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Agosto mese di meritate ferie, che causa forze maggiori quest’anno l’ho trascorso al 90% al mio paesello ossolano. Da buon genero che sono, la prima settimana di ferie, l’ho dedicata alla suocera che necessitava l’imbiancatura di alcuni locali nella sua abitazione e così anche la suocera ce la siamo levati dalle p…. “con tutto il rispetto ovviamente”.
Poi la seconda settimana visto che mia figlia è stata promossa con buoni voti, mi ha chiesto il permesso di andare al mare con la sua amica e a questo punto non potevo negarglielo: a patto che accompagnata e sorvegliata dai genitori della amica. Così soli e soletti ci siamo ritrovati a casa io e mia moglie, senza programma. Quindi quella settimana mi sono inventato e ho unito l’utile al dilettevole. Abbiamo passato qualche giorno fortunatamente in sella alla mia grande Yamaha XT1200Z Super Tènèrè e assieme abbiamo girato qua e la tra le colline Astigiane e del Monferrato, usando come base l’agriturismo Il Vecchio Torchio in Canelli. Un sito che avevo già frequentato in passato, dove si può sostare, riposare e soprattutto mangiare e bere bene! Così anche la seconda settimana di ferie è andata. Ne restava ancora una e non potevo certo sprecarla a chattare su Facebook, WhatsApp o a passare i pomeriggi a guardare video prove di moto del Perfetto, del Gissi e del veterano Nico; che poi sono coloro che mi tengono compagnia nel letargo invernale quando fermo la moto e nelle notti insonni.
Comunque fortunatamente nella mia ultima settimana di ferie a disposizione, erano rientrati anche due miei amici con cui condivido passione e viaggi in moto. Marco, appena rientrato dalla Croazia con la sua BMW R1200GS e Sergio anch’esso rientrato con la sua Triumph 1200 Tiger che aveva attrezzato e caricato come un mulo ai tempi della Naia, per trascorrere 10 giorni in tenda con suo figlio ( cosa non si fa per i figli ). Bene come detto non potevo sprecare quei giorni, così anche se stanchi e già chilometrati i miei amici mi hanno supportato e accompagnato in qualche viaggetto. Tra questi ho il bel ricordo di una gita che abbiamo fatto al Colle del Nivolet, che si trova sopra al Parco naturale del Gran Paradiso a 2600 metri sul livello del mare. Già il nome la dice lunga: Colle del Nivolet Parco Nazionale Gran Paradiso.
Tra l’altro lo slogan dei cartelli che si incrociano salendo per quella strada, dice: EMOZIONI SENZA FINE. Ed è vero, soprattutto in sella ad una moto le emozioni percorrendo quelle strade, le provi. Se poi ci aggiungi che è agosto, c’è il sole, l’aria è comunque fresca e tutt’intorno alla strada è natura allo stato puro; il tour diventa davvero un’emozione senza fine. Ma andiamo in ordine di marcia! Come d’abitudine io e Marco quel dì, ci troviamo nel mio box alle ore 9,30 am. Sergio per impegni ci raggiungerà alle ore 10,00 am. Al bar per il caffè del buongiorno. Così io e Marco abbiamo tempo per fare rifornimento, riempiendo i serbatoi fino all’orlo. Caffè d’orzo per me e due schiumati per loro. Ora però alziamo il cavalletto e partiamo, altrimenti ci arrabbiamo, dicevano Bud Spencer e Terence Hill. Via si parte! Prendiamo la strada secondaria che da Omegna VB sale verso Nonnio, Cesara e poi Arola. Da qui lo stra percorso Passo della Colma che tra Sali e scendi ci porterà ai piedi della citta di Varallo quindi già in provincia di Vercelli. Noi però seguendo una famosa App che usa Marco come navigatore per strade da moto sul suo telefono, svoltiamo a destra e iniziano un susseguirsi di paesini e piccole frazioni però questa volta in provincia di Biella: Pray, Ponzone, valle Mosso, Tollegno, Pollone e poi Occhieppo. Questi solo alcuni dei cento cartelli che ho avrò letto mentre guidavo e percorrevo la strada, stando attento a non perdere i due soci, in quanto è risaputo che sono si appassionato di moto e tour con le due ruote, ma altrettanto sbadato e senza alcun senso di orientamento. Quindi buon per tutti che io mi piazzi a fine cordata, si insomma in cosa alle altre moto.
Giunti in quel di Graglia, l’orologio segnava le 13,15 e lo stomaco reclamava un vuoto da riempire. Avendo poco tempo e tanti km da fare, ci eravamo premuniti di borse frigo con panini, frutta e bibite energizzanti. Pranzo al sacco nel bellissimo parco del Sacro monte del Santuario dedicato alla Beata Vergine di Loreto. Tra le altre cose vicino all’azienda che imbottiglia la famosa acqua naturale della sorgente Lauretana.
Divorati panini e frutta, riprendiamo le nostre maxi enduro, che di enduro hanno ben poco, ma tanto di maxi per la mole ed il peso esagerato. In compenso ottime e comode viaggiatrici.
Duecento e oltre chilometri ci aspettavano, e tutti da percorrere nuovamente evitando strade statali o di grande percorrenza, ma passando sempre tra borghi e frazioni. Quindi allungando di gran lunga il percorso e i tempi. Ma in moto quelle sono le strade che ci piacciono. Dove è possibile vedere prati, colline, ruderi, animali e nel contempo odorare profumi che provengono dalla natura stessa. Altre strade altri cartelli: Netro, Castellazzo, Ceresito, Donato, Alpe Guizza, Chiaverano, Prafagiolo, Ivrea, Baldissero Canavese, Ronchi inferiore, poi ricordo Pont Canavese, Grusiner, Noasca, Ceresole Reale e poi amnesia totale, dovuta ai km ed alla serie infinita di curve e tornanti che abbiamo fatto. Ricordo: eravamo stanchi, ma allo stesso tempo ancora affamati di curve.
Insaziabili e stregati da quelle strade che stavamo facendo in moto, anzi guidavamo e pennellavamo come uno di quei quadri che raffigurano paesaggi alpini. Ricordo in un tornate, io sempre in coda e Marco in pool; io vedevo lui e lui vedeva me. In quel preciso istante ero talmente felice che ho alzato la mano con il pollice verso l’alto. Lui non capendo pochi metri dopo si è fermato per verificare se era tutto ok. La mia risposta è stata positiva, dicendogli che erano passati 4 anni dall’ultima volta che avevamo fatto quella strada e che come all’ora era bello rifarla, anzi con più anni sulle spalle era ancora più bella. Anche Sergio era appagato, anche lui stanco ma insaziabile chilometrista. Bello è stato oltrepassare il villaggio con il grande cartello Parco Nazionale del Gran Paradiso, ma ancor più bello è stato arrivare in cima al Colle Nivolet!
Cielo azzurro e sole riflesso tra i laghetti, creavano il giusto momento per fare una prolungata sosta di ammirazione. Foto e selfie non sono mancati, da inviare al resto del gruppo rimasto a casa o in qualche albergo prenotato per le ferie. E’ proprio il caso di dire: un Paradiso naturale, tanto che le ore 18 erano passate e noi non ceravamo accorti. Era ora del rientro e ad ascoltare il cuore avrei e presumo avremmo rifatto la stessa strada. Ma a casa ci aspettano magari per l’ora di cena. Così Sergio prende il posto di Marco e sul suo nuovo navigatore imposta la guida che prevede autostrada, quella pallosa e odiosa autostrada che non digerisco, ma che accorcia i tempi e ci fa arrivare giusti in tempo per mettere le gambe sotto al tavolo dopo una bella e rigenerante doccia, ricordando quel pezzo di Gran Paradiso.
Moreno Ricca