Viaggi. Moto e musica...

Viaggi. Moto e musica...
Non avevo certo pensato a tutto quello che mi sarebbe capitato in 5 giorni di viaggio in moto quando avevo assicurato le borse alla scocca in ferro della sella...
16 settembre 2013


Non potevo certo immaginare la felice sequela di coincidenze che mi sarei trovato a riscontrare, e nemmeno il pizzico di mistero che l'ultima notte mi aveva fatto vedere.
Partire da Treviso e avere come idea la voglia di passare solamente delle piacevoli ore a cavallo del mezzo di trasporto che preferivo era la mia unica aspettativa. Mi ero premunito di caricare il mio telefono con un playlist di brani che mi avrebbero di sicuro assicurato un gran viaggio.
Solitamente avevo sempre avuto la mia sequela di canzoni che, bene o male, componevano la mia personale soundtrack di viaggio.
Questa volta, però, mi ero deciso ad inserire anche diversi brani di musicisti con i quali ho la fortuna di collaborare e conoscere... e devo dire che le sorprese sono iniziate proprio da questa mia idea.
Non potevo certo immaginare che la selezione random del mio telefono avrebbe serbato per me una itinerario "musicalmente accompagnato".

Sfrecciavo a più di 130 all'ora lungo la statale Romea, cercando di evitare le insidie dei velo, quando istintivamente avevo deciso di imboccare delle strade sconosciute, così giusto per provare qualcosa di nuovo…
Improvvisamente, la chitarra di Edo e la voce di Beppe erano entrate prepotentemente dentro alle mie orecchie ad indicarmi la via con "La Rotta"… e lì era arrivato il mio primo sorriso.
Il primo di tanti in questo viaggio.
Dopo qualche ora di viaggio e un paio di soste per la benzina e il riposo, decido di prendere una strada poco battuta che attraversava le Marche, da Fossombrone verso l'Abruzzo, per raggiungere Pescara. Attraversare buona parte di paesi sentiti solo nominare o alcuni addirittura sconosciuti e sentire, sapere di non aver programmato alcun orario poter amabilmente veleggiare per quei luoghi e paesaggi da film, il basso di Stefano e la batteria di Accio, amalgamate con l'istrionica voce di Giorgio… mi hanno decisamente aiutato ad "Imbrogliare il tempo".
Non proprio nella maniera descritta da Giorgio nel suo testo... ma la cosa era decisamente adattabile al mio viaggio.
La tappa abruzzese è durata il tempo di una serata e di molte risate assieme ad un amica speciale. Un riposo di una notte e poi via di nuovo: destinazione Lazio.

Anagni
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La traversata l'avevo scelta impervia e poco agevole. Non per le condizioni dei manti stradali ma per i repentini cambi di direzione che mi avevano portato ad effettuare un percorso a zig-zag tra Abruzzo, Molise e Lazio. Un giro che poche persone sane di niente avrebbero mai sottoscritto e deciso.
Peccato che non fosse mia intenzione quella di fare un viaggio ordinario. Avevo deciso pochi giorni prima di partire. Nulla di pianificato se non le due visite che mi ero prefissato.
Questo viaggio era voluto da me e per me, ed era esattamente quello che stavo pensando mentre incrociavo paesini sperduti nella Ciociaria e riflettevo su me stesso, aiutato dalla voce di Ale che mi diceva "Sono un uomo, un uomo in cerca di se stesso!" nella cover di "Impressioni di Settembre".
Arrivato alla seconda tappa, ho passato due giorni stupendi in compagnia di persone che significano molto e che è difficile avere così lontane.
Una mezza giornata rubata e un piccolo viaggio a Forca D'acero hanno volutamente fatto fare un piccolo ritardo nel programma orario.
Chi se ne frega! Ero dove volevo stare e stavo bene!

Ripartito dal Lazio a metà pomeriggio, ancora una volta la meta era "da destinarsi".
Durante la strada avevo focalizzato l'immagine di me, seduto ad un tavolino di Piazza del Campo a Siena, molti anni prima nel corso di un agita scolastica delle superiori. Da quant'era che non andavo a Siena? Era ora di tornarci.
Passando per Fiuggi, Anagni, Colleferro e toccando di striscio Roma. Imboccando una superstrada della quale ignoravo l'esistenza, ero arrivato infine nel Senese con il tramonto.
I colli erano uno spettacolo e non potevo non essere felice di essere lì in quel momento, proprio mentre stava diventando buio.
Mancavano sì e no una quarantina di chilometri a Siena e io stavo viaggiando ad una buona velocità su una statale a due corsie per senso di marcia, praticamente nuova.
Era deserta, a parte me. Erano circa le nove di sera, ne sono sicuro perché avevo appena guardato l'orologio del display della moto, quando una moto molto simile alla mia ma che non ero stato in grado di focalizzare proprio per il buio e l'assenza di lampioni, mi aveva superato.
Il motociclista aveva alzato la mano in saluto e mi si era messo davanti, quasi aspettandomi.
Altra coincidenza: la voce graffiante di Davide, la chitarra di Stefano ed il groove del Cuento si erano insidiati nel mio lettore con " Follow Me". Sembrava che mi stessero incitando.
Quasi 20 chilometri a fissare il faro delle moto davanti a me e poi, inaspettatamente, un accelerata brusca, quasi innaturale: la moto davanti alla mia aveva preso una velocità che io ritenevo ardua e poco saggia da imitare.
Avevo visto sparire la luce rossa del posteriore della custom che mi precedeva, dietro ad una curva che avevo raggiunto pochissimi secondi dopo.
Appena compiuta la stessa piega, davanti a me un rettilineo infinito si estendeva in mezzo alle colline. Nessuna traccia della moto che prima stavo seguendo. Nessuna. E non c'erano deviazioni, svolte o segni che potessero dare ad intendere che potesse aver preso altre direzioni.
Era semplicemente sparita.
Allucinazione da stanchezza? Fantasmi della mente? Spiriti guida? Non lo saprò mai dire.

Siena
Siena

La serata senese è stata molto carina, anche se come un idiota avevo sbagliato strada mentre passeggiavo ed ero finito dalla parte opposta di dove si trovava il mio albergo!
Il risveglio tranquillo, la colazione abbondante e due chiacchiere scambiate con il portiere avevano reso buona anche la mattinata.
Ancora una volta nessun tragitto. Solo la voglia di passare nuovamente a Monteriggioni e salutare il barista che oramai è diventato un amico.
Avevamo passato un'oretta buona a parlare del motivo per cui io avessi scoperto quel luogo e avessi deciso di andarlo a visitare la prima volta. Era un motivo che solo i molti appassionati di videogiochi avrebbero potuto capire.
Lasciata Monteriggioni, la campagna senese era tutta per me, da lì fino a Bologna.
Arrivato nel mezzo dell' Appennino Tosco-Romagnolo, ecco che il lettore mi regala un'altra chicca e mi ritrovo a cantare "Non si porta il Cilicio, a Casola Val Senio!" assieme a Lele, nella sua "Chenopodium". Avevamo suonato proprio a Casola, qualche anno prima, e la mente machiavellica del buon Lele, aveva sfornato questo brano che omaggiava il Giardino Officinale del luogo e la sua erba più famosa: il Chenopodium, appunto.

Presa la statale Romea, in qualche maniera a me ancora oscura, era chiaro che la via di casa fosse oramai definita.
Proprio nell'istante in cui il cartello "Veneto" mi salutava come una specie di bentornato, la vista di molti filari d'uva dovevano aver chiamato a gran forza la voce di Leo. " 'Ndemo Xente" e " L'ùa", di seguito, anche con la selezione random. Sono casi che fanno pensare.
Avevo deciso di partire da solo e riflettere su un bel po' di cose…
Alla fine, invece, gli amici mi avevano accompagnato per tutto il viaggio, senza lasciarmi nemmeno quando ero sperso per paesini sconosciuti.
Essere un motociclista è una bella cosa.
Essere un musicista, è una cosa stupenda.

Avere attorno tanti artisti che hanno saputo mettere in musica molte sensazioni e molte immagini, come io non sarei capace, è un fortuna immensa.
Grazie a tutti voi per avermi accompagnato un questo viaggio in "solitaria".

Massimiliano

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