Fenati: "La squadra ideale"

Fenati: "La squadra ideale"
Al secondo successo consecutivo, il pilota ascolano divide i meriti con il team VR46: “Brazzi mi dà sempre la moto migliore possibile, tutti mi fanno stare bene. Ma ho solo vinto due GP…” | G. Zamagni, Jerez
4 maggio 2014

Punti chiave

JEREZ DE LA FRONTERA – Secondo negli Stati Uniti, primo in Argentina, primo in Spagna. E se al debutto in Qatar non avesse avuto problemi per un ammortizzatore “difettoso”, si sarebbe giocato il podio anche lì, visto che aveva dominato le libere. Insomma, Romano Fenati si conferma talento straordinario e con una moto (KTM) finalmente competitiva e una squadra di altissimo livello, può esprimersi al meglio.


«Sabato è stata una giornata difficile, non siamo andati forte in qualifica, avevamo un po’ di problemi di messa a punto. Sono stato nel box fino a tardi assieme a Rossano (Brazzi, il capotecnico, NDA) e alla mia squadra per cercare la soluzione migliore: direi che ci siamo riusciti… In gara la moto era perfetta, bellissima da guidare: mi sentivo a mio agio. Ho dovuto forzare subito, portarmi avanti il prima possibile, perché partivo dalla decima posizione: non potevo permettermi di rilassarmi nei primi giri. Già al terzo o quarto passaggio ero davanti (è andato in testa al quinto giro, NDA): ho cercato di spingere, ma non sono riuscito a dare lo strattone per prendere un po’ di margine sul secondo. Ho così tenuto un ritmo costante e gli altri sono stati molto intelligenti a rimanere dietro, a non consumare troppo le gomme. Le Honda andavano veramente forte in rettilineo, recuperavano molto e, rispetto ai GP precedenti, erano anche molto efficaci in frenata. Io, Rins e Vazquez abbiamo preso un po’ di margine e ci siamo giocati la vittoria nell’ultimo giro: Rins è stato molto bravo a passarmi all’ultima curva, ma ha preso una leggera imbarcata e non è riuscito a tenere la linea. Ho temuto che Vazquez potesse passarci entrambi all’interno, ma era un po’ troppo lontano: sono riuscito a sfilare e a passare per primo sul traguardo».


Adesso sei a soli cinque punti da Miller…
«Sì, ma Miller è cinque punti avanti! Oggi lui, evidentemente, non era a posto, ma è stato molto intelligente a conquistare punti importanti. A volte capita, ma lui ha colto comunque un risultato importante: significa che non è facile da battere. Per adesso, noi stiamo lavorando bene, cresciamo continuamente: bisogna continuare così».


Ti senti come il nuovo “baluardo” italiano?
«No. Ho fatto “solo” due balle gare».


Beh, però, sei sempre davanti ed era un po’ che non si vedeva un italiano protagonista.
«Questo sì, ma anche Niccolò Antonelli qui partiva forte, poi non so cosa gli sia successo (è caduto dopo un contatto con Pecco Bagnaia, NDA). Con lui lottavo nel CIV (il campionato italiano, NDA), abbiamo fatto parecchi podi insieme, mi sarebbe piaciuto se avesse lottato con me qui a Jerez: sarebbe stato figo salire sul podio insieme, come ai vecchi tempi. Anche Niccolò è un bravo pilota e stanno venendo su forte anche Bastianini e Bagnaia: fra qualche gara potrebbero farci una “sorpresina”».


Dopo la vittoria in Argentina, Valentino Rossi, il tuo “capo”, ti aveva chiesto continuità: si può dire che l’hai accontentato.
«Adesso bisogna continuare, vale la stessa storia per tutte le gare…».


E’ difficile essere così costanti?
«Lo è, perché non sempre si può trovare la giusta messa a punto, non sempre puoi essere fortunato: oggi mi è andata bene che Rins è andato un po’ largo, altrimenti sarei arrivato secondo. Ma lavoreremo duro per cercare di essere costanti».

C’è sempre la parola giusta che ti dà carica, motivazione, che ti fa sorridere. Mi sono trovato subito bene, come a casa, mi aiutano sempre, mi fanno stare bene

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Ti senti in una squadra “ideale”?
«Sì! Tutti nel box abbiamo il sorriso, anche se le cose vanno male stiamo con il muso solo per un attimo, c’è sempre la parola giusta che ti dà carica, motivazione, che ti fa sorridere. Mi sono trovato subito bene, come a casa, mi aiutano sempre, mi fanno stare bene».


Rispetto all’anno scorso dove sei cambiato di più?
«Quest’inverno sono stato più tranquillo, senza grandi pressioni addosso, mi sono allenato con continuità e bene: questo mi ha aiutato parecchio. Durante l’anno siamo sempre in giro, stare a casa un po’ fa bene…».
 

Da Automoto.it