Regolamenti: Ducati avvantaggiata? No, sfavorita!

Regolamenti: Ducati avvantaggiata? No, sfavorita!
Si discute molto sui privilegi regolamentari a favore della Casa italiana, ma l’analisi tecnica dice che non è così. Anzi, non avere a disposizione la gomma più dura per la gara rappresenta un grosso handicap | G. Zamagni, Jerez
3 maggio 2014

Punti chiave

JEREZ DE LA FRONTERA – Il discreto inizio della Ducati – con la grande soddisfazione del podio di Andrea Dovizioso di Austin – ha scatenato gli appassionati, con illazioni di ogni tipo: «E’ avvantaggiata dal regolamento», «Così non è giusto», «Se Honda e Yamaha avessero 24 litri chissà cosa farebbero»… Ma è veramente così? No. Ecco perché.

Cominciamo dai test invernali in Malesia, dove la Ducati ha girato forte in configurazione “factory”.
«I nostri progressi non sono dovuti al nuovo regolamento» aveva ripetuto spesso Dovizioso prima dell’inizio della stagione, sottolineando come le piccole differenze avessero comunque portato dei progressi significativi, soprattutto grazie a un più corretto bilanciamento dei pesi. L’ingegnere Gigi Dall’Igna ha spesso parlato di «una migliore organizzazione e un maggiore scambio di dati tra pista e casa», che assieme a una diversa organizzazione, a un metodo differente di prove – i piloti provano contemporaneamente materiale differente tra loro in ogni turno, per poi mettere insieme tutto ciò di più competitivo – ha fatto fare un salto in avanti.


PIU’ MOTORI: UN VANTAGGIO

Naturalmente, il regolamento dà una mano alla Ducati, specie per quanto riguarda i motori. Avere a disposizione 12 motori anziché 5, permette all’ingegnere Dall’Igna di “osare” un po’ di più – come ha detto Gigi per spiegare le tre rotture nelle prime tre gare – senza avere il patema di rimanere senza propulsori, e, soprattutto, la possibilità di sviluppare a casa un nuovo quattro cilindri. Sotto questo aspetto, quindi, la Casa di Borgo Panigale è certamente avvantaggiata.


PIU’ BENZINA: NESSUN VANTAGGIO

Un altro teorico vantaggio a favore della Ducati: 24 litri anziché 20 (il 20% in più). Secondo alcuni tecnici, in particolare quelli che lavorano in F.1 «quattro litri di benzina in più, rappresentano un vantaggio enorme: le Ducati voleranno» aveva pronostico l’ingegnere Gabriele Tredozi, in passato responsabile tecnico della Minardi F.1, esprimendo un concetto condiviso da tanti. La realtà su due ruote, però, è differente e solo in un paio di piste, quelle più selettive per i consumi, la Ducati ha un certo vantaggio.

«Ad Austin, avere 24 litri non ci ha “regalato” decimi, tantomeno secondi: avremmo ottenuto lo stesso risultato anche con 20 litri nel serbatoio, perché quello non è un tracciato dove si consuma tanto. Anche a livello di erogazione non cambia nulla, non è vero che con 24 litri la potenza è più gestibile e trattabile» aveva detto Dall’Igna dopo il podio di Dovizioso. Certo, si può obiettare, lui è di parte. Ma la sua tesi viene sottoscritta e confermato anche dai rivali, come spiega benissimo il direttore tecnico del team HRC, l’ingegnere Takeo Yokoyama (detto Tax), svelando particolari sorprendenti.

«Quanto saremmo più veloci se avessimo 24 litri? Potremmo raggiungere facilmente i 400 km/h!» scherza Yokoyama. La realtà, però, è un’altra. «In alcuni circuiti, come Losail o Motegi, sarebbe meglio avere qualche litro in più per avere una velocità massima più alta e, soprattutto, qualche controllo elettronico più sofisticato per l’apertura del gas e altri parametri (in particolare, si potrebbe essere più “aggressivi” con il freno motore, NDA), ma in altri tracciati, come Austin, con 24 litri non avremmo nessun vantaggio: 20 o 24 litri è esattamente uguale. Non posso parlare degli altri motori e, in particolare, della Ducati, ma per il nostro quattro cilindri e i nostri sistemi di controllo, 20 o 24 litri non fa differenza. Diciamo, però, che in un terzo dei tracciati, più o meno, se avessimo 22 litri, non di più, anziché 20, potremmo trarne alcuni benefici. Addirittura, in un paio di tracciati, partiamo con meno di 20 litri nel serbatoio:19 o 19,5 sono sufficienti. Dipende anche dal pilota e dal suo stile di guida: i nostri, sia Marquez sia Pedrosa sono molto efficaci in questo, consumano poco, così come consumava poco Stoner».

Considerando anche che la Ducati ha la distribuzione desmodromica, da sempre “amica” dei bassi consumi e che in passato non si sono mai registrati problemi sotto questo aspetto, si può quindi concludere con ragionevole certezza che, a parte qualche eccezione, non c’è vantaggio ad avere 24 litri nel serbatoio.


GOMMA EXTRA MORBIDA: UN VANTAGGIO SOLO IN QUALIFICA

Un altro aspetto che veniva evidenziato come un grande vantaggio per la Ducati, è la possibilità di sfruttare la gomma extra morbida. In qualifica, questo dà una bella mano, valutabile in almeno 0”5 secondi al giro: un’enormità. In gara, però, i piloti Ducati non possono utilizzare la copertura posteriore più dura, con ripercussioni importanti sulla distanza.

«Se in Argentina avessi avuto la possibilità di utilizzare la gomma delle “factory”, mi sarei giocato il podio fino alla fine, così come ad Austin» ha ripetuto in Spagna Andrea Iannone, costretto a calare – e di tanto – l’andatura nei giri finali di quei due GP, anche se, per la verità, negli Stati Uniti il limite era arrivato dall’anteriore, uguale a quella degli altri. Secondo Andrea Dovizioso «non si può sapere come andremmo con una gomma più dura, prima dobbiamo risolvere ben altri problemi, gli pneumatici rappresentano una rifinitura». Ma in alcuni tracciati, come quello di Termas de Rio Hondo, il vantaggio della gomma più dura è evidente e innegabile.

In definitiva, tutti questi vantaggi non ci sono, altrimenti la Ducati riuscirebbe a stare molto più vicino a Honda e Yamaha.

 

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