Corse e ricorsi. Il GP d'Argentina

Dopo 14 anni si torna a correre in Argentina, anche se, per la prima volta, sul nuovo circuito di Termas de Rio Hondo, sulla carta un altro tracciato favorevole alle Honda con Marquez ovviamente favorito | G. Zamagni, Termas de Rio Hondo
24 aprile 2014

Punti chiave


TUTTO ALL’ULTIMA CURVA

Si arriva così all’ultima curva dell’ultimo giro, con Harada davanti a Capirossi, staccato di pochi decimi, pochi in assoluto ma troppi per tentare un attacco. Il titolo è saldamente nelle mani di Tetsuya: questo, perlomeno, è quello che pensa il giapponese e la gran parte degli appassionati che guardano la gara, ma non Loris, che vede un buco, ci si infila, centra in pieno Tetsuya che finisce nella sabbia, mentre Capirossi conquista il secondo posto e il mondiale 250. Il dopo corsa è naturalmente concitato (eufemismo): Giovanni Sandi, allora capo tecnico di Harada, urla dentro al box e viene trattenuto a stento, Jan Witteveen, il grande capo del reparto corse, è sconvolto e ripete, anche se non ufficialmente, «così non è giusto». A caldo, nel paddock, non c’è nessuno che dia ragione a Capirossi, che sembra destinato a una inevitabile sanzione, che prima arriva e poi viene tolta.


TANTA TENSIONE

Harada non parla, mentre l’Aprilia, in qualche modo, prova a tenere compatto lo “spogliatoio”, obbligando tutti i suoi uomini – piloti compresi, naturalmente – a partecipare alla festa, organizzata da tempo, in un meraviglioso locale della capitale argentina. E’ il presidente Ivano Beggio, con la moglie Tina, a fare gli onori di casa, ma la tensione rimane altissima, con Capirossi e Harada che si ignorano totalmente per tutta la serata: Loris, poi, andrà a festeggiare in una discoteca assieme all’amico Fausto Gresini, con il quale firmerà il contratto per correre con il suo team e con la Honda nel 1999. L’unico allegro è Rossi, che con la quinta vittoria consecutiva finisce la stagione alla grande, preludio del titolo che conquisterà l’anno successivo.


1999: MELANDRI-ALZAMORA

Nel 1999, il GP d’Argentina assegna invece il titolo della 125, con Marco Melandri che ha una sola speranza di farcela: vincere e confidare che qualcun altro arrivi davanti a Emilio Alzamora. Marco è nettamente più veloce, ma durante la gara perde la testa, rallentando vistosamente e dando fastidio platealmente ad Emilio, saldamente al secondo posto. La tattica di Melandri è chiara quanto inutile, così come la sua vittoria finale: il secondo posto regala allo spagnolo un titolo, senza però nessun successo all’attivo.


MARQUEZ UOMO DA BATTERE

Oggi Melandri corre in SBK, mentre Alzamora è a fianco di Marc Marquez, che arriva in Argentina con 50 punti e due vittorie all’attivo: ovvio che sia lui il grande favorito. Essendo una pista nuova per tutti – tranne che per Stefan Bradl, Alvaro Bautista e Cal Crutchlow (che però non correrà per infortunio) viene da pensare che Marc partirà infliggendo distacchi pesanti ai suoi rivali, così come era successo l’anno scorso al debutto sul tracciato di Austin (cosa che, per la verità, si è ripetuta anche quest’anno…). Personalmente, dopo i primi due GP disastrosi, mi aspetto un Jorge Lorenzo molto competitivo, anche se, sulla carta, quello di Termas de Rio Hondo è un altro tracciato favorevole alla Honda.
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