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Questa motoendurata è nata a tavolino nelle feste di Natale.
Siamo in nove "cinghiali", parlottiamo nel mentre mangiamo una pizza e beviamo una birra nel solito locale di La Loggia.
Abbiamo voglia di uscire dai soliti boschi del Piemonte e portare le nostre artigliate nella bella Tunisia tra le sue dune di sabbia per assaporare i brividi di scalata e discesa, come se fossimo al luna park.
La decisione è stata unanime con un piccolo dissapore delle donne, ma alla fine "donne tutte di un pezzo sono..." hanno acconsentito.
Gli eventi dell'ondata di protesta avvenuta in tutto il nord Africa iniziano in alcuni di noi a far venire fuori paure nascoste, così man mano che gli eventi peggiorano e visto che la settimana è stata programmata, metto il tarlo nella mente dei cinghiali parlando della Sardegna, (forte della mia partecipazione nel recente Legend Rally di ottobre 2010) così la decisione è presa: Sardegna, solo che per un motivo o per altro ci riduciamo in cinque.
Contatto tramite mie conoscenze alcuni in Sardegna che si prendano cura di noi per i cinque giorni di divertimento su boschi, mulattiere ed altro. Lo trovo in Andrea Solinas di Oristano, mi assicura che la mia truppa non si sarebbe annoiata affatto.
Partenza il lunedì 28 febbraio con ritorno la domenica del 6 marzo.
Il tempo non è dei più clementi (ma certamente non fermerà i cinghiali in questione) sbarchiamo a Porto Torres che piove a dirotto, incontriamo Andrea e come da programma siamo in poco tempo in un capannone di un suo amico (esperto della zona) che ci porterà a fare un bel giro di circa 165 chilometri per percorsi trialistici lungo costoni di montagna con vista mare su sabbioni, mulattiere e pinete, dal porto a Stintino, Alghero è ritorno.
Stanchezza, pioggia e freddo non ci fermano. Ammiriamo le bellezze che il posto ci offre, è stata una giornata indimenticabile, ancora oggi siamo in estasi e io mi lecco le ferite di uno strappo muscolare al polpaccio destro.
Alle 17 siamo al capannone per cambiarci dagli indumenti fradici di pioggia è dopo aver caricato le moto sul carrello ci mettiamo in macchina per raggiungere Oristano è sistemarci all'hotel Villa delle Rose, nel centro
cittadino.
Appuntamento con Andrea al suo capannone (dove abbiamo sistemato moto e carrelli) alle ore 9 per la seconda giornata di endurata, sperando che il tempo migliori.Manco per niente ci alziamo con la pioggia, l'umore non è dei migliori ma l'incontro con Andrea (cinghialone più di noi) ci rassicura.
Una volta abbardati di tutto punto è con indosso l'antipioggia partiamo per un giro fantastico che ci porterà l'ungo le spiagge, le pinete i promontori della zona, sempre con con vista mare.
Facciamo solo sosta per un veloce panino e una birra per poi ributtarci nei nostri giochi.
Le moto sono delle vere cavallette nessuna accusa la fatica che accusiamo noi, è una vera goduria sapere che non ci tradiscono e obbediscono al nostro comando (alle volte penso che anche loro se la godono con noi).
Torniamo al capannone con 210 chilometri alle spalle, bagnati infreddoliti dagli ultimi 10 chilometri di trasferimento su asfalto ma felici come dei bambini al ritorno da una scampagnata sulle pozzanghere.
Ritorniamo in hotel e dopo aver tolto un po' di stanchezza con una salutare doccia calda, mettiamo le nostre camere in condizione zingaresca stendendo i panni bagnati, gli stivali, i caschi e cercando di asciugarli con l'asciuga capelli (non sappiamo come non abbiano preso fuoco).
Gli albergatori sono stati gentile ad accendere anche il riscaldamento, forse presi dal rimorso dal vedere le nostre condizioni.
Dopo la cena abbondante e ottima, siamo seduti nella hall a gustarci un bel caffè ed un ottimo mirto scherzando e godendo della giornata appena trascorsa, siamo molto stanchi così decidiamo di mettere a riposo il nostro corpo e la mente pensando che domani e un altro giorno.
Appuntamento al capannone alle 9,30 con destinazione monte Arci, trasferimento di circa 35 chilometri con i carrelli e le moto al seguito.
Arrivati sul posto si scarica, ci si veste da combattimento e si parte per mulattiere, tagliafuoco, sentieri, risalita di ruscelli pietrosi con acqua abbondante in discesa, panorami mozzafiato e stanchezza al limite della sopportazione, cadute non poche.
Alla fine della giornata sul contachilometri parziale abbiamo 90 chilometri di duro lavoro, ma piene di soddisfazione di avere fatto delle cose impensabili tanto che Andrea (la nostra guida spirituale) era soddisfatta di noi.
Quarta giornata appuntamento alle 8,30, oggi il programma è di arrivare alle dune di Piscinas passando per le miniere.
La giornata è variabile con sprazzi di sole che ci rincuora l'anima.
I primi chilometri sono piste velocissime lungo il mare, fangose, sabbiose e bucate.
Facciamo colazione ad Arborea e dopo il gioco si fa duro, iniziano le tagliafuoco sulle montagne veramente a fuoco di manetta per arrivare in cima con salite del 30/40% di pendenza, panorami sempre con vista mare insuperabili, si continua sempre sui monti su tracciati bellissimi, alle volte mulattiere da spinta dove si vede
l'unione del gruppo che è compatto, il motto è quello “che soffrire sì, ma insieme”.
Arriviamo nelle zone delle miniere che è uno spettacolo, piste in salita da quarta piena; la zona è spettrale per l'abbandono di capannoni e caseggiati, si rivive a ritroso un tempo non molto lontano dove c'èra lavoro in abbondanza mentre adesso c'è solo desolazione.
Dopo un veloce panino, una birra ed un mirto in un locale di Fluminimaggiore si riparte per raggiungere le bellezze di Piscinas. Facciamo ritorno seguendo il percorso del fiume con continui guadi anche profondi viste le abbondanti piogge. Dopo questo ultimo sacrificio (si fa per dire) risaliamo le montagne e in una mulattiera Dario buca la camera posteriore, cerchiamo di riparare smontando ruota e gomma, sostituiamo la camera ma viste le condizioni precarie in cui ci trovavamo forse è stata pizzicata anche la nuova: non riuscivamo a gonfiarla in nessuna maniera, neanche con la bomboletta "gonfia e ripara".
Per farla breve siamo stati costretti a ritornare sull'asfalto e farci gli ultimi 50 chilometri bagnati ed infreddoliti fino al midollo arrivando alle 20,15 in capannone con 290 chilometri sul parziale.
Ultimo giorno di giochi, l'intenzione è quella di fare un giro soft e corto, massimo fino alle 13,30, poi in capannone raccogliere tutto, caricare ed avviarci al porto per la partenza.
Bene! Tutto al contrario: giro molto tosto "da trial", stanchezza al di sopra delle più rosee aspettative, arrivo capannone ore 15,30 due ore dopo il previsto circa 65 chilometri di mulattiere impestate.
Salutiamo il Solinas con affetto e ringraziandolo per tutto quello che ci ha propinato, veramente un giro indimenticabile dove la natura veniva disturbata solo dalle nostre moto, con dolcezza e alle volte con la rabbia dei motori, per cercare di sconfiggere la durezza delle pietre, salite, ruscelli, sabbia, radici, mulattiere, tracciati di pura libidine.
Siamo sulla nave che ci riporterà a casa, pensiamo già con nostalgia i luoghi appena lasciati, il mangiare che è stato squisitissimo, e l'amico Andrea Solinas ottimissima guida.
Da ripetere, alla prossima.
Filippo Razza