Viaggi in moto. Dalla Calabria allo Stelvio

Viaggi in moto. Dalla Calabria allo Stelvio
Sono quindici anni che guido moto e come tutti ho dei sogni. Tanti, ma uno in particolare: raggiungere il Passo dello Stelvio in sella alla mia Kawasaki Ninja partendo dal mio paese, Carpanzano, in Calabria
17 gennaio 2014


Una gran bella tappa, poi con una moto come la mia, una Kawasaki Ninja, sembrano davvero troppi i chilometri che mi separano dall’obiettivo. L’anno 2013 sembra essere quello giusto. Decido di partire, quando? A giugno.
Comincio dal mese di maggio a contare i giorni mancanti alla partenza ma il meteo non è incoraggiante; pioggia, neve sulle Alpi, mi costringono a temporeggiare.
Nell’attesa ho altre cose da fare, informarmi sul viaggio, acquisire ogni notizia utile per chi come me, per la prima volta, si cimenta in una impresa del genere.
Tante le difficoltà che ho dovuto superare, insignificanti per i grandi viaggiatori ma fastidiose per chi è ancora principiante. Per non contare i consigli, tanti scoraggianti: ascolto, cerco di cogliere il buono che mi viene detto, ma non mi lascio condizionare da chi mi vuole far desistere dall’idea di partire.

1 luglio


Il primo luglio, da solo, parto alle 7 del mattino per questo viaggio.
Non prenoto nulla, prima devo arrivare a Roma per capire le condizioni fisiche e psicologiche in cui mi sarei trovato. Molti mi hanno detto che giunto nella Capitale sarei tornato indietro, invece non è stato così; sono arrivato stanco ma non abbastanza da farmi demordere.
Comincio a fare le prenotazioni degli hotel, cambio percorso. Stabilisco tappe ed itinerari successivi: Roma – Milano; Milano – Desenzano – Riva del Garda – Madonna di Campiglio – Trento – Caldonazzo; Caldonazzo – Belluno – Diga del Vajont – Cortina d’Ampezzo – Tre cime di Misurina – Vipiteno. Vipiteno – Innsbruck – Castello di Füssen; Castello di Fussen – Passo Resia – Passo dello Stelvio; Passo dello Stelvio - Livigno – Passo del Gavia – Passo del Tonale – Milano.
Da andare solo fino allo Stelvio, ho decisamente sconvolto i miei programmi! Una volta partito non posso certo farmi scrupoli, quando capiterà di nuovo un’occasione simile?

2 luglio


Il 2 luglio sono in viaggio verso Milano: traffico e caldo rendono il percorso più stancante. Ormai ho capito che fermate superiori ai 130 km non conviene farne.
Oltre alla necessità di fare carburante, le gambe soffrono ed in particolare le ginocchia. Infatti la tuta in pelle, che decisamente mi sento di sconsigliare per viaggiare, a causa delle protezioni, provoca sulla pelle superficiali abrasioni.
Fermarsi ogni ora è un buon intervallo di tempo, poi quando si viaggia bisogna godersi il paesaggio e la gioia di volgere lo sguardo in avanti.
Arrivo a Milano nel tardo pomeriggio, dopo otto ore di guida a causa di lunghe code. Finora tutto autostrada, viaggiare ad andature legali dà la sensazione di guidare una 125 cc.
Ma la sicurezza per sè e per gli altri va garantita, per non parlare dei consumi che sono certamente inferiori. A 120 Km/h il consumo si attesta sui 20 km/l, non male.
Quando arrivo, ho tempo per riposare e per addormentarmi è un attimo.

3 luglio


Al mattino si riparte, preparo il percorso guardando la mappa stradale. Niente navigatore.
A Desenzano lascio l’autostrada, finalmente! Costeggio il lago di Garda, molto bello: strade larghe e ben curate, non molto trafficate considerato il periodo dell’anno. Quanti autovelox però!
Passando da Madonna di Campiglio raggiungo Trento ed infine il lago di Caldonazzo dove avevo prenotato. Sulle Dolomiti la prima pioggia, nessun problema. Indosso la tuta antipioggia, intera, che mi protegge benissimo dall’acqua. Con pneumatici Michelin road 2 non incontro grandi difficoltà nella guida sul bagnato, in particolare queste gomme si riveleranno un ottimo acquisto: al ritorno a casa sono quasi nuove!
Comunque, raggiunto Caldonazzo e dunque l’hotel posso riposare.

4 luglio


Al mattino, alle ore 9, il viaggio riprende. Percorro le vallate del Trentino, così belle da distrarre gli occhi e la mente. Su queste strade la moto mi sorprende, i consumi sono di circa 25.5 km/l a velocità di 70 – 80 km/h. Raggiungo Belluno, poi la diga del Vajont.
Vedere questa struttura, la montagna venuta giù, è qualcosa di struggente specie per me che ho fatto studi tecnici. Un momento di riflessione, un pensiero alle tantissime persone che hanno perso la vita in quella catastrofe.
Riparto un po’ turbato e mi dirigo verso Cortina d’Ampezzo. Bella così come la ricordavo, non mi soffermo molto a visitarla. Sono incuriosito dall’idea di vedere il paesaggio che si può ammirare dalle Tre Cime di Lavaredo.
Comincia la salita in quota lungo una strada tortuosa; in cima uno spettacolo che lascia senza parole. Ne è valsa la pena.
Riparto alla volta di Vipiteno passando da Dobbiaco. Arrivo stanco.

5 luglio


Ore 9.00, sono pronto per partire; direzione Austria e poi Germania per visitare il castello di Füssen.
Passo da Brennero e prendo l’autostrada in direzione Innsbruck. Al primo autogrill mi fermo per comprare il tagliandino che serve per percorrere le autostrade austriache. Superato il confine cominciano i problemi con la lingua, il mio inglese non è perfetto. Riesco a farmi capire, con l’aiuto di qualche gesto.
Seguo il percorso che avevo individuato, scritto e posizionato in bella vista sulla mia borsa sul serbatoio e raggiungo la meta. Non pochi sono stati i problemi per trovare l’hotel ma ce l’ho fatta.
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  Dopo aver guidato per sei ore, al castello come ci arrivo? A piedi!!! Per di più la strada è in salita. L’ho dovuta percorrere anche di fretta (con la giacca della tuta e il casco in mano) altrimenti rischiavo di non entrare nel castello. I tedeschi, giustamente, sono precisi e gli orari di ingresso vanno rispettati.
Il castello però è incantevole: se le favole sono il frutto dell’immaginazione, i castelli da favola esistono! Davvero da vedere e consigliare.
Ritorno in hotel, mangio qualcosa ed ovviamente bevo della buona birra tedesca.

6 luglio


Riparto, sono emozionato. Sto andando allo Stelvio, la ragione della mia partenza.
Arrivo a Prato dello Stelvio, dal versante Trentino. Comincia la salita, il primo tornante è strettissimo. Ogni metro è emozionante, mi sono goduto ogni momento, salendo piano quasi come se non volessi raggiungere la vetta. Una strada leggendaria, dove le moto sembrano essere nate per percorrerla.
Arrivo su, dopo tante fermate per foto di rito. Cima Coppi: 2760 m.s.l.m. Che vista! Mangio un buon panino con wurstel, krauti e senape. Una cosa leggera! In genere, durante tutto il viaggio, a pranzo ho mangiato poco e la sera facevo un abbondante pasto.
Dopo qualche ora scendo verso Bormio, dove ho prenotato l’albergo.

7 luglio


Quando riparto al mattino rivolgo lo sguardo verso la montagna, come una promessa che tornerò.
Da Bormio raggiungo Livigno, poi percorro il Passo del Gavia e quello del Tonale.
A Livigno ho acquistato un giubbetto rifrangente. L’ho fatto per la sicurezza; vedevo tanti motociclisti che l’indossavano, in particolare stranieri, ed ho deciso di comprarne uno.
Infatti un elemento di rischio per chi va in moto è la visibilità, a noi con le moto non ci vedono molto! Con questo utile accessorio sicuramente il rischio è attenuato.
Su Passo Gavia incontro mal tempo, poi la strada stretta e tortuosa ha reso a più difficile il percorso. Sono riuscito a farmi fare delle foto, malgrado la pioggia, una volta arrivato a 2652 m.s.l.m.
Finalmente arrivo a Cima Coppi. Indosso la tuta antipioggia, un ottimo acquisto che mi è stato consigliato e che mi è stato utile soprattutto in seguito.
Dal Gavia raggiungo il passo del Tonale passando da Ponte di Legno. Raggiungo infine Milano.

8 luglio


Per diverse questioni sono stato costretto ad un giorno di stop. In fondo non mi è dispiaciuto; ho colto l’occasione per “rigenerarmi” e pensare a cosa fare il giorno successivo.

9 luglio


Non torno subito verso casa. Parto per visitare i laghi di Como, Maggiore, d’Orta dove pernotto. Non faccio autostrada in modo da apprezzare al meglio i luoghi che attraverso.

10 luglio


Di buon ora, mi alzo e visito le isole del lago Maggiore, poi torno a Milano. Ormai non so più cosa significa essere stanco. Sarà l’adrenalina!

11 luglio

Riparto al mattino, ho il percorso: direzione Genova – Portofino – Rapallo – Pisa – Piombino – isola d’Elba.
Bei posti, la torre pendente ha un certo fascino. Arrivo a Piombino in tarda serata, traghetto e raggiungo l’Elba. Il viaggio in nave l’ho vissuto con qualche apprensione in quanto avevo qualche dubbio sulla stabilità della moto; devo dire che non ci sono stati problemi e l’equipaggio sa come ancorare bene la moto senza alcun danno. Arrivato sull’isola vado in hotel.
Il tramonto fa da cornice ad un paesaggio che si fa ammirare.

12 luglio


Il giorno successivo, dopo aver visitato l’Elba riparto alla volta di Roma che raggiungo verso le ore 21.00. Tardi, perché sono abituato ad arrivare a destinazione verso le sei del pomeriggio per avere il tempo di rilassarmi, mangiare e dormire.

13 luglio


Non riparto il giorno successivo, riposo per il ritorno. Ho l’occasione di riflettere e godere dei ricordi di quanto finora ho vissuto. La moto, spinta dalla mia volontà, è stata affidabilissima ed anche le borse laterali, di tipo universale, che ho acquistato. Utilissime, non ho portato con me alcun zaino altrimenti la schiena si sarebbe affaticata. Non ho avuto neanche molte difficoltà nel fissare le borse, è stato necessario realizzare un piccolo telaietto per tenerle ben distanziata dal telaio. Decido la tappa del giorno successivo: l’Abruzzo! Una scelta dettata dal fatto che non l’avevo ancora visitato.

14 luglio


Dopo un giorno di relax riparto, dunque, verso l’Abruzzo. Visito il lago di Campotosto e Campo Imperatore.
Lì si che ho incontrato un bel temporale. Vedevo verso la vetta nuvoloni neri, quindi mi sono fermato per mettere la tuta antipioggia. Pensavo: troverò pioggia ma nulla di eccezionale. Invece è piovuto tantissimo, lungo la strada tenevo i piedi che sfioravano l’asfalto perché la moto sembrava che galleggiasse. In quest’occasione ho capito cosa vuol dire partire ben equipaggiati.
Ritornato da Campo Imperatore, vado a dormire ad un B&B ad Isola del Gran Sasso. L’ultima notte fuori casa.

15 luglio

Riparto dall’Abruzzo, si torna a casa. Arrivo verso le 18.00.
E’ vero che dopo un viaggio si torna cambiati. Quando sono partito erano molte le incertezze, i dubbi che mi ponevo; tornando avevo il desiderio di affrontare un altro viaggio senza ulteriori perplessità.
Viaggiare fa apprezzare molte cose, inevitabilmente condiziona il futuro sulla base delle esperienze
vissute in luoghi diversi o di persone che si sono incontrate. E’ stato il mio primo viaggio in moto che non mi stancherei mai di raccontare.
Si è conclusa felicemente la mia impresa, certo nulla di straordinario. Di certo per me indimenticabile! Ho solo inseguito un sogno.
Credo che nella vita ognuno debba provare a coronare i propri sogni, qualcuno può dire che sia una follia ma la vera follia è non tentare.

Luigi Ponterio

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