Viaggi in moto: La sgambata deludente. Dedicato a Mattia

Viaggi in moto: La sgambata deludente. Dedicato a Mattia
Il racconto si riferisce ad un giro in Italia, Lombardia e Trentino Alto Adige. La partenza è stata da Milano, un giorno, circa 580 chilometri con una Triumph Speed Triple 1050 2005
27 agosto 2013


Faccio sempre così: mi entra in testa la voglia di prendere la moto e di fare un giro, allora comincio a seguire il meteo per centrare una giornata senza una nuvola, e, quest'anno soprattutto, è stato quasi un obbligo doversi comportare così, poi quando decido il giorno, accendo l'assicurazione e vado. Anche da solo. Come dice il Mario, "il giro in moto, da solo, è davvero molto zen...........", non so se sia zen o no, ma io già sono uno che con la moto ci parla, quindi quando voglio farci un giro, anche senza compagnia, prendo e parto.
Le destinazioni, per uno di Milano, sono più o meno sempre le stesse, ma stavolta non è così.
Mi sono svegliato alle 06.00 e ho visto il sole fuori, sono tornato a letto per decidere e ho detto: "si va".
Ok, si va, sì ma dove?
Pensa di qua, pensa di là, pensa di su pensa di giù, decido: Ok, vada per il "Paradiso dei Motociclisti", "La Strada più bella del Mondo", vado a farmi lo STELVIO. Mai fatto prima. Però lo vado a prendere passando da Nord.
Sinceramente avevo già dato un'occhiata in altre occasioni a questa strada, e ho sempre letto articoli che la raccontavano come un incanto, quindi, perchè no, dai facciamola così ci facciamo una opinione.

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Doccia, e giù nel box, rito della vestizione, perchè comunque le protezioni non sono mai troppe, un po' di radio nel casco con il cellulare attivo, accendo la Speed e via, un filo di autostrada fino a Seriate, dove esco perchè mi dico: "ma scusa per andare su di là perchè non passi anche dal Tonale? la strada la sai già............" ed in effetti la strada la so, ho avuto due fidanzate con la casa al Tonale, e la strada non mi è nuova.
Ok, dopo Seriate ci si diverte diciamo da Sovere in avanti, fino al passo del Tonale, dove si arriva per la prima tappa.
Un posto che, in fine primavera inizio estate ti sembra dimenticato dagli Dei, ma con una amenità che apprezzi comunque.
Ma c'è il sole. E che sole! La Speed è venuta su sicura e tranquilla, qui incontri in gran parte motociclisti, e io che sono arrivato con la Speed chi ti incontro? Un tris teutonico, che parla una lingua che sta a metà tra il robotico e il meccanico, del tutto incomprensibile, con due Tiger.
Mi ha fatto piacere.
Un paio di birrette. Non fumo più e conciliare la moto con l'assenza di sigarette, alle volte è davvero durissima, immaginatevi la scena, alta montagna, aria frizzante, sole pieno, moto, birretta, senza sigaretta (ahia!). Però non posso dire che non sia meglio.
Ma concentriamoci sul viaggio.
Da qui la strada per arrivare fino allo Stelvio non la so.
Navigatore? Navigatore.
Quello del cellulare? Sì.
Ok si va giù dal Tonale, ormai non conto più i motociclisti che incrocio e saluto, alla fine di tutto saranno stati almeno un centinaio.
Qui, e da qui fino a Lana, la strada è una LIBIDINE. Un paradiso di boscaglia fa da sponda alla strada, morbida ma mai in ombra con un bell'asfalto rossorosa che sembrerebbe di granito se non sapessi che è impossibile che sia. Tiene, tiene bene, ma non corro, non esagero e non apro, che con la Speed è un attimo, anzi me la godo tutta, curva su curva, piega su piega, allungo su allungo, un dondolo, splendida. Sole, fresco, curve, moto, cosa vuoi di più? Sembra il preludio perfetto alla strada perfetta.
Da Lana a Prato allo Stelvio.

Uno stradone lungo, che così lungo non te lo aspetti, un po' noioso a tratti e con moltissimi camion: "ma sti camion mica andranno allo Stelvio vero?" mi dico preoccupato, solo dopo ho capito che non ci sarebbero mai potuti andare.
Si arriva a Prato allo Stelvio, il navigatore mi ha detto che è Prato allo Stelvio è come le porte di Thannoiser, da qui si parte per salire. E alla fine sembra proprio vero, la strada ti si apre davanti perchè c'è un passaggio a livello e se trovi chiuso, quando ti si apre, sembra dirti "ok, sali pure".
Via si parte e si va, supero una Aston Martin DB6, e da qui è tutto un susseguirsi di auto vecchie e nuove, belle e meno belle, moto di ogni genere e soprattutto ciclisti, una marea, in cerca del loro personalissimo Walhalla, da conquistarsi dietro l'espiazione del cilicio chilometrico.
Io con la mia Speed, comincio la salita ansioso di verificare la bellezza urlata di questa strada che, all'inizio si presenta con un discretamente morbido susseguirsi di curve che arriva fino al rivelarsi, prima alla vista, ovvero uno zig-zag infinito di tornanti, poi alla guida, ovvero un pacco tremendo.

Qui è meglio soffermarsi un attimo su ciò che vi intendo con "un pacco tremendo".

Che moto hai? Un GSXR? Un R1? Uno Z1000? Un Testastretta?, ma non solo, Una Speed? o anche una stradale, media cilindrata, insomma una due ruote che ami "dondolare" tra le curve. Ecco, allora questa strada, lasciala perdere. E' una serie lunga di tornanti che possono risultare divertenti per una supermotard, un TTR, un enduro spinto, roba snella, agile, leggera (ho visto uno con quel bestione del BMW 6 cilindri superstradale partire per affrontarlo e mi son detto: "mò son cavoli tuoi").
Moto leggera, soprattutto leggera, visto che è una strada stretta dove, in tornante, se incroci una macchina e una moto, non sai chi passa per primo (quello che scende?), e le protezioni a valle sono inesistenti.
Devi avere tra le gambe un mezzo che si sposta stringendo le cosce, non dovendo spostare il peso. Ecco perchè lo Stelvio va bene per un ciclista.
Con la Speed metti la prima e la seconda, le altre marce ciaociao.
Potrai dirmi "eh, ma tu non sai guidare" e io ti dico invece che non si tratta di non saper guidare e non giudico io come guido, si tratta di una strada che può essere stupenda SOLO per qualche preciso tipo di moto. Per essere ancora più chiari, con una Electra Glide, secondo me, non ci sali (o scendi) sullo (o dallo) Stelvio.

Arrivo in cima, passo dello Stelvio, cima Coppi. Tappa.

Quella che mi aspettavo fosse una salita morbida e piacevole s'è rivelata una faticata senza ne arte né parte.
Questo motociclisticamente parlando per un discreto pilota con una Speed Triple 1050.
Poi ti guardi in giro e vedi il paesaggio, e lì ti si mozza il fiato. Se poi c'è ancora neve, ci resti di sasso. Uno spettacolo naturale di primissima categoria, circondato da cavalleria di primo tipo, Gelände Straße in primis (che secondo me il milledue fa fatica pure lui a venire su da Nord).
Ma poi di tutto un pò, persino una Vespa (mitica).
Vabbè, saliti siam saliti, niente di che, anzi, allora adesso scendiamo e vediamo se è meglio.
Nada, niet tovarish, stessa cosa, una serie ancora infinita di tornanti, un pò più lunghi di quelli a nord, ma sempre preferibilmente da farsi in motard, che ti portano giù in valle.
Una valle che ti fa cominciare la via del rientro e della riflessione nel casco.
Lo rifacciamo? Ma anche no grazie con una sportiva o comunque con una moto anche solo un pò stradale e con più di un cilindro.
Bella strada? Certamente.
Per tutte le moto? Ma va, ma zero, anzi, roba da annoiarsi e da far fatica se sbagli il destriero.
Il tutto in netto contrasto con l'enfasi e la pubblicità di questa strada che, seppure bella, non è certo adatta a tutte le moto e a tutti i motociclisti. Certo dirai, non si può accontentare tutti, e io ti dico, è vero sono d'accordo, ma non si può nemmeno esaltare una strada come questa e farla assurgere a icona del motociclismo turistico se, in fondo e in realtà, la puoi percorrere, divertendoti, solo con pochi chili di moto.


Deluso per la seconda parte ma appagato dalla prima prendo verso Milano, da Lecco.
Corro un po' ma non rischio, tangenziale, devo arrivare a casa, mia moglie è incinta non posso lasciarla troppo da sola, soprattutto non so il sesso del/della nascituro/a.
Quello che so è che bimbo o bimba che sarà, lo/la farò sporcare d'olio nel box a smontare carburatori e frizioni, raccontandogli/le di quella volta che sono andato allo Stelvio con la Speed.

Alessandro

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