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2 agosto Roma – Pescara – Mostar (BiH) Km. 370
Il viaggio inizia con il trasferimento da Roma a Pescara da dove un ottimo (ed economico) traghetto veloce arriva a Hvar – Stari Grad in sole 4 ore e mezzo. Da Stari Grad attraversiamo tutta l'isola fino al traghetto per il continente che arriva a Dvrenik. Nell’isola, durante il tragitto di circa 60 km., si sentono profumi inebrianti immersi come si è nella natura mediterranea splendida e rigogliosa. Solo la moto può dare queste sensazioni. La traversata verso il continente dura 1/2 ora, la piccola nave è lentissima. Da Dvreink prendiamo la via costiera in direzione Dubrovnik e a Ploce deviamo verso Mostar, la prima tappa del nostro viaggio. La strada e' bella e ben tenuta, si possono tenere medie sui 100 orari. Il traffico e' scarso ma gli slavi guidano veramente male: per la maggioranza sono lentissimi; vi è poi una minoranza che viaggia pericolosamente a grande velocità. Svoltano improvvisamente, spesso senza freccia ,quindi molta attenzione. Anche i sorpassi vanno fatti con precauzione poiché si spostano lateralmente molto spesso. Sulla strada per Mostar una breve fermata la merita Pocitelj, un borgo medioevale molto ben conservato con un bella moschea e tanta frutta fresca da comprare e consumare sul posto.
Mostar: l'avevo vista prima della guerra. Era bellissima e si respirava un'aria particolare, un sapore orientale, malgrado la sua vicinanza all'occidente. Ora è una città molto turistica che si sforza di mantenere i suoi caratteri originali ma fa fatica, assalita com'è da turisti di tutte le nazionalità. Il ponte, crollato durante la guerra, e' stato ricostruito molto bene: l'Italia e' stato il paese che ha contribuito di più, economicamente, alla sua ricostruzione, una targa lo ricorda: ogni tanto riusciamo anche ad essere fieri del nostro Paese. Resta magnifico anche se, per chi come me lo aveva visto prima dei combattimenti, tradisce un po' la sua 'modernità '. La guerra e' finta ormai da venti anni ma essa aleggia ancora in città: una pietra posta all'ingresso del ponte dice: 'remember 1993'; palazzi mezzi crollati e mai abbattuti né ricostruiti; muri di palazzi regolarmente abitati con ancora i segni dei proiettili e dei mortai; una mostra fotografica allestita nella torre di guardia del ponte che testimonia le sofferenze di questa gente. Da vedere, oltre al ponte, la moschea sita nella via principale poco prima dell'ingresso della città vecchia, il bazar, ossia la strada che conduce al ponte, dove si possono ancora trovare degli artigiani che lavorano il rame, le due case ottomane, perfettamente conservate. Interessante anche il monastero dei Dervisci sito a 12 km dalla città in direzione sud a Blagaj. Per dormire a Mostar avevamo prenotato su Booking la pensione Isa: camere piccoline, un po' scomode, ma l'accoglienza è' stata calorosissima, il costo davvero competitivo, la posizione ottima, proprio al centro: si può visitare tutta la parte interessante della città a piedi e la moto si può ricoverare nel vicolo della pensione che è senza uscita, molto riservato e controllato tutto il giorno dalla padrona della pensione. Consigliabile se non avete pretese da quattro stelle. Per mangiare, ottimo il ristorante Sdrvan specializzato in cucina locale, posto subito passato il ponte (se non vi fidate consultate trip advisor...).
Per visitare Mostar o meglio le cose più importanti della città bastano 3/4 di giornata: verso le 4 partiamo alla volta di Zabljak nel parco del Durmitor in Montenegro.
3 agosto Mostar (BiH) Savnik (MNE) Km. 224
Per la verità il nostro programma prevedeva una scappata a Sarajevo, ma il tempo terribile ci ha consigliato di non andare nella pur interessante capitale della Bosnia. La strada più logica verso Zabljiak è passare all'interno verso Trebinje, attraversare il confine con il Montenegro e puntare verso Niksic. Questa strada è bellissima, poco trafficata e molto panoramica; in particolare in Montenegro il fondo e' perfetto e la GS danza sicura tra le curve malgrado il carico. Verso Niksic splendido panorama sui laghi: merita un foto. Proseguendo verso Zabljak (che è il principale centro turistico del parco nazionale del Durmitor) la strada sale di quota e parimenti la temperatura si abbassa: grossi nuvoloni annunciano pioggia a breve. Infatti, di li a poco inizia a piovere e la temperatura scende al di sotto dei 10 gradi. Purtroppo abbiamo fatto tardi: quasi un'ora di fila al confine fra Bosnia e Montenegro ha molto rallentato la tabella di marcia ed ora, con la strada che è diventata molto stretta e scoscesa, l'acqua e la notte procediamo lentamente. Giungiamo a Savnik un piccolo paese di montagna, la mia compagna è stanca ed infreddolita: decidiamo di fermarci per la notte. Decisione sbagliata! Voi non fatelo ed arrivate, con un po' di sacrificio, a Zabljak. A Savnik, 570 abitanti, c'è un solo albergo enorme e spettrale. Sembra chiuso, invece ci danno una stanza per dormire: siamo gli unici clienti, tutto sembra decadente, ho la sensazione di un albergo fiorente degli anni '50 poi mai manutenuto ed inevitabilmente man mano decaduto. Doveva essere bello e frequentato: nella vecchia sala delle feste, ora magazzino e parcheggio della moto, vi sono tantissime sedie rotte, segno di una numerosa frequentazione passata. In una saletta chiusa e buia scopriamo addirittura una splendida roulette antica piena di polvere e ragnatele. In paese non ci sono ristoranti, siamo costretti a magiare qualcosa in albergo, anche qui i soli clienti. Una esperienza davvero particolare. La mattina dopo partenza per Zabljak e visita al parco nazionale del Durmitor, la montagna più maestosa del Montenegro ed una delle più belle di tutti i Balcani.
4 agosto Savnik – parco del Durmitor – Ulcjni Km. 185
Qui da vedere c'è la natura, splendida e davvero incontaminata: il canyon del fiume Tara, si dice il più profondo al mondo dopo quello del Colorado; i laghi con l'acqua dai colori splendidi ed i contadini con i loro magnifici covoni fatti a mano, da noi ormai completamente soppiantati dalle balle tonde fatte dalle macchine. E poi le strade, per la maggior parte panoramiche e ben tenute: un paradiso per la moto. Faccio grande fatica a lasciare queste montagne magnifiche, ma il tempo stringe ed il programma dice che oggi dobbiamo raggiungere il mare arrivando nella città più a sud del Montenegro, Ulcinj, Dulcigno in Italiano. Per raggiungerla si può fare la strada più comoda che passa per il canyon del Tara seguendo tutto il corso del fiume e giungendo a Mojkovac; di li si imbocca una delle principali strade del Montenegro (E65-E80) fino a Podgorica. Oppure si può fare una strada meno frequentata che passa attraverso i piccoli villaggi dell'interno seguendo l'indicazione per Boan e ricollegandosi poi alla E 65/E80 in direzione Podgorica. Noi non siamo tipi da strade principali ed abbiamo scelto la seconda soluzione. Se siete curiosi di “vivere” il vero interno del paese, i contadini, la montagna e la campagna; se siete pazienti perché la strada e' stretta e dal fondo pessimo; se non avete una moto proprio sportiva con la quale si faticherebbe un po', il consiglio è di scegliere la strada secondaria. Noi abbiamo fatto così e non ce ne siamo pentiti. Tornati poi sulla strada principale verso Podgorica si può visitare il monastero ortodosso di Moraca. Vale la pena perché è molto interessante, con la chiesa completamente affrescata ed un giardino meraviglioso. Poi si impiega solo mezz'ora perché il monastero e' proprio sulla strada.
Dopo la visita si supera Podgorica (da non fermarsi, assolutamente insignificante) e si punta verso la costa direzione Bar. Qui le cose cambiano. Traffico pazzesco, tra Bar ed Ulcinj ci sono 20 km: impieghiamo quasi un'ora. La costa è bellissima ma distrutta da costruzioni alte e brutte, segno di uno sviluppo turistico selvaggio ed insensato. Arriviamo ad Ulcinj tardissimo ed abbiamo difficoltà notevoli per trovare un posto dove dormire. Solo per la gentilezza di un signore del luogo riusciamo a trovare una casa privata per la notte. Il giorno dopo, con più calma, troveremo una sistemazione migliore per i tre giorni di nostra permanenza in città. Ulcinj ha due sole cose interessanti: la città vecchia, purtroppo invasa solo da ristoranti, comunque tutti ottimi e panoramici (una serata lassù e' consigliabile) e la grande spiaggia di Velika Placa la più lunga del mediterraneo (14 km). A Chi vuol fare del mare consiglierei certamente di scegliere (prima di partire) un appartamento vicino alla spiaggia di Velika Placa e restare qualche giorno. Inutile andare ad Ulcinj se non per vedere la città vecchia: fra l'altro c'è un traffico impressionante per tornare dalla spiaggia in città. Andate almeno una volta a cena nei locali sul fiume ad Ada Buana, una località che si trova a sud praticamente al confine con l'Albania. Il pesce è fantastico e con 25 euro a persona mangerete pesce di mare ottimamente cucinato e risotti molto buoni ed abbondanti. I locali sono tutti ottimi: noi ci siamo trovati benissimo da Misko, davvero eccellente anche nel servizio.
6 agosto – Il lago di Scutari Ulcinj - Bar – Virpazar – Ostros – Ulcinj Km. circa 100 km (+ varie deviazioni)
Da Ulcinj è consigliabile anche fare una escursione al lago di Scutari, metà in Montenegro e metà in Albania. Noi abbiamo deciso di visitare la sponda Montenegrina, molto più varia (quella albanese sembra piatta). Da Ulcinj si imbocca la via costiera verso Bar; prima di entrare in città un bivio indica Virpazar; la strada sale rapidamente con panorami bellissimi, in breve si è in montagna con tutta la costa davanti agli occhi: straordinario davvero. Il fondo stradale è danneggiato bisogna andare molto piano, a volte dietro una curva si trova, inaspettato, un tratto di sterrato oppure una frana che dimezza la carreggiata. Nulla è segnalato quindi molta prudenza. A Virpazar si volta a destra costeggiando il lago in direzione Ostros. La vista sul lago e' splendida. Colpiscono soprattutto le dimensioni molto grandi e la vegetazione delle coste verdissima ed a pelo d'acqua: non si capisce dove in effetti cominci il lago tanta e' la vegetazione lacustre che lo circonda. La strada e' sempre pessima con tratti franati, buche, brevi sterrati; ma vale veramente la pena faticare un po'. Fermatevi un attimo ad Ostros, un villaggio montenegrino doc che fa capire un pochino come vive questa gente all'interno del paese. Dopo Ostros si segue verso sud e, passando per Krute si ritorna ad Ulcinj. Abbiamo fatto tutto il giro del lago in compagnia di un Ungherese che viaggiava in solitaria sulla sua MZ del regime (la ricordo a Budapest alla fine degli anni '70: sembrava già allora antidiluviana rispetto al mio Morini 3/2 Gt...); il suo bagaglio era costituito da un valigia di cartone fissata con gli elastici al portapacchi. Con i suoi 40 all'ora costanti ed il sorriso con il quale ci ha sempre salutato recuperandoci la strada durante le nostre soste, e' arrivato insieme a noi che viaggiavamo su un modernissimo Gs; certo noi ci siamo fermati molto spesso a fare foto, lui mai, ma... meditate!
8 agosto – Ulcinj – Budva 64 Km
La prossima meta è Budva, antica città 64 km a nord di Ulcinj. Qui le cose cambiano: se ad Ulcinj, pochi Km dall'Albania, si può dormire decorosamente con 30-35 euro in due e mangiare con 20-25 € sempre in due, a Budva bisogna spendere almeno 10-15 euro in più. E' il centro del turismo più ricco del Montenegro: ad Ulcinj eravamo prevalentemente in compagnia di slavi (bosniaci, montenegrini, serbi, macedoni, kossovari) e di qualche europeo occidentale (pochi); qui ci sono anche tedeschi, italiani, olandesi, francesi. Budva è la Rimini del Montenegro (l'acqua del mare però, cristallina, non c'entra niente con quella di Rimini…). Piena di giovani, vita notturna (pare ci sia la discoteca più grande d'Europa), casinò, un traffico degno della migliore Roma in inverno, insomma per gente come noi da evitare. Infatti alloggiamo un po' fuori dal centro in una località chiamata Becìcì, più tranquilla ed economica, con una bella spiaggia ed acqua splendida. Un ombrellone il doppio dei nostri, due lettini in legno massello, un tavolino costano tra i 5 ed i 7 euro tutto il giorno! Da vedere la città vecchia di Budva molto vivace, piena di ristoranti e piccoli negozi. Noi abbiamo cenato in un ristorante sulle mura: il romantico panorama ripaga di una cena normale a prezzi non in linea con la media locale.
10 agosto Budva – Cetinje – monastero di Ostrog – parco del Lovocen – Budva 230 km
Da Budva si possono fare diverse escursioni verso l'interno. Noi abbiamo scelto di visitare Cetinje l'antica capitale reale del Montenegro dove si può vedere la residenza di Re Nicola, il suocero di Vittorio Emanuele III (che sposò la figlia Elena); la reggia non e' un granché (in Italia sarebbe un villetta) ma serve a far vedere la vita di allora da queste parti. Siccome è stata abitata fino a pochi anni fa (fino al 1916), sono ben conservati anche arredi e suppellettili.
All’interno si percepisce lo stile di vita tradizionale montenegrino; poche le donne in giro, sono tutte impegnate nel lavoro. Molti gli uomini, quasi tutti seduti al bar a bere e conversare con gli amici. Sembra proprio che qui siano le donne a “sbarcare il lunario”.
Da Cetinje si sale verso il monastero di Ostrog, il luogo di culto ortodosso di rito serbo più frequentato del Montenegro. Arriviamo ad ora di pranzo, cosa assolutamente sconsigliabile perché bisogna salire a piedi per una ventina di minuti e poi attendere in fila l'ingresso al monastero vista l'enorme affluenza di fedeli. La costruzione è molto suggestiva incastonata nella roccia. All'interno nulla di interessante ma l'aria che si respira e' molto particolare anche per chi, come noi, non è fedele al rito ortodosso. Inoltre il monastero e' dedicato (e conserva le ceneri) a San Basilio che è venerato sia dai cattolici, sia dagli ortodossi. I pellegrini si fermano anche a dormire in camerate enormi su giacigli con coperte fornite dal monastero davvero inquietanti, vecchie e sporchissime.
Sulla via del ritorno, verso Budva, vale la pena di fare una deviazione (circa 35 km.) nel parco nazionale del Lovocen. Ritornati a Cetinje, invece di dirigere subito verso Budva, si volta a destra in direzione Njegusi. La strada costeggia il lato nord del parco ed è bellissima. Ci addentriamo nella zona solo per alcuni chilometri, senza arrivare a Njegusi: proseguiremo la visita fra due giorni, passando però da Kotor.
12 agosto Budva – Kotor – Njegusi – Kotor – Herceg Novi – Veliki Zatlon 127 km
Dopo un giorno di riposo al mare, è giunto il momento di lasciare il Montenegro. Ma prima di sconfinare in Croazia ci attende uno dei più maestosi spettacoli della natura: il fiordo delle bocche di Cattaro (Kotor). Lo imbocchiamo seguendo la via costiera fino a Kotor dove una breve visita alla città vecchia e' assolutamente consigliabile. Per vedere le bocche di Cattaro la cosa migliore a parer mio e' salire verso Cetinje attraverso la vecchia strada che si trova un po' prima del centro di Kotor venendo da sud. Credo che sia una delle strade più belle che io abbia mai fatto in 42 anni di viaggi in moto. Badate bene, non dal punto di vista motociclistico puro: è strettissima, frequentata anche da pullman per cui ci si deve fermare continuamente, visto che non passano nemmeno un pullman ed una moto contemporaneamente, anche con asfalto un po' danneggiato. Ma il panorama non ha eguali: ti fermeresti continuamente a fare foto, non sai dove guardare. Dopo aver percorso solo 20 km. dalla costa ci si trova in montagna: sotto si vede il grande fiordo con il mare che si incunea tra le montagne, creando uno scenario splendido, unico. Arrivati quasi a Njegusi ci si può fermare in un ristorante panoramico dove degustare il prosciutto ed i formaggi locali. La vista e' straordinaria ed anche il cibo merita. Dopo la pausa culinaria si può proseguire qualche altro chilometro in montagna deviando verso il parco naturale del Lovocen, meno maestoso del Durmitor ma comunque da vedere. Poi si discende di nuovo verso Kotor e si affronta il giro del Cattaro lungo la strada che costeggia il mare. Purtroppo c'è molto traffico ed è difficile godersi la strada. Il tragitto non è molto lungo ma richiede tempo perché la velocità di crociera e' bassissima. Superata Herceg Novi il confine e' a pochi chilometri: stiamo per entrare in Croazia. La fila al confine è lunghissima: con la moto superiamo molte auto e risparmiamo almeno un'ora di attesa.
Oggi la nostra meta è Dubrovnik dove ci riposeremo al mare per tre giorni. Abbiamo evitato un alloggio in città, ad agosto Dubrovnik è troppo frequentata; abbiamo (saggiamente secondo me) preferito un piccolo villaggio 12 km a nord di nome Veliki Zaton, un posto tranquillissimo e molto bello. Tutte le sistemazioni sono ad un passo dal mare: noi abbiamo scelto gli Apartments Malj Raj a due metri (letteralmente) dal mare e molto confortevoli: certamente da consigliare come il ristorante Ankora (a 200 mt. dal nostro alloggio, sempre a Veliki Zaton) veramente ottimo, molto migliore dei turistici ristoranti di Dubrovnik dove è difficile mangiare bene a prezzi non eccessivi. La città e' sempre splendida, molto e' stato scritto su di essa, dunque risparmio una ulteriore descrizione: mi limito a dire che ormai è diventata un centro internazionale, si parla più inglese che croato, è piena di giovani, ma ad agosto è quasi infrequentabile: non si riesce neanche a fare una fotografia tanta è la gente.
14 agosto Dubrivnik – Medjugorie – Gradac Km 195
L'ultima tappa del nostro viaggio è Medjugorie. Siamo curiosi di vivere per un giorno questo luogo controverso e di capire qualcosa di più di quello che si sente dire o si legge a proposto di essa. Arriviamo a metà mattinata dopo poco più di un centinaio di Km (tanto dista da Dubrovnik ) pieni di traffico ed una fila spaventosa al confine tra Croazia e Bosnia (oltre 1 ora con la moto!). Il caldo è terribile. I luoghi da visitare sono tre: la parrocchia nella quale vengono celebrate le S. Messe, la montagna della croce (1 ora e mezzo circa per salire, altrettanto per scendere) e la collina delle apparizioni, senz'altro il luogo più suggestivo, raggiungibile a piedi in circa mezz'ora. Attorno a questi siti e' sorta una città con decine di negozi di ricordini ed alberghi. I pellegrini non si contano, ne avremo visti migliaia. Si calcola che il santuario venga visitato da circa un milione di persone l'anno, malgrado il Vaticano non si sia ancora espresso circa la veridicità delle apparizioni della Vergine. Per il momento le indagini ecclesiastiche sono ancora in corso e la chiesa si è pronunciata soltanto con una 'non contrarietà' al culto di Maria presso Medjugorie. Come purtroppo accade quasi sempre in questi posti, colpisce la mercificazione che viene fatta in un luogo che invece dovrebbe essere di riflessione e preghiera, sia per chi crede, sia per chi, pur non credendo, vuole comunque rispettare le opinioni altrui. Ma, salendo verso il punto in cui i sei veggenti di Medjugorie (tutti ancora in vita) hanno riferito di aver avuto la prima apparizione, tutto il terribile mercato di santini, pietre sante e chi più ne ha più ne metta, man mano sparisce. E' salita, si cammina sui sassi, fa caldissimo ma si sale con il solo scopo di arrivare lassù. C'è una statua della Vergine in cima, circondata da fiori. La gente e' in silenzio l'atmosfera invita alla riflessione qualsiasi siano, penso, il proprio credo e la propria opinione sui fatti di Medjugorie. Ciò che mi ha colpito e' quanto lontano sia, da lassù, tutto quell'orribile mercato di ricordi-spazzatura di cui vive la città. In fondo, non ho sentito la fatica salendo.
15 agosto Gradac – Dvrenik – Sucuraj – Starigrad (isola di Hvar) – Pescara – Roma km 286
Il viaggio è ormai finito, non ci resta che raggiungere la costa per poi arrivare a Stari Grad sull'isola di Hvar, da dove ci imbarcheremo per Pescara. Abbiamo visto molti luoghi, parlato con molta gente; nei limiti del possibile, abbiamo cercato di conoscere e di capire.
Come sempre, abbiamo tentato di essere dei viaggiatori e non dei turisti. Ma in questo piccolo stato (il Montenegro è i 2/3 del Lazio) molto resta ancora da sperimentare. Ci hanno affascinato i suoi contrasti: mare splendido e montagne impervie convivono vicinissimi; un interno abitato da genti semplici, quasi “antiche” ed una costa che si sta gettando nel moderno con troppa fretta e senza regole.
Ci siamo appena imbarcati sul traghetto per Pescara e già dentro di noi si fa strada il desiderio di tornare.
Fabio Savelli
Il viaggio è “leggero”, adatto a tutti i tipi di moto, ideale per chi, con due settimane scarse di tempo, voglia visitare posti affascinanti senza percorrere molti chilometri ed allo stesso tempo riposarsi un po’ al mare. Noi, incluse le varie deviazioni, complessivamente abbiamo percorso 2.500 km con tappe non stancanti ma di grande soddisfazione.
Da non trascurare poi l’economicità della vacanza, queste le spese cui si può fare riferimento:
Documenti
Per tutti e tre gli stati visitati, Bosnia Erzegovina, Croazia, Montenegro basta la carta di identità valida per l’espatrio. Controllate la vostra carta verde per l’assicurazione ma normalmente l’assicurazione base già comprende tutti e tre gli stati. Se invece si volesse fare un salto in Albania, attenzione: molte carte verdi non la comprendono: bisogna informarsi se si può pagare una assicurazione temporanea al confine.
Moneta
In Croazia c’è ancora (per poco, stanno entrando nell’euro) la Kuna; 1 € = circa 7,5 Kune; nelle località turistiche è accettato anche l’euro, ma attenzione: non negli appartments dove si dorme. In Bosnia c’è il Convertible Marco Bosniaco (BAM, cambio fisso con l’euro) 1€= circa 1,95 marchi. Qui è più difficile che accettino l’euro. In Montenegro c’è l’euro adottato unilateralmente (il Montenegro non è nell’euro). Quasi sempre sono disponibili gli sportelli bancomat, quindi nessun problema. Ristoranti e benzinai accettano quasi tutti la carta di credito; non gli appartamenti privati, ovviamente.
Benzina
Qualche problema di rifornimento ci può essere solo all’interno di Bosnia e Montenegro, ma le distanze sono relative e le media basse, quindi il consumo è ridotto. Non ci dovrebbero essere problemi di autonomia. Il GS ha percorso circa 23 km/lt nella media complessiva del viaggio. Si trova abbastanza facilmente (almeno in Croazia e Montenegro) la benzina a 98 ottani (la 100 non esiste). Il costo al litro è di circa 1,4€ più o meno in tutti e tre i paesi.
Comunicazioni
Attenzione: le tariffe telefoniche di tutti i gestori sono carissime soprattutto in Montenegro, che è considerato extra – Europa. Quasi tutte le strutture, anche le private, hanno la wifi: consiglio caldamente whatsapp e Skype.