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TERMAS DE RIO HONDO – Sulla carta, è promosso a pieni voti: per il momento, prima di scendere in pista, tutti hanno giudicato positivamente il nuovo circuito di Rio Hondo. Ecco valutazioni e aspettative, in attesa dei primi responsi cronometrici.
MARC MARQUEZ: «SI DERAPERA’ MOLTO».
«Bisognerà essere bravi a trovare subito le linee migliori, adattare la messa a punto all’asfalto e a tutto il resto. Sembra un bel circuito, divertente, con curve larghe dove, probabilmente si deraperà molto. Probabilmente all’inizio sarà piuttosto scivoloso: bisognerà essere concentrati e sfruttare al massimo ogni giro, per raccogliere informazioni importanti per l’elettronica, il set up e per me stesso».
VALENTINO ROSSI: «STUDIATO PER LE MOTO»
«A differenza degli ultimi circuiti realizzati recentemente, questo sembra studiato appositamente per le moto. La prima impressione è di un tracciato con un buon ritmo e divertente, con un asfalto apparentemente in buone condizioni. La pista è larga, scorrevole: sembra adatta alla M1. Bisogna avere un po’ di fortuna ad azzeccare subito la messa a punto ed essere svegli ad adattarsi alla situazione».
ANDREA DOVIZIOSO: «DUE CURVE TOSTE»
«Potrebbe anche sembrare più grande di quello che è in realtà: non sarà facile trovare subito i giusti riferimenti. Sembra una pista veloce come media, ma senza picchi esagerati di prestazioni, con due curvoni a sinistra molto lunghi e difficili da interpretare».
ANDREA IANNONE: «BELLO E VELOCE»
«La pista sembra molto bella, veloce, con curve “aperte”: bisognerà capire le condizioni dell’asfalto, ma stanno facendo di tutto per pulirla».
STEFAN BRADL: «I DISTACCHI SARANNO CONTENUTI»
«Il disegno è bello e l’asfalto sufficientemente liscio: dovrebbe essere piuttosto veloce. Credo che il distacco tra i piloti sarà piuttosto contenuto: potrebbe essere una gara interessante».
JORGE LORENZO: «OK PER LA YAMAHA»
«E’ bella, mi piace. C’è una sola curva da prima marcia, le altre sono tutte da terza o quarta, con anche un curvone da 220-230 km/h: teoricamente è una pista favorevole alla Yamaha e al mio stile di guida».