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E così il nostro animo curioso come quello di un bambino, ci porta a cercare la quarzite, la pietra citata da Leonardo, ma non seguiamo un percorso qualsiasi, bensì quello raccontato nel libro Motoviso, presentato lo scorso anno durante l’evento Agnello Biker Repubblic in cui la nostra redazione era media partner, quindi come dire: dalle parole scritte al viaggio direttamente, ma pensate in compagnia di chi? L’autore del libro: Fabrizio Bruno non potevamo avere guida migliore!!!
Il tour della Montagna di Leonardo (Km 60 + 10) parte dall’imbocco della Valle Po, al cospetto del Monviso, da Saluzzo o da Revello, a seconda della località dalla quale si stia arrivando. Salendo verso le sorgenti del Po, si hanno due opzioni:
La prima inizia da Revello, tocca Rifreddo, Sanfront e Paesana, mentre la seconda dopo Saluzzo, transita da Martiniana Po, Gambasca e all'imbocco dell'abitato di Sanfront si innesta sull'altro percorso.
Noi abbiamo scelto di passare da Rifreddo, ma in ogni caso, una volta giunti a Paesana è necessario cambiare direzione e puntare a Nord, lasciandosi alle spalle la sagoma del Monviso e raggiungendo in breve il punto di valico, a poco più di 600 metri, che è la Colletta di Barge, alla quale arriviamo dopo una divertente serie di curve e tornanti, transitabili e liberi dalla neve anche in pieno inverno.
Questo tratto di strada è più divertente da percorrere in salita, specialmente in estate quando l’asfalto caldo e asciutto invita ad aprire il gas e concedersi qualche piega, divertendosi senza rischiare e restando nei limiti imposti dal codice della strada.
Ma oggi, malgrado il sole eccezionale, procediamo con prudenza, perché le curve esposte a Nord possono essere fredde e viscide, siamo pur sempre in pieno inverno.
A poca distanza dal centro della frazione Mondarello svoltiamo a destra di 90 gradi e iniziamo la ripida e divertente salita fino ai 923 metri di quota della sommità asfaltata del percorso, davanti all’ingresso del complesso della Trappa e di fronte all’omonimo ristorante che è “amico dei motociclisti”.
Decidiamo, ovviamente, di visitare la Certosa del Monte Bracco, dove alla nostra guida turistica d’eccezione, Fabrizio Bruno, toccherebbe raccontare la storia e le peculiarità di questo antico monastero le cui origini risalgono al XIII secolo.
Però la gentilissima ed ospitale Signora Mariuccia, che “gestisce” il complesso custodendo le chiavi e controllando “chi va e chi viene” con il suo occhio attento, insiste per farci da cicerone in questa splendida giornata di sole a metà febbraio.
Anzi, ci “impone” cortesemente di entrare con le moto nel cortile principale dell'antico convento, altrimenti vietato ai mezzi a motore dei turisti, chiedendoci di parcheggiare di fronte alla sua abitazione.
Così dopo le foto e i filmati di rito, visitiamo con calma il porticato, la chiesa di Santa Maria con i suoi affreschi recentemente restaurati, il piccolo e pregevole chiostro in fase di risistemazione e tutte le altre meraviglie che la Signora Mariuccia ci invita a scoprire.
Ci troviamo al confine dei comuni di Barge e di Envie, nel punto di separazione tra i loro rispettivi territori, che passa proprio all’interno del grande cortile ai lati del quale si trovano le antiche celle dei religiosi ora trasformate in abitazioni di villeggiatura.
Da sottolineare il fatto che il Monte Bracco è stato citato da Leonardo Da Vinci (da qui il nome recente di “Montagna di Leonardo”), come luogo di estrazione della pregiata quarzite, pietra da ornamento, rifinitura e costruzione, conosciuta da oltre mille anni e ancora oggi apprezzata in diversi ambiti edilizi.
Ricordiamo anche i riferimenti dell’unico ristoro presente di piatti tipici locali: “La Locanda della Trappa” ( 3457853894 ) aperta nei periodi di maggiore affluenza turistica o su prenotazione, parcheggio e vista a perdita d’occhio.
Siamo in sella a due Honda: Fabrizio Bruno sulla sua intramontabile Varadero ancora a carburatori, la prima serie con un’infinità di chilometri di cui forse si fa prima a dire gli stati in cui non è stata, impossibile separarli, come dice lui giustamente: “Non ha mai niente, funziona sempre!” Dopo 21 anni di viaggi insieme impossibili separarli.
Noi con la nostra fedele compagna d’avventura Africa Twin CRF 1100 DCT Adventure Sports con cui continuiamo a scrivere il nostro personale libro di fantasiosi viaggi senza confini, seppur soli 2 anni con lei, già molte avventure alle spalle e poi ci sono i precedenti di quasi 30 anni sulle Afriche.
In altre stagioni e viaggiando in sella a dei mono tipo motoalpinismo oppure enduro race, si potrebbe raggiungere la pianura con grande divertimento e impegno scegliendo tra almeno due strade sterrate che scendono rispettivamente su Occa di Envie e su Paesana.
Fabrizio Bruno le ha percorse a fine gennaio con una Beta Alp 200 e racconta del pessimo stato di manutenzione, che obbliga a qualche seria attenzione e prudenza, solo per veri smaliziati enduristi.
Sarebbe bello raggiungere la sommità del monte, dove troneggiano le croci di Envie, Rifreddo e Sanfront, poste in sequenza sulla cresta sul filo dei 1300 metri sul livello del mare, dove è presente anche il rifugio Mulatero, molto apprezzato dagli escursionisti locali.
Le prime due croci sono corredate da un moderno sistema di illuminazione e sono visibili a chilometri di distanza sia dalla provincia di Cuneo, sia da quella di Torino.
Il panorama diurno visibile dalla parete a strapiombo verso Est è veramente mozzafiato, ma oggi noi ci accontentiamo di quello, peraltro eccellente, che ci è concesso dal piazzale della locanda.
La vista che si percepisce senza ostacoli, in un silenzio infinito con il solo vento che suona le foglie che prende velocità dalle Alpi Cozie per poi scendere verso le pianure del saluzzese e torinese, ti immerge in un’estasi di pace totale!
La ripida strada montana, in pochi tornanti fa allontanare dal mondo reale, quasi una macchina del tempo che ti catapulta indietro di 1.000 anni, dove storia e natura suonano la loro musica.
Il tempo stringe e il nostro tour deve continuare.
Dopo un caffè con gelato nel centro di Barge, Fabrizio Bruno, nativo di queste zon,e torna verso casa in direzione di Envie e prosegue passando dal gioiello dell’architettura religiosa piemontese che tutto il mondo ci invidia, l’abbazia di Staffarda, costruita nel XII secolo dai monaci Cistercensi nel territorio di Revello, a poca distanza da Saluzzo, Capitale dell’Antico Marchesato, punto di arrivo di oggi e partenza del nostro prossimo tour.
Noi invece verso la provincia torinese, le ombre delle nostre moto si allungano rapidamente, da Barge a Bagnolo in Val Pellice passando per Bibiana e tornare verso casa.
L’opportunità di questo percorso è quello della fattibilità tutto l’anno, le strade sono normalmente aperte salvo nevicate eccezionali e in estate si può rapidamente trovare refrigerio senza per forza percorre troppi chilometri dalle città in pianura.
Amici di Moto.it la primavera è alle porte, il gelo si sta facendo da parte per lasciare sbocciare i primi fiori, è il segno che forse anche per noi tornerà il sereno su nuove mete e presto saremo ancora felici e impavidi nel segno dell’avventura!
Buon viaggio e vi aspettiamo per il prossimo tour, chissà quale capitolo del libro si aprirà?
Fabrizio Gillone - Fabrizio Bruno & Laura
Strumenti utilizzati:
Moto: HONDA AFRICA TWIN CRF 1100 DCT Adventure Sports
Casco: BELL MX-9 Adventure
Maschera occhiale: FMF POWERCORE FLAME
Tuta: SPIDI ALLROAD
Guanti: SPIDI G-WARRIOR
Fotocamera 1: NIKON Z50 con ob-16-50 VR
Fotocamera 2: NIKON Z6II con ob 24-200 VR
Action cam: DJI Action 2
Zaino: THULE
Borsa Serbatoio: GIVI 15 L
Borsa portapacchi: TEX ForteGT 70070
Pneumatici: ANLAS WINTERGRIP PLUS