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Tutti contro tutti: il GP d’Australia è una sorta di sfida senza esclusione di colpi. Perché Marc Marquez, dopo aver conquistato il titolo settimana scorsa in Giappone, vorrà dimostrare – vincendo – di essere il più forte. Perché Jorge Lorenzo, che ha trionfato negli ultimi due GP, vorrà dimostrare che i suoi successi non sono stati favoriti da circostanze particolari, ma sono semplicemente dovuti alle sue qualità. Perché Valentino Rossi, secondo in campionato, farà di tutto per conservare il prestigioso piazzamento in classifica generale. Perché Dani Pedrosa, sotto tono per tutta la stagione, magari avrà un sussulto, come a Brno. Perché la Ducati vorrà confermare la sua crescita costante dall’inizio dell’anno.
Insomma, perlomeno alla vigilia il GP d’Australia si annuncia interessante, anche se il campionato del mondo è già stato assegnato: le ultime tre gare serviranno soprattutto per assegnare il secondo posto, con Lorenzo al momento favorito, anche se è il più indietro in classifica (è a -3 dalla coppia Rossi-Pedrosa). «Sì, se si guardano gli ultimi risultati, Lorenzo è quello messo meglio, ma non mi fido nemmeno di Pedrosa: mai dare per finito Dani… Per quanto mi riguarda, mi sento in forma, sto guidando bene e Phillip Island è uno dei miei tracciati favoriti».
Come sempre, Rossi proverà a vincere, questa è la priorità assoluta per il nove volte iridato. «Fare secondo nel mondiale sarebbe importante e significativo, perché vorrebbe dire aver battuto due piloti come Lorenzo e Pedrosa, ma il primo obiettivo è provare a vincere un altro GP».
Ma se la Yamaha e i suoi piloti sono in grande spolvero, in condizioni di asciutto – a proposito di meteo: a Phillip Island fa un gran freddo – il favorito è sempre Marquez. «Sono molto più rilassato e tranquillo: gli ultimi GP sono stati particolari e pieni di tensione, qui, finalmente, posso solo pensare a guidare» è la “minaccia” del neo iridato, che con l’Australia ha anche un conto aperto, dopo l’incredibile squalifica del 2013, che avrebbe anche potuto costargli il titolo iridato. Marc, quindi, salirà sulla sua RC213V con il solo obiettivo di passare per primo sotto la bandiera a scacchi: un motivo in più per alzarsi domenica mattina alle 7, l’ora italiana alla quale è previsto il GP.
Andrea Dovizioso, come Pedrosa, Lorenzo e Rossi, ha provato a febbraio a Phillip Island (Marquez non c’era perché infortunato), in test richiesti e voluti specificatamente dalla Bridgestone per evitare i problemi del 2013. Un piccolo vantaggio? «Non credo, perché le condizioni sono completamente differenti: oggi ci sono più di 20 °C in meno sull’asfalto. Inoltre, la nostra Ducati è cambiata da allora e anche se la base è la medesima, con la 14.2 usiamo assetti differenti. Speriamo di confermare la crescita delle ultime gare, ma se i primi quattro non hano problemi, è dura salire sul podio», spiega Andrea. Una curiosità: in Australia, per la prima volta, ci saranno gomme “asimmetriche” (ovvero con mescola diversa tra spalla destra e sinistra) anche per l’anteriore e non solo per il posteriore».