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MONTMELO’ – Il secondo posto è stato un “regalo” di Dani Pedrosa, ma, ancora una volta, Valentino Rossi è stato grande protagonista: in testa dal quarto al 19esimo giro, comunque sempre attaccato ai primi, veloce e costante dallo spegnersi del semaforo alla bandiera a scacchi, di nuovo – ed è la quinta volta in sette GP – davanti al compagno di squadra e prima Yamaha al traguardo. Insomma, non male per un “vecchietto” di 35 anni.
«Che gusto! Questa volta pensavo di riuscirci e per questo dispiace un po’ non aver conquistato la vittoria, ma posso essere più che soddisfatto di quello che ho fatto. Ci credevo, guidavo bene e forte, avevo un buon passo, ma negli ultimi giri le Honda avevano qualcosina in più in accelerazione. Quando ero dietro a Marquez, avevo deciso di riprovare ad attaccarlo, ma proprio quando pensavo di provarci, Pedrosa mi ha infilato e a quel punto non sono più riuscito a tenere il ritmo. Marc, in questo momento, riesce sempre ad arrivare davanti, è forte e lucido negli ultimi giri: bisogna provare a dargli più fastidio».
Ieri sembravi in difficoltà, a cosa è dovuto questo grande cambiamento?
«A me la gara piace di più, riesco sempre a dare qualcosa che non do in prova. Inoltre, fino alle prove, ero in difficoltà in entrata di curva, non avevo feeling con l’anteriore: assieme a Silvano (Galbusera, il suo capotecnico, NDA) e alla squadra abbiamo studiato i dati, abbiamo fatto una modifica al davanti della M1 e mi sono trovato subito meglio: nel warm up ho fatto un piccolo errore e sono caduto all’ultimo giro (all’ultima curva, NDA), ma avevo capito di poter essere competitivo. E’ stata la gara più bella della stagione, mi sono divertito moltissimo: la modifica fatta alla Yamaha è stata fondamentale e anche il calo di temperatura ci ha dato una mano: se avesse fatto caldo come nelle prove, non saremmo riusciti a stare vicino alle Honda. Quest’anno, rispetto alle ultime stagioni, le gare sono veramente belle, tante si sono decise solo all’ultimo giro: non so esattamente perché, però è così ed è una figata, dà proprio gusto. Negli ultimi anni le gare erano abbastanza noiose, mentre adesso sono divertenti: questo è stato il GP più bello. Sono partito forte, ho superato Lorenzo e giro dopo giro ho preso sempre più confidenza: sentivo che Marquez era lì, ma non così attaccato da averne molto più di me. Ho anche avuto fino a un secondo di vantaggio e mantenevo 1’42”8 di passo: se l’avessi tenuto fino in fondo avrebbe fatto fatica a riprendermi. Invece ho dovuto rallentare qualche decimo, mentre le Honda hanno tenuto lo stesso ritmo: questo ha fatto la differenza».
Come hai vissuto l’ultimo giro?
«Secondo me, Pedrosa avrebbe dovuto essere ancora più aggressivo con Marquez, centrarlo proprio… Ho visto Dani bello determinato e ho pensato che dovevo essere pronto ad approfittare di un eventuale errore, ma è andato largo solo Pedrosa!»
Forse, per battere Marquez, bisognerebbe partire dalla prima fila…
«Nel giro secco ho sempre sofferto, anche quando ero più giovane, ma l’importante è partire nei primi cinque, anche perché quest’anno sono efficace al via. Secondo me, il vero problema del 2014 è Marquez, più della mia qualifica…».
Qual è il vantaggio della Honda?
«Stressano meno la gomma posteriore e nel finale sono più stabili e possono frenare più “profondi” Hanno molto grip sulla ruota davanti, hanno un freno motore che lavora molto bene e per questo possono staccare fino a dentro la curva, come se avessero 20 metri in più di noi per rallentare la moto. Anche se arrivano di traverso, riescono comunque a inserirla in curva, mentre noi non lo possiamo fare: non siamo lontani, ma la Yamaha ci deve dare una mano, perché la Honda va un po’ meglio. La differenza è sia nell’ultima parte dell’entrata in curva sia nella prima dell’uscita dove l’elettronica, più che la meccanica, fa la differenza: lì hanno trovato qualcosa di nuovo».