrivare in tempo per fermare le camere, così che riusciamo sistemarci. Ci va anche bene perché l’Hotel Chalet Suisse è davvero carino e confortevole, in più ha prezzi modici. Dopo una bella mangiata in un ristorantino, ci facciamo quattro passi e poi tutti a nanna!

Terzo giorno (km. 575): è la tappa più lunga ed anche la più brutta perché se è vero che ci aspettano tanti km. di strade belle è anche vero che quelle strade ci riportano verso casa: ormai ci avevamo preso gusto a stare in giro (e quando non c’è gusto ad andare a spasso in moto?)! Comunque dopo una bella colazione ci mettiamo in viaggio abbastanza presto e per le 9.00 siamo già sulla strada per le Gorges du Cians che vanno da Beuil a Touet sur Var, anche queste molto spettacolari, anche in modo diverso dalle precedenti, e anch’esse con le rocce rosse. Qui la strada anziché snodarsi in alto sulla cima delle pareti di roccia, scorre in basso al livello del fiume ma lo spettacolo non ci perde per niente! Tutto il tragitto meriterebbe di essere fotografato tanto è spettacolare, e ad un certo punto c’è un tratto (poche centinaia di metri) in cui c’è un dentro-e-fuori da corte gallerie scavate nella roccia che visto da lontano ricorda un toboga. Purtroppo per i nostri gusti questo pezzo è troppo corto (c.a. 25 km.) e così ci dirigiamo verso Levens, Lantosque ed il Colle del Turini, apprezzando anche in questo caso la strada molto bella e la totale mancanza di traffico: da non credere, siamo in Agosto ed è domenica!

Non si può descrivere a parole la strada che sale in cima al Colle, un susseguirsi di curve e controcurve dall’inizio alla fine, con punti anche pericolosi dove se si non si è prudenti si rischia di tornare a valle direttamente dai precipizi (qualcuno l’ha inserita nell’elenco delle 10 strade più pericolose del mondo)! Arrivati in vetta ci facciamo le solite foto al cartello e poi dentro il bar che per anni ha ospitato, e continua a farlo, i più grandi nomi del rallismo mondiale e non solo quello: forse sarà suggestione ma sembra di respirare un’aria diversa e ne siamo un po’ contagiati, anche perché è letteralmente tappezzato di foto e poster con le firme di tutti grandi campioni del volante. Dopo una abbondante bevuta (poca birra e tanta acqua, anche oggi temperatura a 32°) ci rimettiamo in moto per Valdeblore e il Col de La Bonette, che i francesi dicono essere il passo più alto d’Europa, ma stando ad altri quell’altitudine si riferisce ad un punto dove la strada è asfaltata ma finisce e bisogna ritornare un po’ indietro per traversare il valico, per cui non può essere considerato passo. A parte queste diatribe, la strada è magnifica, con un susseguirsi di curve guidabili e pochissimi tornanti, sempre fiancheggiati da panorami stupendi anche se per l’altitudine sono piuttosto brulli, ma in giornate come quella che abbiamo trovato noi, la vista sulle montagne “vicine” e incredibile. In cima c’è una roccia a punta con una targa affissa che ricorda come la strada da Nizza a Briancon sia stata classificata “Imperiale” da Napoleone il 18 Agosto 1860: essendo oggi è il 22 Agosto le facciamo gli auguri per i suoi 151 anni, ma non li dimostra! Sono già le 14.00 e ci aspetta ancora un lungo tragitto fino a casa, per cui via in cerca di un posto dove pranzare: per fortuna lo troviamo lungo la strada a quota 2.000 m. ed il posto si chiama proprio così “Halte 2000”. In più abbiamo fortuna perché si è liberato una specie di gazebo ombreggiato, dato che tutti i posti dentro sono occupati e gli unici liberi all’aperto sono sotto il sole! Buona mangiata: insalatone con dentro di tutto, dal salame, all’anguria, formaggio, ravanelli ecc. condito con una salsa non meglio identificata ma buona, annaffiato da una birra ghiacciata e poi da bottiglie di acqua fresca! Passiamo velocemente il Col de Vars, giusto il tempo di qualche foto, poi si riparte verso il Colle dell’Agnello che ci riporterà verso casa. Anche in questo caso le parole non bastano a descrivere quanto sia bella e appagante la strada che conduce verso la vetta: si parte da una ampia vallata in cui il percorso si snoda in ampie curve per arrivare ad essere una specie di serpentone che si inerpica a zig-zag sul lato della montagna, anche qui con pochi tornanti secchi ma con molte curve più dolci che invitano a continui destra-sinistra ben raccordabili. Una particolarità di queste strade è che ai lati c’è la riga bianca tratteggiata, che oltre ad essere utile in caso di nebbia, è anche bella da vedere dall’alto. Purtroppo dalla cima vediamo che la parte italiana della strada è coperta da nuvole basse che non lasciano vedere niente, ma ormai dopo l’Agnello possiamo anche considerare finita la nostra gita, visto che quello che ci aspetta da qui a casa è un lungo e noioso tratto di trasferimento attraverso paesini trafficati e un ultimo pezzo dritto di autostrada! Dopo tutto quello che abbiamo goduto questo ci sembra una tortura. Con i nostri amici e compagni di viaggio ci salutiamo a Savigliano dove i due gruppi prenderanno strade diverse in attesa di ritrovarsi per una nuova gita.

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