MotoGP. Le pagelle del GP di Austin

MotoGP. Le pagelle del GP di Austin
Dieci e lode a Marquez, impressionante; 8 a Pedrosa; 9 a Dovizioso, gara perfetta; 6 a Rossi, la colpa di questo disastro è della gomma anteriore; 3 a Lorenzo, in crisi psicologica | G. Zamagni, Austin
14 aprile 2014

MARC MARQUEZ VOTO 10 E LODE
E’ impressionante, fa quello che vuole, ha un controllo pazzesco della moto, un margine di parecchi decimi rispetto ai rivali. La speranza è che sia solo su questa pista, ma la sensazione che dà di velocità e padronanza della situazione fa temere che non sia un’eccezione (per lo spettacolo) e che, invece, sarà così nella maggior parte dei GP. Un fenomeno straordinario.


DANI PEDROSA 8
Il confronto con il compagno di squadra è avvilente, ma “camomillo” rimane il primo degli umani. In altre parole: è vero che viene sempre battuto, ma forse, in questo momento, a parità di moto chiunque prenderebbe paga da Marquez.


ANDREA DOVIZIOSO 9
Una gran gara, tatticamente perfetta, senza nessun errore, costante nel rendimento: alla fine, è sempre lui il primo “ducatista” al traguardo. E non è un caso. Il Dovi sfrutta al massimo e al meglio il materiale a sua disposizione e negli ultimi giri è stato prima bravissimo ad attaccare e a superare Bradl, poi a conservare la posizione, mettendo tra sé e il pilota del team Cecchinello un margine rassicurante. Bravo.


STEFAN BRADL 6
E’ il solito ritornello: è bravo, è veloce, è costante, ma non abbastanza. D’accordo, la sua RC213V non è quella dei piloti HRC, ma è comunque una moto di altissimo livello: non può prendere paga dalla Ducati.


BRADLEY SMITH 7
Il distacco è elevato, alla fine è stato battuto da Bradl del quale sembrava più veloce, ma Smith è il primo pilota Yamaha al traguardo e, soprattutto, si conferma in crescita rispetto al 2013: sembrava dovesse sempre prendere paga dal più quotato compagno di squadra, invece gli è costantemente davanti.


POL ESPARGARO 5
Per lui, naturalmente, vale il discorso opposto: dal campione del mondo della Moto2, con un contratto ufficiale direttamente con Yamaha, è lecito aspettarsi qualcosa di più, anche se è solo la seconda gara in MotoGP.

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ANDREA IANNONE 6,5
Ha guidato alla grande, forse anche troppo, visto le conseguenze sulla gomma anteriore: a mio modo di vedere i 15 giri in terza posizione hanno un valore maggiore rispetto ai sei passaggi finali, inevitabilmente al “rallentatore”. E’ in crescita.


VALENTINO ROSSI 6
La posizione e il distacco dal primo sarebbero da quattro in pagella, ma la colpa di questo disastro è della gomma anteriore, come confermano le foto. Si può forse discutere sulla messa a punto: perché è successo a lui e non ai piloti del team Tech3? Le due moto, però, sono diverse con la M1 2014 sviluppata proprio per dare maggiore carico all’anteriore. Complessivamente, Rossi ha guidato bene, confermandosi un altro Valentino rispetto a quello della passata stagione.


ALEIX ESPARGARO 5
Mai protagonista, alla ricerca affannosa di una messa a punto che gli desse sicurezza: un passo indietro rispetto al Qatar.


JORGE LORENZO 3
Ormai non ci sono più dubbi: il campione spagnolo è in crisi, soprattutto psicologica. Il suo errore in partenza non è in nessuna maniera giustificabile, specie considerando che Lorenzo ha costruito i suoi risultati sulla forza mentale. Adesso deve essere bravo a non lasciarsi andare completamente.


NICKY HAYDEN 6
Questa volta vince la sfida tra i piloti con la Honda “Open”: magra consolazione.


SCOTT REDDING 5
In prova non era andato male, in gara è caduto a due giri dalla fine mentre era 14esimo e staccatissimo.


COLIN EDWARDS 4
E’ caduto nonostante fosse piuttosto lento.


CAL CRUTCHLOW 5

Primo “ducatista” in prova, si è perso in gara: questa moto è ben più difficile della Yamaha alla quale era abituato.


ALVARO BAUTISTA 4
Un GP da incubo, non tutto per colpa sua: i freni gli hanno creato parecchi problemi.


HONDA RC213V VOTO 10
Su questa pista ha dimostrato di essere parecchio avanti.


YAMAHA M1 5
Un incubo: «sembra di essere tornati a Silverstone 2011» ha commentato, sconsolato, il team manager Maio Meregalli: speriamo sia solo un episodio.


DUCATI GP14 7
Il distacco rimane elevato, superiore a quello subito in Qatar, ma un podio è sempre un risultato da celebrare, anche se rimane la consapevolezza che c’è molto da lavorare.