Nico Cereghini: “Due fenomeni a Phillip Island, anzi tre”

Nico Cereghini: “Due fenomeni a Phillip Island, anzi tre”
Uno è Valentino Rossi, capace di andar forte senza sbagliare su una pista tecnica e severa come quella australiana. L’altro è Miller: che meraviglia quella battaglia in Moto3, che talento che è Jack. Sarà lo Stoner del futuro? | N. Cereghini
21 ottobre 2014
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Ciao a tutti! Mi unisco al coro di chi ha celebrato la seconda vittoria di Valentino Rossi come un successo vero. Se Marquez non fosse caduto sarebbe stato un bel secondo posto, è vero, ma il 93 è caduto; e lasciatemi dire che è proprio questo volo del campione del mondo a rendere grande la gara di Rossi, perché domenica a Phillip Island era facilissimo volar via e il 46 è stato l’unico capace di andare veramente forte (suo è anche il giro più veloce) senza sbagliare. In una pista molto severa, tecnica e particolarmente complicata, dove occorre avere una capacità di guida straordinaria: velocità, sensibilità, precisione, concentrazione. Chi vince tutte quelle corse su quel tracciato è veramente un fenomeno. Rossi e Stoner restano due fenomeni.
 

Un terzo fenomeno l’ho visto in Moto3. La gara delle piccole è stata una delle più belle della stagione: dalla prima curva una fila serrata di piloti motivatissimi, pronti a disputarsi ogni metro di pista, senza farsi nessun complimento eppure corretti. Anche lì, era molto più facile sbagliare e buttare via tutto –come purtroppo è capitato a Fenati, abbattuto senza colpe- piuttosto che tentare di organizzare la volata finale. Il piccolo Marquez disponeva di una Honda talmente veloce da far pensare che il risultato fosse già scritto, e una mosca mi ronzava nociva nell’orecchio: vuoi vedere –mi diceva- che si vuole costruire a tutti i costi l’impresa dei due fratelli Marquez campioni del mondo, e che alla fine Miller si tira indietro? A pensar male si fa peccato, come suggeriva un famoso politico con la gobba, ma quasi sempre si indovina: e l’australiano, da quando ha firmato con la Honda per passare clamorosamente in MotoGP l’anno venturo, pareva aver perso una bella fetta dello smalto iniziale. “Vuoi vedere – mi suggeriva la mosca fastidiosa- che Jack non vuole più tutto quel bene alla sua KTM?”.
 

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Ci voleva un bel fegato per vincere la Moto3 in Australia e Jack Miller si è confermato autentico fenomeno


Bene, la gara ha cancellato ogni sospetto. Ci voleva un bel fegato per vincere la Moto3 in Australia e Jack Miller si è confermato autentico fenomeno. Penso anch’io che il salto diretto alla MotoGP senza passare dalla Moto2 spossa rivelarsi per lui una scelta azzardata e anche pericolosa, ma sulla sua classe e sulla sua motivazione nessun dubbio: è un fenomeno anche lui, un potenziale nuovo Stoner. Sei piloti in ventiquattro centesimi, il podio in trentadue millesimi soltanto, e sul gradino più alto Jack Miller. Una delle corse più vere e più belle (vogliamo esagerare?) nella storia del mondiale.  

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