Dieci e lode per Marquez, un fenomeno; Rossi 9, è l'unico che prova a stare con Marc; 6 a Pedrosa e 5 a Lorenzo, non è più lui; 8 a Dovizioso, più non poteva fare. Honda 9, Yamaha 8, Ducati 4 | G. Zamagni, Jerez
Come in Qatar. Come negli Stati Uniti. Come in Argentina. Anzi, ogni volta sempre un po’ meglio. A Jerez, il nuovo fenomeno del motociclismo non aveva mai vinto in nessuna categoria, ma per lui la MotoGP sembra molto più semplice di 125 e Moto2, anche se qui ci sono i piloti più forti del mondo. Se si ha la fortuna di vederlo guidare da bordo pista è uno spettacolo della natura, ma così le gare diventano scontate e noiose. Imbattibile.
VALENTINO ROSSI 9
Non è lui che deve – o dovrebbe – battere Marquez, perché nella sua carriera ha già dato. Eppure, è proprio lui l’unico che ci prova, che non si arrende, che sta nel box fino a tardi per cercare di far andare più forte la Yamaha. Si impegna come un ragazzino, ha la fame di uno che non ha vinto nulla, invece nel suo curriculum ci sono 106 successi e nove titoli mondiali. “Prima o poi riusciremo a batterlo” afferma convinto. Commovente.
Con quella moto lì dovrebbe quanto meno arrivare secondo. Invece, ancora una volta, si mette a spingere forte solo quando il compagno di squadra è lontanissimo e anche Rossi ha già un discreto vantaggio. Ma dato che è uno che va forte, passa (facilmente) Lorenzo, ma quando è in scia a Valentino non prova nemmeno un attacco. Indifendibile.
JORGE LORENZO 5
In prova sembrava avere il passo per stare in scia a Marquez, invece è addirittura finito fuori dal podio. Non è più lui, fisicamente e psicologicamente: questa Yamaha e queste gomme non gli piacciono e così non riesce più a fare la differenza. Irriconoscibile.
ANDREA DOVIZIOSO 8
Ha guidato benissimo, con grande costanza dal primo all’ultimo giro, vincendo la sfida contro due piloti in sella a moto ben più competitive della sua Ducati. Il distacco dal primo rimane abissale (1” al giro), ma la colpa non è certo del pilota. Del resto, basta vedere dove sono i suoi compagni di Marca per capire che, ancora una volta, il Dovi ha fatto la differenza. Concreto.
ALVARO BAUTISTA 5
Dopo tre “zero” consecutivi non si poteva permettere un altro errore, ma il risultato è deprimente: con la sua moto non si può prendere paga dalla Ducati. Fa un sacco di sbagli, eppure, come ha dimostrato in Qatar è uno capace di andare forte. Lontano.
ALEIX ESPARGARO 5
Non riesce più a essere competitivo come lo era stato durante l’inverno e nel primo GP: solo in prova è veloce, ma in gara fatica moltissimo. Regredito.
BRADLEY SMITH 5
Un altro GP da dimenticare: ti accorgi che c’è solo guardando la classifica. Inconsistente.
POL ESPARGARO 5
Ancora una volta prende paga dal compagno di squadra. Sotto tono.
STEFAN BRADL 4
D’accordo, ha avuto problemi con il braccio destro, ma il suo è un altro GP da dimenticare. In difficoltà.
NICKY HAYDEN 5
La moto è quella che è, lui, perlomeno in prova ci mette del suo. Troppo poco.
COLIN EDWARDS 5
Ha avuto un problema tecnico all’ultimo giro, ma in prova era stato straordinario, conquistando un incredibile quinto tempo nelle FP. La sua squadra – con certe dichiarazioni fuori luogo del suo titolare, circa l’eventualità che Colin smetta in anticipo – non lo ha certo aiutato, ma lui ha ormai “smesso” da tempo di fare il pilota. Pensionato.
ANDREA IANNONE 4
Un GP totalmente da dimenticare, con cadute in prova e in gara. Un passo indietro.
CAL CRUTCHLOW 5
“Ho fatto tutta questa fatica per fare tre giri di m…” si è sfogato il britannico, in sella nonostante il dolore alla mano destra, operata nemmeno due settimane fa. Era abituato alla Yamaha, ma la Ducati è un’altra cosa. Frastornato.
MICHELE PIRRO 5
Difficile tornare pilota quando fai il collaudatore. Giustificabile.
HONDA RC213V VOTO 9
Forse meriterebbe 10, ma la moto perfetta non esiste. E se non ci fosse stato Marquez, avrebbe vinto una Yamaha…
YAMAHA M1 8
“La M1 è una moto eccellente, ma contro questa Honda non basta” è la perfetta sintesi di Valentino Rossi.
DUCATI GP14 4
Se non ci fosse stato Dovizioso sarebbe sprofondata negli abissi. Nei primi tre GP, in qualche modo e grazie a situazione favorevoli, la GP14 aveva colto più di quanto meritasse, ma la realtà, purtroppo è quella vista a Jerez.
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