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Il passare qualche giorno consecutivo in sella fa aumentare esponenzialmente la confidenza e il piacere di guida
“Una strada bellissima” è un’espressione che più soggettiva non si può. Si tratta del percorso ideale per fresare un paio di millimetri di saponette o offre invece uno scorcio mozzafiato su un patrimonio dell’umanità? Sia il primo che il secondo hanno la loro ragion d’essere, ma quella che per qualcuno si è rivelata una deviazione irrinunciabile, per voi potrebbe essere un’irritante perdita di tempo. Nel dubbio, chiedete. Ve lo diciamo per esperienza personale.
Non esagerate con le distanze, e soprattutto non fidatevi dei consigli altrui. Ognuno di noi ha una
sua resistenza, percezione della fatica, capacità di apprezzare e godersi i chilometri in sella – per non parlare di abitudine al passare tempo in sella – che varia incredibilmente fra una persona e l’altra. Ci sarà chi vi dice che una giornata da 700 chilometri è una passeggiata di salute, e chi invece rabbrividirà se gli prospettate chilometraggi a tre cifre.
Partite poi da un assunto inviolabile: i chilometri non sono tutti uguali. Per quanto crediate di essere veloci nella guida, un misto di montagna vi richiederà molto più tempo e fatica rispetto all’identica distanza in autostrada. Il fatto che il primo sia molto più divertente significa che non vi annoierete e che endorfine ed adrenalina (speriamo meno…) vi terranno più svegli ed attivi, ma a fine giornata la fatica si farà sentire molto di più. Tutto questo per dire che pianificare un viaggio a Santiago di Compostela tutto per statali con andata e ritorno in una settimana potrebbe anche essere fattibile, ma non è detto che tutti lo trovino ugualmente divertente, gratificante e sicuro. Un suggerimento? 400km al giorno sono un buon riferimento iniziale. Allungate pure di un 50% sui tratti autostradali.
Il viaggio in moto è un’occasione per vivere la propria cavalcatura con un’intensità normalmente fuori portata nel resto dell’anno
Infine, tenete in considerazione le forti escursioni termiche e di altitudine. Anche in questo caso, il consiglio può sembrare banale ma non lo è affatto: il fatto che in città a giugno si crepi di caldo non significa che in cima ad un passo dell’Engadina di oltre 2000 metri non ci sia un metro di neve a bordo strada e una temperatura attorno allo zero per buona parte della giornata. Passare da qualche centinaio di metri sul livello del mare ad oltre mille per poi riscendere – e magari farlo per tutta una giornata – è per il fisico uno stress non indifferente, e contribuisce ad allungare (metaforicamente) un pochino ogni chilometro percorso. Con questo non vogliamo suggerirvi di evitare questo genere di tragitti (anzi!), ma solo di tenere presente il fattore nel calcolo delle percorrenze. E nell’equipaggiamento, perché il giubbotto tecnico traforato che è l’unica soluzione per sopravvivere all’afa della pianura potrebbe rivelarsi un grossolano errore in quota. Ma di questo ne parleremo più avanti.
Infine, a corollario di quanto sopra, il fattore che non potete e non potrete mai controllare. Il meteo. Se siete di quelli che accolgono l’arrivo di un acquazzone in moto con la serenità di chi indossa l’antipioggia e ringrazia il cielo per il fresco che porta, o magari affrontano l’arrivo di un banco di nebbia e nuvole basse come una sfida da vincere, passate pure oltre. Se invece per voi la bella guida è fondamentale, e una giornata di pioggia durante la vacanza corrisponde ad un lutto irreparabile, avete due possibilità: cambiare data o cambiare destinazione. La prima non ve la stiamo a spiegare: i siti di meteorologia sono lì per quello, e al perdurare di previsioni nefaste vi basta, se ne avete la possibilità, rimandare la gita.
Ma la soluzione non è sempre praticabile, dunque potete prendere in considerazione l’alternativa. Ovvero definire diversi possibili viaggi, in direzioni più differenziate possibile, e scegliere quello che vi offre le maggiori garanzie di bel tempo a qualche giorno dalla partenza – 72 ore sono ormai un traguardo in cui l’affidabilità delle previsioni è sufficiente. A quel punto, non vi resta che partire, e magari prenotare il posto dove dormire. Ma della pianificazione ne parleremo alla prossima puntata.