GP di Indianapolis. Lo sapevate che...?

GP di Indianapolis. Lo sapevate che...?
Che Marquez è imbattuto negli Stati Uniti? Che in questo GP ci sono state pochissime cadute? Che Cecchinello pensa che Bradl deve sbloccarsi? Che Brurgess era a Indy? Che Honda ha regalato una moto preparata per il dirt track a Marquez? | G. Zamagni, Indianapolis
12 agosto 2014

Punti chiave

TEAM PRAMAC CON IL CERINO IN MANO

Nella vicenda Crutchlow-Ducati chi ci ha rimesso veramente è il team Pramac, che nel 2015 avrebbe dovuto avere una Ducati ufficiale GP15 per Andrea Iannone. Il pilota di Vasto, però, è passato alla squadra interna e così la Pramac si ritrova con il “cerino” in mano, senza pilota e senza moto: nella prossima stagione disporrà di due GP14, una per il riconfermato Jonny Hernandez e un’altra da affidare a un pilota possibilmente giovane. Si fanno i nomi di Domenique Aegerter (ma rimarrà probabilmente in Moto2), Eugene Laverty, di Babier, ma di nessun italiano, «perché ce ne sono già due nel team interno» è la giustificazione ufficiale. Insomma, un bel ridimensionamento rispetto a quanto si prospettava prima del passaggio di Crutchlow al team LCR.

 

APRILIA, FUTURO INCERTO

E’ ormai sicuro che l’Aprilia nel 2015 lascerà la SBK – perlomeno in forma ufficiale – per rientrare in MotoGP, prendendo il posto del team PBM. Tutto il resto, però, rimane incerto: non si sa chi saranno i piloti, chi porterà avanti lo sviluppo – nelle prossime settimane, Danilo Petrucci sarà in pista a Misano, dove Danilo pensava di trovare nuovamente il “neo collaudatore” Max Biaggi, ma Max, presente a Indianapolis, ha detto che nessuno gli ha detto nulla – come sarà la moto, come sarà formata la squadra. Insomma, tutto è ancora in alto mare, ma il 2015 è ormai qui, si è già molto in ritardo sulla programmazione.

 

BRIDGESTONE NON VUOLE MICHELIN A BRNO

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A Brno, lunedì, dopo il GP, avrebbe dovuto debuttare la Michelin con i collaudatori, ma la Bridgestone ha posto il veto: non vogliono che il concorrente "spii" la loro tecnologia. Ninete da fare quindi, le Case stanno studiando una soluzione che possa accontentare tutti.


132.817 SPETTATORI: MAGARI!

Domenica sera sono stati dichiarati un totale di 132.817 spettatori nei tre giorni. Nello specifico: 21.003 il venerdì, 49.979 il sabato, 61.835 la domenica. Sì, ciao peppina: d’accordo, le tribune di Indy sono enormi (quasi 400.000 spettatori) e quindi 61.835 appassionati si perdono negli immensi spazi, ma la verità è che, purtroppo, c’era veramente poca gente: nessuna ressa nel paddock, nessuna coda per arrivare in circuito, nessuno spazio veramente gremito. E’ vero, però, che gli organizzatori sono stati bravi a creare l’evento: in città, venerdì e sabato sera c’erano migliaia di motociclisti, la maggior parte in sella a scintillanti Harley-Davidson arricchite di ogni tipo di accessorio, che facevano passerella nelle vie del centro, tutti, rigorosamente, senza casco.


POCHE CADUTE IN MOTOGP

Pochissime le cadute nei tre giorni in MotoGP: venerdì non c’è stata nessuna scivolata, sabato sono finiti a terra Alvaro Bautista nelle FP3, Broc Parkes nella Q1, Bradley Smith nella Q2, domenica sono caduti in gara Yonnj Hernandez, Alvaro Bautista e Aleix Espargaro. Dall’inizio della stagione, il pilota che è caduto più volte è Smith (12, vuol dire una media di più di una scivolata a GP) seguito da Bautista con 8. A 7 trioviamo Pol Espargaro e Hernandez (7); a 6 Bradl, Crutchlow, Aleix Espargaro e Iannone; a 5 Di Meglio; a 4 Abraham, Parkes, Redding; a 3 Barbera, Laverty, Marquez; a 2 Pedrosa e Petrucci; a 1 Aoyama, Hayden, Lorenzo, Rossi.


MARQUEZ IMBATTUTO NEGLI STATI UNITI

Tra i tanti primati che conquista GP dopo GP Marc Marquez con le sue strepitose prestazioni, ce n’è uno piuttosto curioso: in MotoGP, nessuno è ancora riuscito a battere il fenomeno della Honda negli Stati Uniti, a quota cinque successi (3 nel 2013 e 2 nel 2014). Anche per questo, forse, Marc ha voltuo celebrare il GP di Indi con una grafica speciale: gli Stati Uniti possono essere considerati come la sua seconda casa.


HAYDEN PROMUOVE MILLER

Si è parlato molto a Indy del passaggio di Jack Miller dalla Moto3 alla MotoGP (l’annuncio verrà fatto probabilmente a Brno), con opinioni spesso contrastanti, come succede in questi casi. Nicky Hayden, però, non ha dubbi: Miller farà bene anche nella massima cilindrata. «L’anno scorso, dopo il GP di Misano, sono stato con Jack al Ranch di Rossi: è stato bello vederlo guidare da vicino e secondo me il suo stile è più adatto alle moto grandi», è l’opinione di Hayden, costretto a saltare il GP di Indianapolis a causa dei postumi all’operazione alla mano destra. «Ho consultato un sacco di medici e poi è stato deciso per l’intervento: il decorso sembra positivo, ma, al momento, è impossibile dire quando potrò guidare. Spero presto». Nicky è convinto di rientrare a Silverstone o al massimo a Misano, ma la situazione, purtroppo, è piuttosto delicata. In ogni caso, con il ritiro anticipato di Colin Edwards, a Brno non ci saranno piloti americani: un evento che spiega bene la crisi di questo sport negli Stati Uniti.

Stefan guida bene ed è veloce. Purtroppo, però, ha un blocco quando si spegne il semafaro: è come se entrasse in modalità “sicurezza”


CECCHINELLO: “BRADL DEVE SBLOCCARSI”

Lucio Cecchinello ha raccontato (l’intervista completa verrà pubblicata nei prossimi giorni su moto.it) come è arrivato all’accordo con Cal Crutchlow. Lucio ha anche spiegato perché avrebbe continuato con Stefan Bradl, nonostante risultati non certo esaltante: «La telemetria, anche se confrontata con quella di Marquez, conferma che Stefan guida bene ed è veloce. Purtroppo, però, ha un blocco quando si spegne il semafaro: è come se entrasse in modalità “sicurezza”. Sono convinto che se riuscirà a superare questa problematica, diventerà velocissimo» è la tesi di Cecchinello, rimasto piuttosto male per la scelta di Bradl di passare al team Forward.


SI E’ RIVISTO JEREMY BURGESS

A Indianapolis si è rivisto nel paddock Jeremy Burgess, l’ex capo tecnico di Valentino Rossi. Jeremy ha raccontato di essere venuto a Indy assieme a una decina di amici. «Abbiamo comprato un pacchetto da 650 dollari che comprendeva un posto in tribuna alla curva 9 e più visite programmate nel paddock. E’ stato divertente: non avevo mai visto una gara dalla tribuna!». Burgess è stato naturalmente anche all’interno del box Yamaha (Valentino non c’era) e ha voluto subito vedere come è fatta la M1 versione 2014, concentrandosi in particolare sulla nuova “pulsantiera” dei controlli elettronici.

Bradley Smith usa quattro dita per azionare la leva del freno anteriore, Valentino Rossi tre, Jorge Lorenzo 2 e Marc Marquez un solo dito


COME FRENANO I PILOTI

In una bellissima immagine rallentata di alcuni piloti alla stessa curva, si è visto bene la differenza di stile di guida in frenata: Bradley Smith usa quattro dita per azionare la leva del freno anteriore, Valentino Rossi tre, Jorge Lorenzo 2 e Marc Marquez un solo dito.


MARQUEZ AL DIRT TRACK

Grandissimo appassionato di dirt track, a Indianapolis, Marquez ha ricevuto in regalo dalla Honda una moto preparata specificatamente per questa specialità, con la quale Marc avrebbe dovuto fare qualche giro nel tradizionale appuntamento del venerdì sera, dove in un ovale non lontano da Indy si disputa una gara locale. Marquez – come aveva fatto Rossi nel 2009 – ha però rinunciato, ma è rimasto a lungo a seguire la gara: «E’ impressionante, mi sono divertito tanto: quando arrivano alla prima curva, a una velocità pazzesca e con il muro poco distante, è davvero impressionante.


IO L’AVEVO DETTO

Marc Marquez, giovedì pomeriggio: «Indy è diventata una pista Yamaha style, per la Honda era meglio l’anno scorso». Ordine di arrivo: 1. Marquez (Honda), 2. Lorenzo (Yamaha), 3. Rossi (Yamaha). In un verto senso, aveva ragione…