GP di Francia a Le Mans: ecco una gara che piace poco, perché la pista non è certo bella, il meteo è a dir poco variabile – anche se per questo fine settimana è previsto sempre il sole - e Le Mans, a parte l’imponente cattedrale, offre poco. Molto meglio Le Castellet, dove si è corso fino al 1999 e dove nel 1998, Tetsuya Harada e Valentino Rossi diedero vita a uno spettacolo “inquietante” nella 250, una sorta di gara ciclistica, dove né l’uno né l’altro voleva “tirare” e solo quando Loris Capirossi, anche lui su Aprilia , si avvicinava, i due ricominciavano a spingere. La gara fu poi vinta da Harada, con Rossi secondo e Capirossi terzo, in una incredibile dimostrazione di forza dell’Aprilia, ma con un comportamento piuttosto sconcertante tra compagni di squadra: impossibile gestire tre galli in un pollaio, come poi si sarebbe capito nell’ultima gara in Argentina.
2001: LA PRIMA VITTORIA DI POGGIALI
Anche Le Mans, ovviamente, offre ricordi e spunti interessanti, come
il primo successo iridato di Manuel Poggiali in 125. Una vittoria che il pilota di San Marino aveva già sfiorato in altre occasioni, ma che in Francia arriva al termine di una gara da pelle d’oca con quattro grandi italiani protagonisti, finiti nell’ordine al traguardo: Poggiali, Giansanti, Elias, Borsoi e Cecchinello, tutti racchiusi in un secondo. Bei tempi…
2006-2009: C’E’ TUTTO MELANDRI…
Nel 2006 e nel 2009 ecco
due grandi prestazioni di Marco Melandri, particolarmente significative, perché confermano il talento, ma anche la grande fragilità mentale del pilota oggi in sella all’Aprilia SBK. Nel 2006, Marco è in sella alla Honda “satellite” del team Gresini e dopo un 2005 da grande protagonista – secondo nel mondiale, battuto solo da Valentino Rossi – l’inizio del 2006 è altalenante, con un successo in Turchia, ma anche tre opache prestazioni. Anche a Le Mans, per la verità, Marco non sta andando benissimo, ma a pochi giri dalla fine (7 o 8, non ricordo esattamente), qualcosa scatta nella sua mente quando vede Rossi in difficoltà per un problema tecnico, cambia ritmo, rimonta su Pedrosa e vince alla grande.
Nel 2009, Marco conquista il secondo posto in sella alla Kawasaki, che ha già annunciato il ritiro dalle competizioni a fine anno, sfruttando al meglio la pista bagnata e il cambio moto: sarà l’ultimo podio in MotoGP e l’unico acuto di Melandri in tutta la stagione. Una serie di alti e bassi che, purtroppo, da sempre contraddistingue la sua carriera.
2011: CONTATTO SIMONCELLI-PEDROSA
Nel 2011 si arriva a Le Mans dopo un GP del Portogallo pieno di polemiche con
Marco Simoncelli al centro dell’attenzione, rimproverato dai piloti spagnoli – in particolare da Jorge Lorenzo – di essere troppo aggressivo. In testa alla gara c’è Casey Stoner, al secondo posto Dani Pedrosa, con Simoncelli in grande rimonta, con un passo nettamente più veloce di quello dello spagnolo della HRC. Marco ha “fretta”, non vuole far scappare Stoner, affretta i tempi e si butta in un sorpasso decisamente azzardato, che si conclude con un
inevitabile contatto con Dani, che finisce a terra e si rompe la clavicola (credo), mentre Simoncelli riesce a riprendere e a chiudere al quinto posto, con Andrea Dovizioso secondo e Valentino Rossi terzo, al primo podio con la Ducati.
2012: STONER ANNUNCIA IL RITIRO, ROSSI SUL PODIO
La conferenza stampa del giovedì è solitamente poco significativa, ma quella del 2012 è particolarmente carica di tensione, con
Casey Stoner che annuncia il suo ritiro a fine anno, con parole pesantissime nei confronti di tutto il sistema “MotoGP”. Per tre giorni si parla solo di questo, con grandi polemiche sul come e sul modo usato dall’australiano, che in gara, sotto l’acqua, non riesce a tenere il ritmo di Jorge Lorenzo e viene battuto anche da Valentino Rossi, mai così veloce con la Ducati come in questa occasione.
2013: DOVIZIOSO SFIORA IL PODIO
Nel 2013, si corre nuovamente con la pista bagnata e Andrea Dovizioso,
scattato dalla terza fila, impone il ritmo, con la concreta possibilità di cogliere un risultato prestigioso. Ma a metà GP smette di piovere, la pista si asciuga e Andrea è costretto a rallentare, superato prima da Pedrosa e nel finale anche da Crutchlow e un grandissimo Marquez, che stupisce per la capacità di migliorarsi giro dopo giro al “debutto” con le gomme da pioggia.