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E’ luglio, la pianura è caldissima e starci vestiti da moto non è così piacevole.
E allora cerchiamo le montagne più alte d'Europa, sopra i 2700 metri, collegandole a due passi da circa 2000 metri: il colle Madeleine 1993 mt. e colle Glandon 1924 mt. con paesaggi che le sole parole non possono descrivere, strade solitarie perfette per le due ruote e che vorremmo fossero senza fine.
Il confine italo-francese segnato dalla catena Alpina unica in Europa è quanto di meglio si possa volere, soprattutto nelle caldi estati sia su strada che in offroad e allora si parte per un nuovo anello che da Torino si snoda dalla Val Susa al colle del Moncenisio (2083 mt.), si scende a Lansleburg e si risale il colle dell’Iseran (2770 mt.) direzione Albertiville e si risale per il colle Madeleine (1993 mt.) fino a La Chambre, per poi scalare il colle Glandon (1924 mt.) e giungere sulla strada che collega Briancon a Grenoble risalendo il colle Lautaret (2058 mt.) l’Izoard (2360 mt.) e terminare con il colle Agnello (2744 mt.).
Non è una passeggiata, è un tour per macinatori di chilometri, da spezzare volendo in due giorni; noi partiamo presto alle 7,30 del mattino, così il traffico di avvicinamento alle montagne è ancora dormiente, siamo al Moncenisio con il suo lago e diga di pietre, i pochi bar e una panetteria: una buona tappa per fare un po' di provviste o scaldarsi se capita che il sole si nasconda.
Il tratto che collega Susa a Lanslebourg è una strada ben tenuta con larga carreggiata e paesaggi mozzafiato, non dimentichiamoci di fare carburante prima di salire al passo, fino alla totale discesa sul versante francese non ci sono stazioni di servizio e a Lanslebourg c’è solo un self, che spesso funziona solo con carte e non contanti.
Si prosegue a destra in un bel lungo valle verso Bonneval, nel caso ci passaste verso ora di pranzo al ristorante Vieux Pont si può mangiare all’aperto davanti alla propria moto ben in vista, poi la strada ricomincia a salire ed è la prefazione della grande scalata al passo tra i più alti d’Europa: l'Iseran 2770 mt., che ci porterà fino ai piedi del ghiacciaio Grand Pisaillas dove anche a luglio si scia.
Qui la guida deve essere assolutamente attenta e prudente: precipizi a perdita d’occhio, passaggi e tornanti stretti, biciclette e a volte se si è sfortunati come nel nostro caso si raggiungono le nuvole e la vista risulta azzerata, se poi anche la pioggia e il freddo fanno la loro parte allora sì che diventa già solo l’Iseran una meta!
Lontani dai 35° in città, salendo ne troviamo 9 e la strada è bagnata, ma fortunatamente l'Africa Twin 1100 con DCT e manopole riscaldate è così fluida e veloce nei cambi di direzione che ci porta in vetta rendendo l’ultimo tratto meno gravoso, la strada alla destra del passo porta alle piste da sci, il lago in alcuni punti è ghiacciato, è l’11 luglio eppure qui pare gennaio.
Questo è l’Iseran: la vera montagna dai forti contrasti, ma andare in moto è anche questo: continua a piovere anche scendendo in Val d'Isere, il fiume è il nostro unico compagno di viaggio, le temperature diventano più umane e perfette 22-23° e smette anche di piovere, cominciamo ad avvicinarci al fondo valle verso Alberville, che merita una pausa nel paese Moûtiers: la piazza principale ha diversi localini tipici e poi si respira anche un po' di storia, in questa che fu via di collegamento tra la Gallia e la Pianura Padana voluta da Augusto, un’importante arteria romana.
Da qui si prende un piccolo tratto di autostrada gratuita, si esce vrso il colle Madeline, e qui l’anello del nostro tour entra in zone poco esplorate e dalla totale assenza di auto, la strada è un po' strettina in alcuni punti, l’asfalto è in via di rinnovamento quindi a breve sarà perfetta, guidare in totale assenza d’auto pare impossibile ai giorni nostri invece è così: ne abbiamo incontrate solo un paio lungo il tragitto, sulla strada solo mucche libere!
Si guida felici immersi in un paesaggio incantato, solo noi, la moto e infinite curve.
Scendendo dai 1993 metri si giunge a La Chambre per risalire il Glandon 1924 mt. Pensavamo di avere visto tutto, ma questa strada è incredibile, sempre poco traffico e tortuosa il giusto, continui cambi di direzione su curve veloci, sembra disegnata e voluta da un pilota e poi quando inizia la discesa e pensi che tutto sia finito... un lago si apre alla vista, e una piccola deviazione ci porta fino agli argini.
Il blu dell’acqua si confonde con il cielo, solo le verdi montagne a separare i colori, il vento increspa l’acqua e l’unico rumore è una melodia di piccole onde, qui ci si deve fermare, non c’è nulla per una sosta pasto, ma il lago Grand Maison a circa 1700 mt. merita di essere visto.
Proseguendo lungo la discesa vediamo la grande diga che lo contiene, pare un muro infinito, il mondo normale sembra così lontano da questi paesaggi, stiamo così bene che non pensiamo nemmeno di fermarci per pranzare, nutriti dalle sole emozioni e dal piacere della guida, non vorremmo più separarci dalla nostra moto.
Ma come tutte le cose belle c’è sempre una fine, raggiungiamo la strada che collega Grenoble a Briancon, svolta a sinistra e non siamo più soli, si torna alla vita normale con molte auto ma anche servizi, dai benzinai a luoghi per eventuali acquisti.
Senza fermarci continuiamo per il Lautaret 2058 mt, un colle con strade ben tenute e curve scorrevoli meta di molti motocilisti sia francesi che italiani dove non mancano ristoranti e bar in vetta come anche i velox: in Francia se fermati dalle Forze dell’Ordine per infrazione il pagamento è immediato in contanti! Quindi occhio a velocità e divieti di sorpasso! Ma almeno la manutenzione delle strade viene eseguita regolarmente. Quindi meno rischi di cadute accidentali.
Infine via sull’Izoard, è tardo pomeriggio, i 2.360 metri della vetta sembrano lontani, ma ci ritroviamo presto in questo paesaggio unico e lunare.
Le ombre e la luce calda del Sole danno ancora più misticismo a questi monti, ci si può distrarre lungo la discesa, ma attenzione la strada non perdona non ci sono protezioni e i precipizi paiono infiniti, meglio fermarsi e guardare ciò che ci circonda con calma, abbiamo con noi il binocolo Nikon Prostaff 7S 8x42, niente di meglio per ammirare le incredibili guglie dell’Izoard.
Un tratto di rettilineo piuttosto lungo ha un po' di sporco per terra che obbliga ad una guida particolarmente attenta e prudente, nessun problema per la nostra Honda, ma con un mezzo più sportivo potrebbe crearsi qualche imbarazzo al pilota, la prudenza è d’obbligo!
Pare strano trovarsi alle 7 di sera ancora tra queste montagne, solitamente si è verso casa, ma è tutto così bello che non si vorrebbe andar via e allora il colle dell’Agnello è lì che veglia su di noi e ci aspetta con i sui 2744 metri di altezza tra curve e poco traffico, visto l'orario.
La vetta segna il confine italo-francese, abbiamo il versante a Pontechianale delle Alpi Cozie coperto di nuvole, quello francese soleggiato. Tutto è perfetto ci sono 23°, all’Iseran questa mattina alla stessa quota pareva inverno, che potere la moto: la qualità del tempo non ha prezzo!
Passiamo vicino al lago di Ponte Chianale e finalmente lo vediamo anche in estate: solitamente ci veniamo sempre a gennaio per l’Agnellotreffen ed è il solo bianco della neve a dominare su tutti i colori.
Per gli amanti di questo evento invernale vi ricordiamo che è confermato per gennaio 2021, probabilmente dal 22 al 24. Rino, Manuel e Claudio - gli organizzatori anche della Gibilterra Race - sono già al lavoro, qui info in continuo aggiornamento.
Non è solo il paesaggio a cambiare, ma anche la strada non è più una tavola, quindi occhio attento a dove si puntano le ruote!
Torna anche il caldo giungendo a Saluzzo, per fortuna è sera, il Sole cala e le mura medievali della cittadina si tingono di caldi colori, presto lasceremo la provincia cuneese per tornare in quella di Torino, e il nostro viaggio volgerà al termine.
Buona avventura,
Fabrizio Gillone
Qualche consiglio prima di partire
Oltre a verificare che il mezzo sia sempre in ordine e in questa sezione di Moto.it troverete gli approfondimenti, è molto importante la forma fisica, sicuramente i continui cambi d’altitudine oltre i 2000 metri non sono facili d’affrontare per chiunque soprattutto per chi non va spesso in alta quota, quindi è molto importante aver riposato bene prima della partenza ed essere alimentati correttamente.
Durante il tragitto quando ci si ferma non abbondare con i pasti, anche perché le temperature potrebbero rapidamente cambiare e il freddo non aiuta la digestione.
Fondamentale è l’abbigliamento tecnico: giacca e pantalone devono essere in grado di adattarsi a tutti i climi quindi una 4 stagioni multistrato è l’ideale.
E' importante che il casco abbia sia ventilazione per il caldo che buona chiusura della visiera sulle guarnizioni della calotta per il freddo.
Le mani sono sempre molto esposte quindi sensibili alle variazioni di clima ma anche a rischio in caso di caduta, ancora troppo spesso vediamo motociclisti sprovvisti di guanti.
Meglio ancora portare con sé un secondo paio di scorta, più pesante o più leggero rispetto a quello che si indossa.
Le calzature soprattutto in caso di pioggia sono fondamentali, protezioni e impermeabilità irrinunciabili.
Programmazione e pianificazione del percorso sono sempre importanti, verificando anche la capacità del serbatoio e programmando i rifornimenti e i luoghi in cui fermarsi per qualche sosta, navigatore sempre con sé, fotocamera, binocolo per non perdersi nulla lungo il percorso.
Infine ricordate i colori delle indicazioni stradali, che sono invertiti in Francia rispetto a noi: in verde i cartelli delle statali principali, blu le autostrade e prima di affrontare un passo prestare attenzione all’indicazione che sia aperto e occhio anche al mete, viste le altezze che si raggiungono.
Abbigliamento e accessori di viaggio
Casco: BELL MX-9 Adventure
Tuta: SPIDI VOYAGER 4 SUIT
Guanti: SPIDI G-CARBON e ProGrip
Stivaletti: SPIDI XPD X Goodwood
Navigatore: Garmin ZUMO XT
Borsa serbatoio Givi 15 L XS320 TANKLOCK
Fotocamera: Nikon Z50 con ottica 16-50 VR
Binocolo: Nikon Prostaff 7S 8x42